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Pecco Bagnaia? Un italiano vero

Marco Gentili
di Marco Gentili il 12/09/2023 in Motogp
Pecco Bagnaia? Un italiano vero
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Il ducatista è l'uomo del momento, elogiato anche da Adriano Panatta per la sua dedizione e attaccamento allo sport, in confronto a Sinner che ha rinunciato alla Coppa Davis per "stanchezza"

Quattro anni di differenza: Pecco Bagnaia e Jannik Sinner sono grosso modo coetanei. Nonostante le differenti discipline che praticano (il primo lo sappiamo bene, il secondo è uno dei tennisti più forti al mondo) hanno molti punti in comune. Sono giovani. Sono già dei campioni. E proprio grazie a questo sono tra i volti più popolari dell'Italia nel mondo dello sport. Probabilmente i due non si conoscono di persona - magari lo hanno fatto nel corso di qualche evento promozionale, chissà - eppure mai come adesso sono i simboli di due modi diametralmente opposti di intendere lo sport. 

 

LA POLEMICA SU SINNER

Partiamo dal secondo, perchè è dal mondo del tennis che parte tutta questa polemica (per inciso, se si pensa che l'universo dei paddock sia un mondo litigioso, evidentemente non si conosce il nido di serpi che si nasconde dietro l'apparentemente paludato mondo di racchetta e pallina). Dopo l'uscita agli US Open per mano di Alexander Zverev, al termine di una gara estenuante, ha annunciato il forfait all'appuntamento di Coppa Davis, ufficialmente per recuperare da un periodo di intenso stress fisico. Ma, secondo alcuni, il no alla maglia azzurra sarebbe stato nascosto dietro a una scusa. La verità? Scarso interesse per la gara a squadre. Alcuni vecchi del tennis azzurro, come Adriano Panatta, ha accusato Sinner senza peli sulla lingua: "Ha dato forfait perché era stanco? Penso a Bagnaia che tre giorni dopo aver rischiato la vita era in moto". 

 

L'ESEMPIO DI BAGNAIA

Ed ecco che salta fuori Pecco, il convitato di pietra di questa polemica. La cui impresa è un capolavoro di tenacia e attaccamento. Al di là del terzo posto conquistato a Misano, Bagnaia ha stupito il mondo: pochi giorni dopo il terribile incidente di Barcellona da cui è uscito illeso per miracolo, è comunque sceso in pista, disputando una gara gagliarda soffrendo come un cane. Dedizione, abnegazione, passione da un lato. Scelta di comodo dall'altro. Insomma, se oggi Pecco è ritenuto un "arcitaliano" per ciò che ha dimostrato nei fatti e nelle azioni, Sinner è l'antitaliano per eccellenza.

C'è chi verrà a dire che il parallelismo non sta in piedi: nel motociclismo di velocità le gare a squadre per nazionali non ci sono, si corre solamente nella propria classe di appartenenza, e via discorrendo. E invece, grattando via le differenze superficiali e arrivando all'essenza della questione, ha ragione Panatta.

Bagnaia non ha ancora vinto il mondiale, ma aveva un margine di punti sufficiente a fargli saltare il GP a Misano e rimettersi a posto dopom essere stato travolto da Binder. Eppure, lottando col coltello tra i denti (e, immaginiamo, con una tonnellata di antidolorifici addosso), ha deciso di correre lo stesso. Da questa parte, un esempio per tutti. Dall'altra parte, è bastata un po'di "stanchezza" per saltare la Davis. 

 

Pecco Bagnaia? Un italiano vero
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