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Mondiale SS: la Honda punta al tris

il 26/02/2004 in Sbk

Anche senza Vermeulen, le CBR600RR Ten Kate saranno le moto da battere nel 2004. E anche quella di Charpentier non scherza. Ma Yamaha e Suzuki non staranno a guardare, e nemmeno la Ducati, cui certamente non manca la capacità di far diventare vincente la

Mondiale SS: la Honda punta al tris
Da sinistra: Jurgen Vd Goorbergh e Fabien Foret, i due assi della Yamaha Italia

di Luigi Rivola, foto Alex Photo


Nel 2004 la Ducati rientra nel Mondiale Supersport con una 749R ufficiale guidata da Lorenzo Lanzi

Domenica 29 febbraio, a Valencia, prima puntata anche per il Mondiale Supersport, il campionato per le derivate di serie di cilindrata compresa fra 600 e 750 cc a seconda se il motore è a quattro oppure a due cilindri.
Negli ultimi anni il Mondiale è stata una faccenda in famiglia fra motori giapponesi a quattro cilindri, stante il disimpegno della Ducati che nel 1997, con la 748 guidata da Paolo Casoli, aveva vinto un titolo, ma il 2004 vede fra i principali motivi di interesse di questa categoria il ritorno della Casa bolognese, che con Lorenzo Lanzi (ma ci sarà anche Giovanni Bussei, e qualche volta Vittoriano Guareschi) punta, con la nuova 749R, al dominio assoluto sulle derivate di serie.


Altra cosa comunque le Supersport rispetto alle Superbike: la Ducati ormai sa bene, dopo i test invernali, che la strada che la 749R deve percorrere per diventare competitiva e magari vincente è ancora lunga; il pronostico non è dalla sua parte, visto che alla bicilindrica desmodromica manca almeno 1” al giro per cominciare a puntare alle posizioni di prestigio.


Il fatto è che le quattro cilindri, spinte dalla tremenda concorrenza che si fanno sul mercato internazionale, guadagnano cavalli e secondi in pista anno dopo anno. Nel 2003 i tempi sul giro in ogni circuito sono scesi mediamente di più di 1” rispetto al 2002 (e già quell’anno avevano fatto progressi notevoli) e i winter test appena conclusi a Valencia ci hanno mostrato come – trascinate dalla Honda CBR600RR – le Supersport siano in grado nel 2004 di grattare almeno un altro secondo. Un progresso davvero impressionante che fa sì che già adesso le più veloci Supersport abbiano lo stesso passo in prova, e soprattutto in gara, di Superbike di buon livello.

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Le leggi della pura razionalità ci indicano subito due nomi: Karl Muggeridge e Broc Parkes, in sella alla moto che da due anni è al vertice del campionato Supersport, la Honda CBR600RR gestita dal team olandese Ten Kate.
Sembrava che la Yamaha R6 avesse riguadagnato in pieno la persa competitività, ma gli ultimi test hanno tolto ogni illusione: la Honda ha nella manica un margine che la Yamaha ancora non ha, e questo renderà la vita difficile ai tre piloti che con la R6 contavano di dire la loro nella stagione entrante. Questi tre piloti sono Jurgen Vd Gooerbergh, l’olandese ex-MotoGP in forza al Team Yamaha Italia, che è stato protagonista dei test invernali finché una brutta caduta non lo ha costretto a farsi da parte (ma sarà certamente al via del GP di Valencia), il suo compagno di squadra ed ex campione del mondo con la Honda, il francese Fabien Foret, e l’australiano Kevin Curtain, il più veloce fra i piloti Yamaha nei winter test di quindici giorni fa.


Sul talento di questi tre campioni non c’è proprio nulla da discutere, e se la Yamaha riuscirà a trarre per loro qualche cosa in più dal già spremutissimo motore della R6, non si faranno certamente pregare per mettersi dietro i due australiani del Team Ten Kate.
Tra l’altro, fra Karl Muggeridge e Broc Parkes c’è già battaglia. “Mugge” sono anni che sogna il titolo: quinto nel 2000 e settimo nel 2001 con la Suzuki, nel 2002 era scivolato ad un deludente quattordicesimo posto finale, ma nel 2003 è arrivato secondo alle spalle del compagno di squadra Chris Vermeulen. Passato Vermeulen alla SBK, Muggeridge ha forse pensato che l’ostacolo più grosso fra lui e il titolo si fosse dissolto, ma si sbagliava: è arrivato Broc Parkes, un pilota – australiano pure lui – che lo scorso anno si era trovato a piedi per il fallimento del suo team e che Ten Kate aveva chiamato a Magny Cours, ultima prova del Mondiale 2003, facendogli trovare una CBR600RR. Parkes è stato assunto in squadra per il 2004, è giovane, velocissimo e altrettanto determinato; Muggeridge ha già capito chi sarà il suo più duro avversario quest’anno, e che per batterlo forse sarà costretto a mettersi d’accordo col cuoco della sua hospitality...


