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GP Germania: le gare

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Seconda manche: Chili cade. Haga, già vincitore di gara-1, è al comando, ma si ferma a pochi giri dal termine. Vince Laconi, che stacca il compagno Toseland ma non lo aggancia in classifica. In SS clamorosa squalifica di tutte le 6 CBR dei team satelliti

L'ing. Ciabatti della Ducati e Regis Laconi si lasciano andare sul podio di Oschersleben

Noriyuki Haga ha sfiorato la clamorosa doppietta ad Oschersleben. Ma il motore della 999RS del team Renegade lo ha piantato in asso quando mancavano appena sei giri alla fine: il quel momento aveva oltre un secondo di vantaggio su Régis Laconi che era rimasto sempre dietro e sembrava già domato. Uscito Nori-Chan, il francese non ha più avuto patemi conquistando un vittoria insperata al termine di un fine settimana ad altissima tensione. Il successo però non gli è stato sufficiente per salvare il primato nel Mondiale che torna nelle mani di James Toseland, autore di un'altra gara piuttosto incolore ma che ha fruttato comunque venti punti preziosi.


Ci sono due punti tra i due ducatisti ufficiali mentre Pierfrancesco Chili perde ancora terreno: la scivolata occorsagli al settimo giro, mentre era terzo, lo ha fatto sprofondare a -44 punti da Toseland. "Ma anche nella prossima gara di Silverstone sarò qui a dare fastidio alla Ducati ufficiale" dice il bolognese. "Ho frenato come nei giri precedenti ma l'anteriore mi è scappato improvvisamente: avevo cambiato gomma davanti perché in gara-1 avevo sofferto un'usura eccessiva, forse non si è adattata bene al mio assetto. In prova ero a posto ma oggi era molto più caldo e sono andato un po' in crisi d'aderenza."
L'uscita di Chili ha spianato la strada a Toseland che a metà gara è stato incalzato da Steve Martin, poi caduto violentemente: la sua 999RS è finita contro le protezioni ad alta velocità danneggiandosi seriamente, per l'australiano neppure un graffio. Il podio è stato completato dal 21enne britannico Leon Haslam, compagno di squadra di Haga.


La seconda manche ha registrato la grandissima gara di Gianluca Nannelli che, scattato in quarta fila (sedicesimo al al primo giro) si è prodotto in una incredibile rimonta che nelle battute finali lo ha portato alle calcagna di Garry McCoy. "In alcuni punti ero più veloce di lui e avevo fatto un pensierino ad attaccarlo, poi ho realizzato che il quinto posto era troppo importante e non potevo finire il pomeriggio sdraiato nella sabbia" ha scherzato il toscano. "E' il mio miglior piazzamento in Superbike, ho disputato solo dieci gare ma mi sento molto in forma, il team Pedercini mi sta dando un grande aiuto. E dire che Oschersleben non mi piace affatto?" E' andato molto forte anche Mauro Sanchini (Kawasaki), sesto e a lungo ai ferri corti con Nannelli. "E' stato un bel duello, però McCoy e Nannelli andavano troppo forte perché potessi stare con loro". Caduta violenta per Troy Corser, scattato dalla pole. "La sua moto perdeva olio, dovevano segnalarlo dai box" ha testimoniato Sanchini. In una manche falcidiata dai ritiri sono andati a punti anche Clementi (Kawasaki), Bontempi (Suzuki) e Velini (Yamaha).
   

Noriyuki Haga sbanca la prima manche di Oschersleben e torna prepotentemente in lizza per il Mondiale Superbike. Il velocissimo giapponese è andato in testa fin dalla prima curva e tenendo un ritmo indiavolato ha spazzato via le speranze degli avversari. Comprese quelle di Pierfrancesco Chili che non è riuscito ad azzeccare il mix assetto-gomme più adeguato e ha dovuto mollare la presa intorno al quinto giro. Il bolognese ha subìto anche l'attacco di un consistente James Toseland: il britannico, quinto nelle battute iniziali, si è sbarazzato in fretta di Troy Corser scattato in pole con la Petronas gettandosi all'arrembaggio di Chili. Lo ha passato all'ottavo giro e poi ha difeso con le unghie il secondo posto nonostante che nel finale Pierfrancesco abbia rimesso fuori la testa.


Con il secondo posto Toseland è tornato in vetta al Mondiale detronizzando un Régis Laconi che ha superato lo scoglio della penalizzazione limitando al massimo i danni. La Race Direction gli aveva imposto un drive through perché durante le "libere" di sabato pomeriggio la Ducati era rimasta accesa dopo una caduta anziché disattivarsi entro un secondo. Il francese, terzo nelle prime battute, è rientrato al sesto passaggio attraversando la corsia box agli 85 km/h consentiti. E' rientrato in pista in 15° posizione ma si è fatto largo con facilità tra i piloti di secondo rango risalendo fino al sesto. Durante la rimonta Laconi ha perso appena 6 secondi da Haga e questo lascia supporre che il francese possa giocarsi la vittoria in gara-2 quando non avrà alcuna penalità da scontare.
Corser ha portato la Petronas al quinto posto confermando il pronostico che aveva fatto dopo la pole. "A vincere non ci penso neppure, al momento siamo al massimo da 4-5 posto". Previsione centrata in pieno. Laconi è stato precedeuto anche da Steve Martin con la Ducati Dfx. Alle spalle di Chili si è vista poca Italia: Mauro Sanchini è arrivato decimo con la Kawasaki precedendo il compagno di squadra Clementi e un arrabbiatissimo Gianluca Nannelli, tutt'altro che appagato dal dodicesimo.
   
