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MotoGP, Austin: Marquez pole e nuovo record

di Matt Cape il 12/04/2014 in Motogp

Nella qualifica texana il 93 non ha rivali. Pedrosa gli si affianca, ma suda freddo per non farsi fregare da Bradl, 3°. Alle loro spalle Aleix Espargaro, la miglior Yamaha in pista...

MotoGP, Austin: Marquez pole e nuovo record
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Di cosa stiamo parlando: di un alieno? Di un fenomeno? Di un super-eroe? Perché definire la superiorità di Marc Marquez ad Austin in effetti non è facile. Quel 2:02.773 fa paura sotto molteplici aspetti. Primo dei quali per come è arrivato: limando millesimi, giro dopo giro, al limite dello scadere del tempo. Instancabile, imprendibile, affamato di velocità come è raro vedere. Dopo che sia nella FP4, sia nella Q2, lo spagnolo aveva fatto vedere una guida davvero al limite. Ricca di sbavature e correzioni, con frenate oltre la fisica e l'anteriore pronto a chiudersi. Protestante e determinato nel voler scaraventare il pilota a terra. Niente di tutto questo. Nervi saldi e controllo totale del mezzo. Quindi, come un sarto che prende le misure, Marquez si è cucito addosso il giro perfetto, tenendo in strada la sua Honda giocando con l'acceleratore. Spalancato sempre. Anche a costo di galleggiare con l'anteriore, chiudendo le linee strette ed estreme sul cordolo, e usando tutta la sua fisicità per controllare la dinamica dell'assetto della RC213V.
Per questo i 3 decimi scarsi presi poi da Pedrosa, 2°, sono altrettanto un capolavoro. Segno che Dani non ha assolutamente voglia di rendere la vita facile al giovane collega. Guida più pulita, ma altrettanto spigolosa per il 26, che ha pure guardato virtualmente negli specchietti. Consapevole che anche Bradl sta diventando un cliente sempre più scomodo. Uno da dover tenere immediatamente a misura. Il tedesco infatti è 3°, ma si ferma a 4 decimi dalla vetta. Ovvero solo 44 millesimi meglio di Aleix Espargaro che con la Yamaha Open si prende invece la quarta piazza.

Una situazione che manda il sangue al cervello di Lorenzo, che resta dietro, 5° per soli 3 millesimi. Mentre Rossi è 6° per 1 millesimo dal compagno di box. Roba da far imbestialire i piloti o buona per farsi una risata tra ironia e incredulità. Di fatto, la dimostrazione di un livello altissimo, che apre però scenari inquietanti. Perché se le M1 ufficiali, le Factory, pagano pegno rispetto alla Open già in qualifica, in gara, con una notevole differenza di carburante, cosa potrà accadere?

Intanto alle spalle del 46 c'è un vuoto di mezzo secondo buono. Lancette che indicano +1.007 per l'arrivo di Crutchlow, 7° e miglior ducatista in pista. Risultato ottimo per l'inglese, che adesso fa capire a tutti di iniziare a guidare come gli si conviene. Infatti il Bulldog col 35 si butta a terra prima della fine del turno; un suo classico. Ma Cal è fatto così e la scivolata in qualifica è parte del repertorio, da cui ora, però, potrebbe uscire anche una gara grintosa.
In scia ci sono poi Smith e un super Iannone, che con questa Ducati in configurazione 2014 è tornato a scatenarsi. Tanto da relegare Dovizioso al 10° posto, per soli 4 millesimi. Distacchi minimi per tutti gli inseguitori. Dunque anche per Espargaro Pol e Bautista, che a differenza del Qatar remano per non perdere un treno che viaggia ad un livello di eccellenza raro. Come ben ha capito pure Redding, primo degli esclusi in Q1, ma in crescita costante.

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