Ma c’è un’altra CBR600RR che fa paura: quella del francese Sebastien Charpentier, che lo scorso anno ha condotto un campionato in costante progresso di risultati e di aggressività, e che nei winter test 2004 ha dimostrato di saper girare come i due leader del team Ten Kate. Charpentier occupa ormai un posto fisso fra i protagonisti del Mondiale SS, ed è uno che, man mano che acquista fiducia nei propri mezzi, sgomita sempre più alla ricerca di posizioni di vertice.
Fra i pretendenti al titolo 2004 non possiamo infine trascurare i due veterani della Suzuki del Team Alstare: Stephane Chambon, un osso duro sempre e in tutte le gare per tutti, esperto e combattivo come pochi, e Katsuaki Fujiwara, più incostante di Chambon, ma capace di grandi risultati quando è in palla. La Suzuki nei pronostici dela vigilia si piazza al secondo posto, al pari della Yamaha. Basta un pelo, e la Honda è presa, ma quel pelo sembra esser duro da trovare.


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Nella Supersport sono diversi i piloti italiani in grado di mettersi in mostra e di lottare ad armi pari coi più forti colleghi stranieri. Il più alto in grado, unico pilota ufficiale, è il romagnolo Lorenzo Lanzi, che ha il difficile compito di far crescere in fretta la Ducati 749R. Lanzi alla guida delle bicilindriche bolognesi ha dato il meglio di sé lo scorso anno vincendo in Italia e all’estero in sella alla 999S Superstock e perdendo il titolo europeo solo per un soffio: una banalissima caduta alla penultima curva dell’ultimo giro a Imola: unico errore, ma fatale, di tutta una splendida stagione.


Una seconda Ducati 749R sarà in gara con Giovanni Bussei, ritornato in Italia dopo la parentesi dello scorso anno nel campionato AMA-SBK. La moto di Bussei, che nei test invernali ha girato sempre nei tempi della 749R ufficiale di Lanzi, e più forte di quella guidata dal “collaudatore” Guareschi, è curata dal Team SL di Serafino Foti.
Un veterano velocissimo, detentore tra l’altro del record ufficiale sul giro a Valencia, ottenuto nel 2002, è Alessio Corradi, che nel 2004 correrà ancora per i colori del Team Italia assieme all’esordiente Denis Sacchetti. La grande differenza è che il Team Italia ha rinunciato alle Yamaha R6 in favore delle Honda CBR600RR, e ciò comporterà per Corradi un po’ di adattamento, ma anche una moto che, almeno sulla carta, dovrebbe essere ancor più competitiva di quella che guidava l’anno scorso.


Una carta importante la gioca il Team Lorenzini by Leoni, che fa esordire nel Mondiale Matteo Baiocco, campione europeo Supersport 2003 con la Yamaha R6, la stessa moto con cui parteciperà al Mondiale e che ha già guidato con risultati eccellenti nei test invernali.
Vittorio Iannuzzo e Walter Tortoroglio saranno in gara con le Suzuki GSX-R 600, ma mentre Iannuzzo, scontando l’abbandono della SBK da parte della Suzuki, avrà a disposizione una moto praticamente ufficiale gestita dal Team Alstare con l’appoggio della Suzuki-Italia, Tortoroglio ne avrà una privata preparata e curata dal Team Celani.


L’unica Kawasaki che compare nell’elenco ufficiale degli iscritti al Mondiale SS 2004 è la ZX-6RR del Team Bertocchi, affidata a Stefano Cruciani. Difficile dire, alla vigilia, se questa “solitudine” potrà rivelarsi positiva o negativa per il nostro pilota: la Kawasaki, proiettata sulla MotoGP coi risultati che si vedono, ha praticamente tagliato tutti i costi e tutto lo sviluppo delle derivate di serie, sia nel Mondiale, sia in America (anche se per il campionato AMA sembra che ci sia qualche ripensamento); senza sviluppo, tenere il passo delle sviluppatissime concorrenti sarà molto difficile anche per una squadra esperta e competente come quella di Sergio Bertocchi, ma quando le altre vincono e guadagnano fama e mercato, a volte i top manager hanno dei ripensamenti... A meno che il mago della Dorna non li abbia ipnotizzati definitivamente.

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