Rivali in pista, ex nemici, ma accomunati da due cose. La prima è che sono stati entrambi campioni del mondo della 500. La seconda è che sono stati gli ultimi due a vincere un Mondiale con la Suzuki, prima di Joan Mir nel 2020. Marco Lucchinelli e Franco Uncini sono un po'come il giorno e la notte: vulcanico e sagace l'uno, calmo e riflessivo l'altro. 

Le due leggende italiane del motociclismo sono state omaggiate da Suzuki con un'edizione speciale della GSX-R 1000 R (denominata Legend Edition) con la stessa livrea delle moto con cui hanno conquistato i Mondiali del 1981 e 1982. Durante la cerimonia di consegna, avvenuta nella sede di Suzuki Italia a Robassomero (TO), i due si sono lasciati andare a ricordi sulla loro esperienza agonistica, e ad alcuni paragoni col motociclismo odierno.

L'AMICO BARRY

Oltre alle Legend Edition dedicate ai due piloti italiani, Suzuki ha omaggiato tutti i suoi piloti iridati con sette GSX-R 1000 R le cui livree replicano quelle dei campioni. Tra di esse anche quella di Barry Sheene. Cui Uncini e Lucchinelli hanno dedicato un ricordo pieno di affetto: "Per noi era come un fratellone, un vero amico. Era già un pilota molto avanti con la testa rispetto a tutti noi, sia per l'attenzione alla sicurezza sia alla cura dell'immagine. Parlava bene quattro lingue, mentre tutti noi parlavamo solo italiano...". Se per Uncini "Sheene era un campione nella messa a punto del veicolo", Lucchinelli ha anche ricordato un aneddoto relativo a Imola 1981: "Fu Sheene a suggerirmi di cambiare la gomma anteriore prima della gara. Grazie a quell'accorgimento tecnico vinsi la gara, sorpassando proprio lui".

IERI E OGGI

I vecchi tempi della 500 2T sono stati al centro delle riflessioni dei due ex campioni del mondo. A partire dalla partenza delle moto che avveniva a spinta (almeno fino al 1987 quando, dopo le pressioni dei piloti, venne cambiata). "Come sostenevo ai tempi, non aveva senso la partenza a spinta. Le moto vanno guidate, non spezzate con le braccia", dice Uncini. La replica goliardica di Lucchinelli: "E' che tu col tuo fisico esile non eri in grado di spingerla, allora l'hai fatta cambiare quando eri rappresentante dei piloti!".

Entrambi hanno poi ricordato con piacere l'esperienza in Suzuki ("un ambiente familiare e sereno, determinante per la riuscita del pilota"), grazie soprattutto alla gestione del team da parte di Roberto Gallina. E messo in evidenza le differenze tra le gare di allora e quelle di oggi, a cominicare dallo stile di guida: "Sfido io chiunque tra i piloti di oggi a essere al nostro posto. Allora sulle moto non c'era elettronica. E guai a piegare troppo: le tute che avevamo noi erano sottilissime, si consumavano molto rapidamente, gomiti e ginocchia a terra erano impossibili da mettere", ha detto Lucchinelli.

LA SFIDA CHE SI RINNOVA

Ai tempi, tra Lucchinelli e Uncini non correva buon sangue "Ma poi siamo diventati amici", ha detto il primo. Che ricorda un incontro tra i due a Vallelunga: "Franco (Uncini; ndr) mi è stato subito sulle scatole perché, quando mi presentai a Vallenunga per una gara, arriva stanco morto con una moto presa a prestito e un furgone elemosinato a un amico. Lui invece era lì, bello, nella sua tuta bianca immacolata, sembrava un principino..." e ride.

Ma adesso, che cosa se ne faranno le due Legend delle moto a loro dedicate? Lucchinelli la butta là e sfida Uncini: "Caro Franco, portala ad Adria dove ho la mia scuola e ci facciamo un giretto insieme". Ma Uncini non abbocca: "Però tu sei più allenato di me oggi, non è mica che ci mettiamo a gareggiare...".

Vedi qui il video completo della cerimonia di consegna