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Jack Miller: "Ora so come si guida una MotoGP"

di Stefano Borzacchiello il 23/09/2015 in Motogp

Il salto dalla Moto3 alla MotoGP. La sua stagione sulla Honda RC213-V RS Open. Il rapporto con Cal Crutchlow. Jack Miller si racconta

Jack Miller: "Ora so come si guida una MotoGP"
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Jack Miller, 20 anni, è un pilota che ha fatto una scelta coraggiosa, passando dalla Moto3 dove era protagonista (lo scorso anno si è giocato il titolo con Alex Marquez fino alla fine) alla MotoGP. Sulla Honda Open del team di Lucio Cecchinello, Miller ha mosso i suoi primi passi nella top class senza alcun timore.
Le aspettative su di lui all’inizio del campionato erano alte, ma il livello stellare della categoria e le potenzialità della sua moto, che anche nelle mani di piloti ben più esperti di lui come Nicky Hayden e Eugene Laverty non ha fatto scintille, non gli hanno permesso di ottenere finora grandi risultati, spostando via via i riflettori dalla sua impresa. Che però tale resta.

E seppure oggi da parte di Jack non ci sia ancora stato l’acuto - a parte l’exploit di Silverstone, dove stava viaggiando a ridosso dei primi prima di cadere coinvolgendo l’incolpevole compagno Cal Crutchlow - la sua prima stagione in MotoGP è stata in crescendo, come conferma il suo team manager Lucio Cecchinello. Ma oggi è lo stesso Jack a commentare i suoi primi mesi. 

“Per me fino ad ora è stato un anno fantastico: anche se ci sono stati dei momenti difficili ho imparato un sacco, e adesso so come si guida una MotoGP. Ho scelto di fare un passo alla volta senza voler bruciare le tappe e così una settimana dopo l'altra sono stato sempre più veloce. Mi esalta guidare questa moto, confrontarmi con le moto e i piloti migliori del mondo. Insomma, in MotoGP mi diverto un mondo! Se guardo i risultati però non sono soddisfatto al 100%, perché il mio obiettivo è di avere sempre i tempi migliori tra le Open”.

 

Qual è la cosa che ti ha impressionato di più salendo sulla Honda RC213V-RS Open?
“Mettere sullo stesso piano una MotoGP anche Open, e una Moto3, è impensabile. Queste moto sono agli antipodi e lo stile di guida per guidarle è completamente diverso. Girano sulla stessa pista, ecco l’unica cosa che hanno in comune (ride), ma sono due pianeti diversi. Però posso dirti che la cosa che mi ha impressionato della MotoGP è stata la potenza”.

Chi è il pilota che ti ha maggiormente colpito in MotoGP?
“Valentino Rossi. È incredibile... e quello che sta facendo alla sua età con la sua Yamaha è pazzesco. Per lui sembra che tutto sia possibile, e vedere quello che lui è capace di fare ti fa pensare che le speranze non vanno mai perse”.

Pensi che una stagione in Moto2 ti avrebbe aiutato a fare meno fatica quest’anno?
“Certamente! La Moto2 sarebbe stata più semplice, ma non ho alcun rimpianto per la scelta fatta. Oggi sono felicissimo e soddisfatto delle decisioni che ho preso. E sono stato fortunato a trovare il team di Lucio Cecchinello: con i meccanici e tutto lo staff ci capiamo al volo e ora stiamo andando veramente forte!”.

Con Cal Crutchlow come ti sei trovato?
“Cal è unico! A volte è un po' matto (ride) ma insieme ci troviamo bene. Andiamo d'accordo e siamo amici… Anche dopo Silverstone. Lui ha capito che è stato un incidente di gara quindi è tutto ok. Viviamo nel futuro e non nel passato delle gare”.

Qual era il tuo obiettivo da qui alla fine della stagione?
“Il mio obiettivo e il mio sogno è diventare campione della Open. Non sarà facile, lo so, ma sono ancora convinto che sia possibile”.

Guardando avanti… Ti attira una sfida in SBK?
“Sì, mi piace molto la SBK e mi attira l'idea di guidare moto della "vecchia scuola"... Però per adesso il mio obiettivo è correre in MotoGP il più a lungo possibile”.

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