Motogp
Marc Marquez domina al Mugello: è lui il re della Sprint

Al Mugello va in scena un'altra lezione firmata Marc Marquez: partenza difficile, rimonta furiosa e vittoria nella Sprint Race. Sul podio con lui il fratello Alex e un Pecco Bagnaia non del tutto soddisfatto
Non serve partire bene, se ti chiami Marc Marquez. Al Mugello lo spagnolo sbaglia il launch control, si ritrova settimo alla prima curva, ma non si scompone. Due giri e ha già messo in fila tutti, passando prima Bagnaia, poi suo fratello Alex, fino a prendersi il comando nel quinto dei 11 giri previsti. Da lì in poi, solo gas e controllo.
"Non so cosa sia successo in partenza, ma sono riuscito a sistemarlo e ho fatto anche meglio di quanto sperassi", ha spiegato il catalano, sempre più leader del Mondiale con 35 punti di vantaggio su Alex e ben 98 su Bagnaia. Al Mugello, terra Ducati per eccellenza, Marquez ha messo tutti in riga, anche tra i fischi di una parte del pubblico italiano: "Spero che si siano divertiti, abbiamo offerto un grande spettacolo", ha chiosato con un sorriso.
ALEX CI PROVA, PECCO SOFFRE
Chi può sorridere a metà è Alex Marquez. Il secondo posto dietro al fratello vale oro, soprattutto considerando il ritmo che ha tenuto nel primo stint di gara. "Ci ho provato fino alla fine – ha raccontato – ma ho avuto qualche problema con il posteriore. In curva forse ho esagerato".
Chi invece fatica a sorridere è Pecco Bagnaia. Il campione in carica, abituato a vincere al Mugello (cinque vittorie consecutive tra Sprint e GP), si accontenta di un terzo posto, frutto più della costanza che dell’esplosività. "Un po' deluso? Sì – ha ammesso – ma sto cercando di raccogliere più dati possibile per la gara lunga".
Il feeling con la Ducati c’è, ma qualcosa sembra mancare: fiducia? Grip? O forse solo la lucidità nei momenti caldi, quelli dove Marquez invece ci sguazza.
BATTAGLIE E CADUTE DIETRO AL PODIO
Appena fuori dal podio si piazza Maverick Viñales, sempre più solido sulla KTM Tech3. Dietro di lui tre italiani a completare il gruppo di testa: Di Giannantonio (5°), Bezzecchi (6°) e Morbidelli (7°). La miglior Ducati "non ufficiale" è quindi quella del team VR46 di Diggia, mentre Bezzecchi, con l’Aprilia, mostra segnali di crescita.
La gara si apre subito con un colpo di scena: contatto tra Binder e Zarco, entrambi out, a cui si aggiunge poco dopo Pedro Acosta. Il rookie spagnolo, protagonista fino a qui di una stagione sorprendente, paga una partenza troppo aggressiva.
Anche Fabio Quartararo, pur infortunato alla spalla, lotta fino a metà gara prima di cedere alla fatica e chiudere decimo.
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