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Liberty Media cambia il volto del Motomondiale
È a Misano che Liberty Media ha iniziato a mettere in atto i primi cambiamenti nel Motomondiale: Moto2 e Moto3 spostate nelle retrovie, hospitality affacciate sui box e riflettorio tutti sulla categoria regina, la MotoGP. Si va verso lo stile Formula 1?
In questo weekend senza corse, possiamo ripercorrere i cambiamenti più visibili dal vivo - ma che magari non lo sono stati altrettanto in tv - apportati al GP di San Marino dalla nuova gestione Liberty Media.
Il Mondiale Velocità è in continua evoluzione: dalla 500 alla MotoGP, da Dorna a Liberty Media, regole e protagonisti sono cambiati più volte, e continueranno a farlo. L’arrivo di Liberty, però, sembra dover essere particolarmente ricco di conseguenze, alcune molto discusse.
Il percorso del tifoso dentro al paddock
Fra i primi interventi voluti dal colosso che già gestisce la Formula 1 c’è la nuova struttura del paddock, una città itinerante che muove circa 10mila persone a ogni GP. La si costruisce il lunedì prima della gara e si smonta la domenica notte: hospitality monumentali – come quella Red Bull composta da 13 tir trasformati in un edificio a più piani per eventi e dj set – e strutture più ordinarie, che però sono spesso teatro di feste straordinarie, come quelle che hanno alimentato la leggenda di Valentino Rossi come dj improvvisato.
Per chi arriva a Misano il percorso comincia con i box della MotoE, i primi che si incontrano – ma la categoria è ormai prossima all’addio. Poco più avanti, una scala porta direttamente verso la Quercia, curva iconica del tracciato. Qui il pit stop per i tifosi è quasi d’obbligo, un panino e una birra rimangono di rito prima di prendere posizione nel prato. Fin qui, tutto nella norma – o se preferite, secondo tradizione.
Moto2 e Moto3 nelle retrovie
Pochi passi ed ecco la prima rivoluzione, in tutta la sua evidenza: niente Moto2 e Moto3, che sono state spostate in un viale secondario; per loro nessun garage vero e proprio, soltanto dei gazebo accanto a sponsor e fornitori tecnici. Lungo la via principale c’è solo la MotoGP, la categoria regina, a cui ora viene riservata tutta la scena così come già avvenuto in Formula 1, dove il contorno è ridotto al minimo.
Accanto a Moto2 e Moto3, lungo il viale secondario, troviamo sponsor tecnici come Michelin, che vive l’ultima stagione come fornitore unico delle gomme prima del passaggio a Pirelli. Oppure Alpinestars, sempre pronta a riparare le tute dei piloti in tempi record.
E le hospitality? Ecco alcune curiosità
Un’altra novità riguarda le hospitality, che ora affacciano direttamente sui box, riducendo i tempi di spostamento a vantaggio di piloti e ingegneri ma consentendo anche nuove combinazioni per la comunicazione. Il paddock non è più solo un luogo di lavoro e di passione, ma un grande palcoscenico pensato per lo spettacolo. Dove si punta alla massima esposizione mediatica per la categoria maggiore e un format sempre più televisivo.
A completare la cittadina ci sono infatti strutture legate soprattutto alla comunicazione: a parte la direzione gara, ecco l’ufficio Dorna e, sopra i box, la sala stampa con vista pit lane. Più lo studio itinerante di Sky Sport, a Misano allestito in un motorhome ex Yamaha di cui è ancora visibile, in trasparenza, l’iconico logo coi tre diapason. Dettagli che non sfuggono all’appassionato e contribuiscono al fascino di questo mondo, così come le regole non scritte del paddock: ad esempio quella per cui nessuno può entrare in auto, eccetto Carmelo Ezpeleta e Valentino Rossi.
MotoGP più lontana delle origini?
Ma chissà se questa eccezione sopravvivrà a lungo, nel nuovo paddock firmato Liberty Media. Che punta a trasmettere più show, più immagine e più MotoGP, a discapito delle classi minori, e vuole parlare a un pubblico più ampio possibile, non necessariamente di appassionati. Un bene o un male per questo sport?
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