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Marco Melandri: da baby prodigio a veterano

foto motogp.com, archivio Dueruote© Fabio Fagnani il 17/06/2019 in Piloti
Marco Melandri: da baby prodigio a veterano
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Dai primi anni della 125, alla consacrazione nella 250, ai successi in MotoGP, agli anni in SBK. Ripercorriamo la (lunga) carriera del pilota ravennate oggi in SBK con la Yamaha R1 del team GRT

Marco Melandri, detto Macho, è nato a Ravenna il 7 agosto 1982. La sua carriera sportiva inizia sulle due ruote con le gare di BMX quando aveva appena 5 anni, riuscendo a prendere parte anche alle prove di Coppa del Mondo.

Tre anni dopo, però, decide di passare alle minimoto. Il suo talento e la sua velocità emergono subito: nel 1992 e nel 1994 Marco è campione italiano delle minimoto, mentre nel 1993 chiude al secondo posto.

L'esordio

La carriera di Marco Melandri comincia alla grande, anche grazie a Loris Reggiani, ex pilota, che scopre il suo talento da giovanissimo e inizia a gestire gli interessi sportivi del ravennate come manager.

Nel 1996 Marco Melandri prende parte alla Coppa Honda, un trofeo monomarca dell’azienda giapponese che riesce a vincere. Nel 1997, a soli 15 anni, si laurea campione italiano della 125, diventando il più giovane pilota di sempre a vincere questo campionato a riuscire in questa impresa. Nello stesso anno diventa collaudatore Honda per il mondiale della classe 125 e la chiamata per sostituire Mirko Giansanti (fermo per infortunio) gli permette di esordire durante il Gran Premio della Repubblica Ceca, il 31 agosto, chiudendo la gara con un dignitoso 17º posto.

Marco Melandri: da baby prodigio a veterano

Gli anni della 125

Nel 1998 diventa pilota ufficiale Honda e nella stagione del debutto conquista due vittorie, ad Assen e a Brno, e riesce a ottenere altri cinque secondi posti e un terzo posto che gli valgono la conquista della terza piazza nella classifica finale della classe 125 con 202 punti; davanti a lui solo Tomomi Manako e, il vincitore del titolo, Kazuto Sakata.

Nel 1999 Marco rimane in 125 ma l’inizio di stagione non è affatto promettente: zero punti conquistati nelle prime tre uscite della stagione (tra infortuni e ritiri). Dopo questi risultati il campionato è davvero in salita, ma Marco riesce a vincere cinque Gran Premi (Germania, Repubblica Ceca, Imola, Australia e Argentina), ottiene due secondi posti e altri due terzi posti. Risultati che valgono a Melandri 226 punti. Per un solo punto di distacco Melandri però perde il mondiale che va allo spagnolo Emilio Alzamora

La stagione di Melandri e di Alzamora è davvero strana perché lo spagnolo vince il campionato senza mai vincere una gara, gli è bastato chiudere in cinque gran premi al secondo posto e in altre cinque al terzo. La costanza dell’iberico ha pagato.

Marco Melandri: da baby prodigio a veterano

250, la classe del Mondiale

Nel 2000 Marco preferisce tentare l’avventura in 250 piuttosto che battagliare nuovamente per il titolo nell’ottavo di litro. Sale di classe con l'Aprilia, moto che lo scorso anno aveva vinto il Mondiale con Valentino Rossi e l’anno prima con Loris Capirossi. In questa prima stagione il pilota di Ravenna conquista quattro terzi posti (Estoril, Valencia, Jacarepaguá e Motegi) e nonostante riesca con costanza a mantenersi in top five, anche per colpa di qualche ritiro di troppo nell’arco della stagione, chiude il campionato con 159 punti ed il quinto posto in classifica generale. In questa stagione, da debuttante, conquista il record di pilota più giovane a salire sul podio nella classe 250 durante il GP del Portogallo, all’età di 18 anni e 27 giorni.

Nel 2001 si avvicina ancora un po’ alla vetta e dal quinto posto passa al terzo con 194 punti totalizzati durante la stagione grazie alla prima vittoria ottenuta in 250, nel GP di Germania, e i 9 podi stagionali. Davanti a Melandri chiudono Daijiro Kato e Tetsuya Harada (suo compagno di squadra all'Aprilia).

