Motogp

Dentro il paddock: tra immaginazione e realtà

Alessia Fantoni
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Paddock al GP di San Marino
Paddock al GP di San Marino
Vista dalla Quercia
Marc Marquez
Marco Bezzecchi

Entrare per la prima volta nel paddock della MotoGP è un’emozione unica, ma nell’era di Liberty Media molto sta cambiando: la nuova gestione punta al modello F1, con più spettacolo e visibilità globale. Cosa resterà del paddock “famigliare” della MotoGP?

L’hai sempre immaginato, ma mai visto davvero. E quando da tifoso entri per la prima volta in un paddock della MotoGP, sei assalito dalle sensazioni, e dal confronto tra aspettative e realtà. In questo caso stiamo parlando del GP di San Marino, a Misano, dove mi sono trovata subito circondata da hospitality scintillanti, box, ingegneri e telecronisti storici, che commentano tra un’intervista e l’altra. L’emozione è tanta e quasi travolgente, non vuoi perderti nulla, ogni dettaglio ti sembra prezioso e ogni volto… familiare. Eccolo qui il paradosso dell’esperienza di vivere il paddock nel 2025, un luogo che hai già più meno frequentato attraverso i tanti media moderni: tutto ciò che vedi, ti sembra di averlo già visto.

Tutto già visto?

Se una volta entrare dietro le quinte significava scoprire dinamiche sconosciute, che potevi immaginarti solo attraverso il racconto dei giornalisti o foto rubate sulle riviste, oggi il paddock non è più un luogo così segreto. Certo le moto sono coperte, non puoi guardare le telemetrie sui computer degli ingegneri; ma le telecamere seguono i piloti ovunque, i social raccontano in tempo reale ogni aneddoto, fino a rendere visibile quasi ogni retroscena: dal pilota che scherza con il capotecnico al briefing tecnico, fino alla colazione veloce in hospitality. Così, per chi ama la MotoGP e ne segue ogni istante online, l’esperienza dal vivo resta certo emozionante, ma non sorprendente. I piloti appaiono umani, vicini, accessibili: questa è senza dubbio un’esperienza unica ma, allo stesso tempo, ti toglie un po’ di quello stupore di quando potevi scoprire dinamiche, quell’aura di mistero che rendeva il paddock un luogo quasi mitologico.

Liberty Media e la Formula 1

Il fan di oggi vive intensamente il weekend, ma raramente dice: “Questo non lo sapevo”. E torniamo qui al tema del rapporto tra la MotoGP e i suoi appassionati, legato oggi al rapporto tra la MotoGP e la Formula 1. L’arrivo di Liberty Media, entrata dal 2025 nel mondo della MotoGP, ha come obiettivo quello di replicare, il modello (peraltro di successo) della Formula 1. La filosofia dell’azienda americana è nota: aumentare la visibilità mediatica, aprire il campionato a nuovi pubblici, trasformando lo sport in un prodotto globale, capace di attrarre in ogni angolo del mondo spettatori, sponsor e investimenti.

Rivola: non si può copiare la Formula 1

Ma Massimo Rivola, CEO Aprilia che conosce bene i due mondi provenendo dalla Ferrari, avverte: “Liberty Media non potrà fare copia-incolla dalla F1”. Perché la MotoGP è profondamente diversa: qui il paddock ha ancora un carattere famigliare, meno esclusivo, i meccanici chiacchierano volentieri con i tifosi, i piloti si confondono tra gli addetti ai lavori e l’atmosfera è più da “panino e risata” che da red carpet. Liberty Media sarà quindi in grado di importare un modello più impostato e patinato, più attento ai VIP e agli influencer, ma deve stare attenta a non snaturare l’assenza del Motomondiale, finora rimasto “genuino” e a misura di appassionato: come dicevo, dal vero i piloti appaiono più umani che in video, non il contrario.

Più visibilità o più autenticità? 

Certo, l’aumento di visibilità porta benefici concreti, più mezzi per fare spettacolo. Ma il prezzo da pagare potrebbe essere alto: maggiore esclusività, biglietti più costosi, meno spazio per gli appassionati e più orientamento verso un pubblico “generalista”, con logiche diverse. La domanda allora viene spontanea: fino a che punto l’apertura mediatica può essere considerata un valore? È giusto che i fan sappiano tutto, o sarebbe meglio che qualche angolo restasse inesplorato, da vivere e scoprire solo dal vivo? Perché se l’ingresso nel paddock non riserva più molte sorprese, c’è il rischio che anche l’emozione diventi prevedibile. E in uno sport fondato sull’adrenalina e sull’imprevedibilità, questa è forse la vera sfida che attende la MotoGP nella nuova era di Liberty Media.
Dentro il paddock: tra immaginazione e realtà
Dentro il paddock: tra immaginazione e realtà
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