La Honda allunga le mani sul Mondiale Supersport. Il primato della Yamaha è tramontato ad Oschersleben sotto i possenti colpi del team satellite ten Kate, che in Germania ha ricevuto dalla HRC parecchie novità per rendere ancora più competitiva la fantastica CBR-RR. Karl Muggerdige, autore di una pole stratosferica, è andato in testa fin dalla prima curva e non ha lasciato varchi agli avversari.
L'australiano è alla terza vittoria di fila: si è imposto sotto il diluvio a Misano, sul veloce a Monza e sulla pista più lenta del calendario, quella tedesca. Come a dire che gli avversari non avranno scampo. Ad Oschersleben l'unico che ha provato ad infastidirlo è stato il compagno di squadra Broc Parkes che ha fatto capolino un paio di volte ma poi è tornato tranquillamente a cuccia: il connazionale era troppo forte e attaccarlo sarebbe stato troppo pericoloso. Parkes ha già fatto troppi guai in quest'inizio di stagione (scivolate a Valencia e Misano mentre era al comando) per cui ha preferito saggiamente non esagerare.


La Honda ha monopolizzato l'intero podio con il terzo posto del francese Sebastien Charpentier. La Yamaha è incappata in una giornata nera. Kevin Curtain, incollatosi alla ruota delle Honda, è volato senza conseguenze al decimo giro mentre Fabien Foret, rimontato fino alla quarta posizione dopo una partenza a rilento, si è dovuto fermare per un problema alla corona. La squalifica di Monza (mancato funzionamento del cut off) aveva dato una bella spallata alle sue speranze iridate, adesso è davvero finita. Il compagno di squadra Jurgen Van de Goorbergh, ex leader del Mondiale, ha sbagliato assetto: da metà gara in poi il pneumatico anteriore (identico a quello di Foret e Chambon, finito quarto) lo ha mollato costringendolo a finire a rilento, settimo e staccatissimo da Muggeridge che adesso ha 5 punti di margine sull'olandese.


E gli italiani? Alessio Corradi, nonostante disponga dello stesso pacchetto di Muggeridge, è arrivato nono a oltre 30" precedendo l'incolore Ducati di Lorenzo Lanzi, poco a suo agio sui tracciati guidati. Incoraggiante il tredicesimo posto dell'esordiente Denis Sacchetti. Caduti senza conseguenze Bussei, Cruciani e Iannuzzo.

Tutte le Honda ufficiali sono state escluse dall'ordine d'arrivo del round tedesco del Mondiale Supersport. La Race Direction, su segnalazione del commissario tecnico Fabio Fazi, ha squalificato Karl Muggeridge (primo in gara), Broc Parkes (secondo), Sebastien Charpentier (terzo), Max Neukirchner (quinto), Alessio Corradi (nono) e Denis Sacchetti (tredicesimo). Si tratta dei sei piloti gestiti dalle strutture satellite della Honda Europa: l'olandese ten Kate (Muggeridge-Parkes), l'austriaca Klaffi (Neukirchner e Charpentier) e l'italiana Megabike (Corradi-Sacchetti). Motivo della decisione l'asse della ruota posteriore trovato di peso inferiore a quello dichiarato dalla Honda: nella fiche di omologazione è specificato 600g mentre quello delle sei moto squalificate pesava 560g.
I responsabili tecnici delle squadre Honda hanno fatto vedere ai giudici assi ruota di ricambio ancora imballati per dimostrare la loro buona fede, ma anche questi pesavano 560g. Un tecnico del team Klaffi ha portato in verifica addirittura un asse smontato dalla CBR-RR di uno spettatore, e anche questo pesava 560g. "Inoltre la CBR-RR supera il peso limite di 6kg, quindi non abbiamo certo bisogno di rubare 40g" hanno detto. Ma Fazi è stato inflessibile. In virtù della decisione il successo viene assegnato a tavolino a Chambon (Suzuki) con Fujiwara (Suzuki) secondo e Van de Goorbergh (Yamaha) terzo: l'olandese aveva perso il primato nel Mondiale ed invece si ritrova con 27 punti di vantaggio su Muggeridge. La Honda però ha fatto appello e non sono esclusi altri colpi di scena.


Nella quarta prova dell'Europeo Superstock under 24 terza vittoria di stagione per il talento lucano Gianluca Vizziello sempre più leader della classifica. Il pilota della Yamaha Italia ha battuto allo sprint il belga Didier Vankeymeulen. Il podio è stato completato dal turco Kenan Sofuoglu. La gara è stata animata da una spettacolare battaglia che ha coinvolto otto piloti. All'ultimo giro Vizziello ha preso un leggerissimo margine di vantaggio evitando il possibile attacco di Vankeymeulen. Il dominio tecnico Yamaha è stato completato dal quarto posto dello spagnolo Bernat Martinez. La generosa prova di Riccardo Chiarello ha fruttato il quinto posto alla Suzuki GSX-R. Perde terreno Lorenzo Alfonsi, settimo: il compagno di squadra di Vizziello è ancora secondo in campionato ma adesso ha 21 punti di ritardo.


James Toseland in lotta con Pierfrancesco Chili

Delusione per i fans tedeschi di Chili: in gara-2 è caduto al settimo giro

Muggeridge e Parkes ai ferri corti

Chambon e Fujiwara, una doppietta a tavolino per la Suzuki GSX-R 600. Ma la Honda non è d'accordo...

Norijuki Haga: seconda vittoria mondiale nel 2004!

Nannelli e McCoy a fine gara. Il toscano è la rivelazione del 2004

Chambon, Fujiwara e Kellner

Muggeridge, Parkes e Charpentier sul podio di Oschersleben. Un'affermazione massiccia della Honda CBR600RR

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