Nel 2002 Marco riesce finalmente a conquistare il campionato del mondo 250

La stagione comincia tra alti e bassi con due ritiri (Giappone e Spagna) divisi dalla vittoria in Sudafrica. Dopo il secondo posto conquistato in Francia, Marco riesce a conquistare sei vittorie consecutive (Italia, Catalogna, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Germania, Repubblica Ceca). Un altro spagnolo, come Alzamora ai tempi delle 125, prova a mettersi tra lui e il titolo mondiale, ma con grande pazienza e caparbietà Marco conquista altri due secondi posti (Portogallo e Pacifico) e altre due vittorie (Australia, Valencia) facendolo salire a nove vittorie stagionali per un totale di 298 punti. All’età di 20 anni, in quel momento, è diventato il più giovane a trionfare nella classe 250, togliendo il record a Valentino Rossi (attualmente il record appartiene a Dani Pedrosa, 19 anni e 18 giorni). Dopo la conquista del titolo iridato Marco passa in MotoGP, firmando con il team Fortuna Yamaha in sella a una YZR-M1 ufficiale.

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2003, inizia l’avventura in MotoGP con la Yamaha

Il debutto nella massima serie non è dei migliori: tanti ritiri, tante cadute e pochi punti... Alla fine è 15º con 45 punti. Nel 2004, con l'arrivo di Valentino Rossi nel team ufficiale, Melandri viene trasferito nella squadra satellite, il team Fortuna Gauloises Tech 3 di Hervé Poncharal. Al suo secondo anno in MotoGP Marco migliora le sue prestazioni ma i suoi sette ritiri in stagione lo condannano a chiudere solo in 12º classifica con 75 punti, ottenuti grazie ai due terzi posti conquistati in Catalogna e in Olanda.

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Le soddisfazioni con la Honda

Dopo due anni difficili, nel 2005 passa alla RC211V del team Movistar Honda di Fausto Gresini. Melandri trova la sua dimensione in questo team, riuscendo a conquistare sette podi tra cui due vittorie nelle ultime due tappe del mondiale in Turchia e a Valencia. Marco riesce a lottare per tutta la stagione con i piloti più forti della MotoGP, riuscendo ad arrivare spesso davanti al suo compagno di squadra Sete Gibernau, portando la Honda sul secondo gradino più alto del podio. Macho chiude con 70 punti in più di Gibernau, totalizzando 220 punti.

Nel 2006 Melandri mantiene la sella Honda del team Gresini, affiancato da Toni Elías, ma non riesce a chiudere nuovamente al secondo posto. Melandri riesce a vincere in Turchia, in Francia e in Australia e grazie a un secondo posto e altri tre terzi piazzamenti chiude al quarto nel mondiale con 228 punti. Nel 2006 il mondiale lo vince, all’ultima gara, Nicky Hayden davanti a Rossi e Capirossi. Marco chiude a soli 24 punti dal leader. Nella stagione successiva, quella del passaggio alle moto da 800 cc, sempre sulla Honda del team Gresini. Melandri è artefice di una stagione poco illuminante, senza riuscire mai a ottenere una vittoria e riuscendo a conquistare solo tre podi: secondo sul tracciato bagnato in Francia e secondo in Malesia, mentre chiude al terzo posto a Laguna Seca.

Nella classifica finale del mondiale si è piazzato al quinto posto, perdendo una posizione rispetto all’anno precedente. In questi primi quattro anni in MotoGP, Marco ha sempre conquistato la classifica dei piloti che gareggiavano con un team satellite.

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Il passaggio in Ducati

Nel 2008 Melandri lascia la Honda per salire su una Ducati Desmosedici del team ufficiale Ducati Corse. Le attese erano alte per questo binomio tutto italiano, ma la stagione è deludente con il ravennate che ha chiuso la stagione al 17º posto con 51 punti.

Dopo la parentesi ducatista, Melandri firma con la Kawasaki, che però, a causa della crisi economica internazionale, il 30 dicembre 2008 si è ritirata ufficialmente dalla MotoGP.  Ma l’avventura in MotoGP non si conclude: le Kawasaki che erano pronte per il mondiale vengono affidate al team Hayate Racing. È un’avventura unica, una sfida d’altri tempi. Marco guida l’unica Kawasaki del lotto e riesce ad avere un buon inizio di stagione grazie a un sesto posto in Giappone, quinto in Qatar e un secondo posto in Francia, l’unico podio di tutta la stagione. Melandri riesce a portare la sua Kawasaki al decimo posto conquistando 108 punti.

