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Il segreto hi-tech di Ducati: come l'intelligenza artificiale ha rivoluzionato la MotoGP

Redazione
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Il segreto hi-tech di Ducati: come l'intelligenza artificiale ha rivoluzionato la MotoGP

Dietro il dominio delle Rosse di Borgo Panigale c'è molto più di cavalli e talento: sensori, chip e algoritmi predittivi stanno riscrivendo le regole delle corse. Ecco come la partnership con Lenovo ha trasformato ogni Ducati in un laboratorio su due ruote

Non è solo questione di cilindrata o di piloti fenomenali. Il dominio Ducati in MotoGP affonda le radici in una rivoluzione silenziosa ma devastante: quella dei dati. Quando una Panigale sfreccia oltre i 300 km/h, non sta solo correndo contro il tempo e gli avversari, ma sta dialogando in tempo reale con un ecosistema tecnologico che farebbe invidia a un laboratorio spaziale.

 

QUANDO I NUMERI DIVENTANO LUCI

Dimenticate cruscotti pieni di cifre e lettere. A quelle velocità, leggere sarebbe impossibile e pericoloso. Per questo Ducati ha sviluppato un linguaggio fatto di luci colorate che lampeggiano sulla strumentazione: un codice segreto che permette al pilota di capire "al volo" cosa sta succedendo alla sua moto. E ora si prepara il passo successivo: un casco con display integrato sulla visiera per proiettare i dati più cruciali direttamente nel campo visivo del pilota. L'indiscrezione è emersa durante il GP del Mugello e, seppur non confermata ufficialmente, rappresenta l'evoluzione naturale di una filosofia che ha già rivoluzionato il paddock. Dal 2018, rafforzata nel 2021, la partnership tra Ducati e Lenovo va ben oltre il classico accordo di sponsorizzazione. Come ammettono gli stessi ingegneri di Borgo Panigale, Lenovo è diventata "un pezzo del motore", un elemento fondamentale delle prestazioni in pista. I numeri parlano chiaro: ogni weekend di gara, le Ducati raccolgono oltre 100 gigabyte di dati, cento volte di più rispetto ai primi anni 2000. Dietro questa mole di informazioni ci sono circa 50 sensori fisici montati sulla moto, ma grazie a modelli matematici e intelligenza artificiale, il team può analizzare come se disponesse di oltre 1.200 sensori virtuali.  

PARADOSSO MOTOGP: VIETATO COMUNICARE

A differenza della Formula 1, in MotoGP è vietata la telemetria live. Niente radio, niente dialogo tra pilota e box durante la gara. Ma appena la moto rientra ai box, inizia la magia: i dati vengono scaricati e analizzati al volo, sia in pista che nella sede di Borgo Panigale, il tutto in pochi minuti cruciali. Qui entrano in gioco le workstation ultra-performanti e i server portatili Edge di Lenovo, progettati per resistere alle condizioni estreme del paddock riducendo i tempi di calcolo fino al 30%. Ma il vero salto di qualità lo fa l'intelligenza artificiale: quello che prima richiedeva quattro tentativi per trovare il setup perfetto, oggi Ducati lo ottiene in un solo giro.  

OGNI CURVA HA LA SUA RICETTA

La personalizzazione arriva a livelli impensabili: la moto viene regolata curva per curva. Grazie alla posizione stimata del mezzo sulla pista (senza GPS, vietato dal regolamento), è possibile modificare in tempo reale parametri come freno motore, controllo di trazione ed erogazione di potenza, adattandoli alle caratteristiche specifiche di ogni singolo punto del tracciato. L'analisi dell'usura degli pneumatici rappresenta forse l'applicazione più critica: sapere con precisione fino a che punto spingere senza perdere aderenza fa la differenza tra podio e caduta, tra gloria e delusione.  

INNOVAZIONI CHE ARRIVANO IN STRADA

Il bello di questa rivoluzione tecnologica è che non resta confinata nei circuiti. Il reparto corse Ducati funge da laboratorio per le moto di serie: controllo di trazione, gestione del freno motore, sistemi di assistenza che oggi troviamo sulle Panigale stradali derivano direttamente dallo sviluppo MotoGP. Alcuni sensori sofisticati utilizzati in gara vengono sfruttati anche nello sviluppo delle moto da strada, democratizzando tecnologie un tempo riservate ai soli professionisti  

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