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Sbk
SBK 2003: primo riassunto
il 12/03/2003 in Sbk
Superiorità assoluta delle Ducati, ma con un occhio furtivamente girato verso l'arrembante Petronas, che all'esordio già preoccupa. La Suzuki 1000 è zeppa di cavalli, ma non va
di Luigi Rivola
Quattro Ducati si giocano la corsa di Valencia in famiglia. Per movimentare il campionato 2003 bisogna tifare per Xaus e sperare nell'orgoglio di Walker
Il Mondiale Superbike 2003 è partito. Come volevasi dimostrare, le Ducati hanno spadroneggiato come hanno voluto e con tutti i modelli disponibili: da quelle ufficiali di quest'anno, a quelle ufficiali dello scorso anno, alle privatissime "Racing".
Conosco qualche manico, di quelli sopraffini, che potrebbe correre oggi con una 916 Biposto e fare anche bella figura...
Naturalmente non è colpa della Ducati, che anzi a suo tempo - per un'intelligente intuizione dell'allora Direttore Generale ing. Bordi - fu tanto lungimirante da proporre l'annullamento del gap di cilindrata a sfavore delle moto con più di due cilindri, e che sfortunatamente non fu ascoltata subito dalle Case giapponesi.
Adesso, a parte la Suzuki, le marche nipponiche si sono ritirate per concentrarsi sulla MotoGP col bel risultato che si prospetta: investire cifre folli per rischiare la terza fila dello schieramento di partenza. Dal punto di vista spettacolare, vedere al via 7-8 Case per un totale di almeno 15 moto autenticamente ufficiali in pista sarà incredibilmente coinvolgente, ma per alcuni dei protagonisti - e i nomi (anzi le marche) già si prospettano - sarà un vero e proprio bagno di sangue. E qualcuno sembra che già abbia cominciato a fare i conti di quanto verrà a costare questo giochetto.
Ma tornando alle Superbike, e al campionato 2003, vale la pena di soffermarsi sui due punti emersi al termine della corsa di Valencia: a parte la constatata superiorità della Ducati, la rivelazione del GP è stata la Foggy Petronas, che in prova, all'esordio, ha viaggiato vicinissima ai tempi delle Ducati ufficiali 03 e in corsa ha messo in mostra problemi di affidabilità più che comprensibili per una moto con pochissimi chilometri sulle spalle. Probabilmente qualcuno della Ducati era appostato in qualche curva con una pistola strana puntata su una moto verde, e adesso, a Borgo Panigale, staranno analizzando con attenzione i dati prelevati da quello strumento diabolico che se ne strafrega della legge sulla privacy...
L'altro punto di rilievo emerso dal GP di Valencia è che la Suzuki, nonostante una motore 1000 da 200 e passa cavalli, ha preso paga anche da alcune Ducati private. Il segnale è dei peggiori in prospettiva: significa che questa storia delle strozzature all'aspirazione imposte alle 4 cilindri non funziona a dovere e minaccia di riproporre la diatriba delle cilindrate compensate in funzione del numero dei cilindri. La Superbike deve avere il coraggio di disfarsi di questi equilibrismi tecnici sempre contestabili e di mettere sullo stesso piano le derivate di serie lasciando loro il compito di volgere a proprio vantaggio le prerogative che possiedono. Poi si vedrà.
Naturalmente non è colpa della Ducati, che anzi a suo tempo - per un'intelligente intuizione dell'allora Direttore Generale ing. Bordi - fu tanto lungimirante da proporre l'annullamento del gap di cilindrata a sfavore delle moto con più di due cilindri, e che sfortunatamente non fu ascoltata subito dalle Case giapponesi.
Adesso, a parte la Suzuki, le marche nipponiche si sono ritirate per concentrarsi sulla MotoGP col bel risultato che si prospetta: investire cifre folli per rischiare la terza fila dello schieramento di partenza. Dal punto di vista spettacolare, vedere al via 7-8 Case per un totale di almeno 15 moto autenticamente ufficiali in pista sarà incredibilmente coinvolgente, ma per alcuni dei protagonisti - e i nomi (anzi le marche) già si prospettano - sarà un vero e proprio bagno di sangue. E qualcuno sembra che già abbia cominciato a fare i conti di quanto verrà a costare questo giochetto.
Ma tornando alle Superbike, e al campionato 2003, vale la pena di soffermarsi sui due punti emersi al termine della corsa di Valencia: a parte la constatata superiorità della Ducati, la rivelazione del GP è stata la Foggy Petronas, che in prova, all'esordio, ha viaggiato vicinissima ai tempi delle Ducati ufficiali 03 e in corsa ha messo in mostra problemi di affidabilità più che comprensibili per una moto con pochissimi chilometri sulle spalle. Probabilmente qualcuno della Ducati era appostato in qualche curva con una pistola strana puntata su una moto verde, e adesso, a Borgo Panigale, staranno analizzando con attenzione i dati prelevati da quello strumento diabolico che se ne strafrega della legge sulla privacy...
L'altro punto di rilievo emerso dal GP di Valencia è che la Suzuki, nonostante una motore 1000 da 200 e passa cavalli, ha preso paga anche da alcune Ducati private. Il segnale è dei peggiori in prospettiva: significa che questa storia delle strozzature all'aspirazione imposte alle 4 cilindri non funziona a dovere e minaccia di riproporre la diatriba delle cilindrate compensate in funzione del numero dei cilindri. La Superbike deve avere il coraggio di disfarsi di questi equilibrismi tecnici sempre contestabili e di mettere sullo stesso piano le derivate di serie lasciando loro il compito di volgere a proprio vantaggio le prerogative che possiedono. Poi si vedrà.
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