Nel 2010 Marco torna in sella alla Honda del team Gresini Racing e avrà come compagno di squadra di Marco Simoncelli.

Durante l’annata conquista un quinto posto in Italia come miglior risultato, ma non sembra mai abbastanza veloce da poter lottare con i primi della classe. Termina la stagione al decimo posto con 103 punti, 22 punti in meno del compagno di squadra.

Marco Melandri: da baby prodigio a veterano

L’altro Mondiale: la sfida SBK 

Nel 2011 Melandri lascia il mondo dei prototipi e passa alle derivate di serie, come aveva fatto Max Biaggi qualche anno prima. Melandri farà parte del team ufficiale Yamaha YZF R1 nel mondiale Superbike. Durante il week-end d'esordio conquista un terzo posto in Gara 2 sul tracciato australiano di Phillip Island dietro a Biaggi. A Donington, in Gara1 ottiene la sua prima vittoria nel Mondiale Superbike, riuscendo a rimontare dalla decima posizione in cui si trovava dopo la terza curva. Riesce a rimontare anche in Gara2 chiudendo la gara al secondo posto. Dalla sua prima vittoria Marco riesce a conquistare altri dodici podi tra cui tre primi posti (Gara 1 in Spagna, gara 1 in Repubblica Ceca e Gara 2 in Portogallo). Durante la stagione la rivalità con Max Biaggi si accende con duelli incredibili a ogni gran premio, ma alla fine del campionato è Carlos Checa a gioire, chiudendo il mondiale con 505 punti. Dietro lo spagnolo, termina Marco Melandri con 395 punti, 92 punti di vantaggio sul pilota romano.

Melandri nel 2012 passa alla BMW e nel gran premio d’esordio a Phillip Island, conquista il 2º posto dopo esser scattato dalla tredicesima posizione guadagnata in qualifica, e ottiene subito il miglior risultato mai conquistato nel Campionato mondiale Superbike da BMW. Da Gara 1 in poi, però, le cose non si mettono benissimo per il pilota italiano che deve attendere la quinta tappa del mondiale, a Donington, per tornare sul podio e lo fa vincendo Gara 1. È la prima vittoria della casa tedesca tra le derivate di serie, ma nella manche successiva Melandri è costretto al ritiro dopo che la moto di Haslam travolge Marco. La tappa successiva si svolge negli Stati Uniti, al Miller Motorsports Park. Marco va fortissimo con la sua BMW e dopo un secondo posto ottenuto in Gara 1, riesce a conquistare la sua seconda vittoria in stagione nella seconda sessione dopo un duello spettacolare con Jonathan Rea, concluso con un sorpasso sull'inglese all'ultimo giro.

Dopo un gran premio poco positivo a Misano, riesce a riprendersi ad Aragon conquistando un secondo e un primo posto. Risultati molto positivi che portano il ravennate a ottenere la prima doppietta stagionale sul circuito ceco di Brno (prima doppietta anche per BMW). 

In Gara 1 l’effetto rimonta riesce a intervenire quando a un terzo della gara la pista, inizialmente umida, si asciuga e permette al pilota BMW di recuperare e sorpassare tutti gli avversari, mentre in Gara2 dopo un duello con Sykes, riesce a conquistare la vittoria grazie a un sorpasso decisivo all’ultimo giro. A Silverstone le cose non vanno per il meglio, solo un settimo e ottavo posto nel weekend ma a Mosca torna a comandare: secondo in Gara 1, vinta da Sykes, e vittoria nella seconda manche che vince la battaglia con l’inglese.

Melandri è davvero vicino alla conquista del titolo grazie ai 18,5 punti in più rispetto al pilota romano. Ma le corse sono le corse, verrebbe da dire e nella tappa tedesca Melandri scivola in entrambe le manche perdendo non solo la vetta della classifica ma anche tanto terreno rispetto agli avversari: Biaggi vince Gara 1, ma non riesce a ripetersi in gara 2 dove chiude solo 13° mentre Sykes riesce a conquistare buoni punti con un quarto e un quinto posto.

Le possibilità di Mondiale svaniscono per Marco quando a Portimão in Gara 1 entra in contatto con Biaggi, scivolando insieme alle speranze di conquistare il titolo. A Magny-Cours, nella tappa conclusiva della stagione, arriva secondo sul bagnato in Gara 1 e, anche se aritmeticamente avrebbe ancora chance per il titolo, la lotta è tra Biaggi e Sykes. A onor di cronaca, Melandri cade in Gara2 e conclude la propria stagione al terzo posto con 328,5 punti.

Nel 2013 Melandri continua con BMW, ma la casa tedesca ha ritirato il team interno e il reparto racing per la Superbike viene gestito dalla filiale italiana. La stagione del pilota romagnolo parte male con un incidente a Phillip Island ma in Gara 2 riesce a rifarsi e centrare il podio, dietro a Laverty e Guintoli, entrambi piloti Aprilia.

Dopo la tappa Australiana Melandri si opera alla spalla destra per eliminare alcuni problemi che gli causavano dolore durante la guida e chiude la tappa spagnola con un terzo e un quinto posto. Ad Assen però incappa nella sfortuna meccanica: si rompe la catena della sua BMW e nella seconda tornata chiude ottavo. Weekend da dimenticare per Marco che prova a recuperare a Monza. Il weekend italiano è super positivo grazie alla prima vittoria stagionale e a un secondo posto nelle due manche. In Gara1 fondamentale la battaglia vincente con Tom Sykes e Eugene Laverty con un sorpasso decisivo, compiuto sul nordirlandese, all'ultimo giro alla Parabolica. Trova la vittoria in altre due occasioni lungo la stagione: in Gara 1 a Portimão e Gara 1 a Mosca. Dalla tappa russa in poi Marco conquista solo cinque podi (due terzi posti e tre secondi posti). Conclude la stagione con 359 punti e il 4º posto assoluto nella classifica piloti.

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Il ritorno in MotoGP, la lunga pausa

Nel 2015 torna in MotoGP con l’Aprilia che rientra nel Motomondiale con una nuova moto, la RS-GP. Per Melandri è un anno da dimenticare, i risultati non arrivano e la sua stagione termina prima del previsto risolvendo il contratto con Aprilia. Inizia una lunga attesa prima di vederlo tornare a correre. Il 28 luglio 2016 annuncia il passaggio alla Ducati per l’anno successivo, che segna dopo due stagioni di distacco il rientro del ravennate nel mondiale delle derivate di serie.

Marco Melandri: da baby prodigio a veterano

L’italiano più vincente della SBK

Nel weekend di esordio riesce a conquistare un terzo posto in Gara 2. Marco riesce a conquistare altri dodici podi tra cui una vittoria durante la seconda manche del Gran Premio di Misano. La prima vittoria in sella alla Panigale vale oro ed equivale alla centesima vittoria per un pilota italiano nel Mondiale Superbike, venti delle quali ottenute proprio da Melandri. Chiude l’annata con la rossa di Borgo Panigale al quarto posto in classifica, con 327 punti all'attivo, primo degli italiani dopo tre piloti britannici.

Nel 2018 rimane in sella alla Ducati ma nonostante una grande doppietta ottenuta a Phillip Island non riesce più a ripetersi nell’arco di tutta la stagione. Chiude, grazie ai successivi otto podi conquistati, con 297 punti al quinto posto in classifica dietro al suo compagno di squadra Chaz Davies che ha chiuso secondo. Attualmente, nella stagione 2019 della Superbike, è in forza alla Yamaha del team satellite GRT che debutta nella categoria.

Il ritiro a fine 2019

Dopo un avvio di stagione positivo, il 2019 lo ha visto in difficoltà nelle successive gare. La Yamaha non si è rivelata la moto del riscatto così due  giorni dopo la gara di Donington Marco Melandri ha preso una decisione importante: a fine stagione chiuderà la sua carriera. Metterà un punto. Aveva bisogno di dirlo e così ha indetto una conferenza stampa al volo a Milano nei locali di Opinion Leader. Lì in un caldo pomeriggio d’estate il ravennate si è raccontato e ha parlato di come dopo la gara della Thailandia abbia iniziato a prendere corpo in lui questa scelta, che a Misano ha iniziato a prendere forma e si è poi concretizzata dopo le gare di Donington. Una scelta importante che oggi ha deciso di rendere pubblica per sentirsi più leggero. A 36 anni Melandri ha deciso di dare una svolta alla sua vita, in cui le moto resteranno sempre, ma ci sarà più spazio per la sua famiglia, per Manuela e per sua figlia Martina che fra pochi giorni compirà cinque anni e... per nuove sfide.

Marco Melandri
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Marco Melandri foto MotoGP.com
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