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MotoGP: Marquez ninja, Lorenzo samurai

di Matt Cape il 22/10/2013 in Motogp

In Giappone, i ragazzi della Honda dovranno rimediare alla figuraccia di Phillip Island, ma in Yamaha faranno di tutto per metterli sotto pressione. Intanto Rossi avvisa "moriremo tutti", perché c'è una tempesta in arrivo e a Fukushima...

MotoGP: Marquez ninja, Lorenzo samurai
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Motegi, pista dalle grandi frenate, di 4.8 chilometri, da percorrere 24 volte. Gomme permettendo... Se lo augurano un po' tutti, dopo il tormentato GP d'Australia che di fatto ha "leggermente" condizionato l'andamento di questa stagione. In termini di classifica sicuramente, ma non per quanto riguarda le prestazioni assolute. Perché la Honda resta la moto da battere, perché Marquez resta in testa al mondiale con 18 punti di vantaggio su Lorenzo. Abbastanza per lasciare da parte le accuse al capo meccanico HRC, Santi Hernandez, reo di aver contato male i giri per il cambio moto di Phillip Island. Abbastanza per fare gruppo, come subito auspicato da Livio Suppo, per non perdere concentrazione e continuare a fare risultato. O meglio, a vincere, perché Marc resta in modalità "total attack". Definizione associata perfettamente dalla più rosea stampa di settore, che ben fotografa l'atteggiamento di manifesta superiorità del 93.
Marquez che proprio a Motegi è chiamato a travestirsi da ninja. Ovvero da esperto stratega, pronto ad uno scontro senza esclusione di colpi. Efficace nell'affilare la sua arma totale, la RC213V, con un solo obiettivo in mente: correre per vincere! Un secondo posto? Difficile da contemplare, solo in caso estremo. Solo perché restare dietro a Jorge di una posizione significherebbe mantenere ugualmente il gap utile per vincere il titolo. Ma questa volta la missione non ammette errori. Come spiega lo stesso Marc: "Sono ovviamente scontento di come sono andate le cose in Australia, ma può accadere di fare errori. L'importante è che non succeda ancora. Noi abbiamo dimostrato di essere pronti alla lotta e di essere competitivi. Ora dobbiamo buttarci tutto alle spalle e rimanere concentrati per la gara giapponese. Le condizioni si prospettano variabili, ma noi lavoreremo duramente su accelerazione e frenata, per migliorare fin da subito. Ci aspetta un duro lavoro, ma seguiremo il nostro programma e spingeremo al 100% per recuperare quello che abbiamo perso a Phillip Island".

Vista la relativa vicinanza alla fabbrica, è attesa anche una reazione della Honda, che non dovrà sottovalutare il fattore strategia. Anche a costo di valutare eventuali ordini di scuderia, perché anche la prestazione di Pedrosa sarà una variabile chiave nella lotta iridata. Dani che, da parte sua, si dice in grande forma per il GP del Giappone: "Dopo una gara strana come l'ultima, dove il mio team ha fatto un grande lavoro, siamo pronti per fare un'altra grande corsa. Per la Honda e perché la pista di Motegi mi piace. Sarà molto importante trovare un buon setting per la frenata (con i dischi maggiorati) e la trazione in accelerazione".

Detto che anche la statistica è a favore di Pedrosa, che a Motegi ha vinto lo scorso anno, e anche nel 2011. Un buon risultato condiviso con Marquez, che qui ha trionfato nel 2012 con la Moto2 e nel 2010 con la 125. Bisogna invece andare al 2009 per trovare una vittoria della Yamaha, con Lorenzo, e al 2008 con Rossi.
E' quindi Jorge che si prepara a vestire i panni del samurai, il guerriero, il combattente nobile, forte delle arti zen. Caricato dal colpaccio australiano, Lorenzo è pronto a farsi valere: "Adesso abbiamo il 30% di possibilità di vincere, ma vedremo se Marc avrà fortuna". Il maiorchino è deciso e punta a mettere pressione al rivale, anche a costo di tirare in ballo la scaramanzia. Tenendo conto che anche il meteo si prepara a fare da disturbatore: c'è una tempesta importante in arrivo, pronta a scaricare tutta la sua forza su una corsa dove la tensione sarà già altissima. Oltre al fatto che, al terzo weekend di gara filato, dopo aerei, fusi orari e vari chilometri digeriti, qualche altro errore a causa della fatica potrebbe anche arrivare, e costare caro a qualcuno.

Lo stesso Valentino Rossi ha spiegato alla stampa spagnola: "Se pioverà per l'intero fine settimana tutto sarà possibile. Sia che Marquez riesca a vincere il titolo, sia che il suo mondiale si complichi ancora di più. In ogni caso - ha scherzato il 46 - moriremo tutti! Per il tifone o per le radiazioni... ".

Intanto proprio a Fukushima, a poche centinaia di chilometri dalla pista di Motegi, si sta consumando una delle più grandi emergenze ambientali internazionali. Dall'incidente del 2011, quando in seguito allo tsunami esplose il reattore della centrale nucleare della Tepco, la situazione sembra tutt'altro che sotto controllo. Al punto che in questi giorni, in vista anche dei Giochi Olimpici del 2020 di Tokyo, il premier giapponese Shinzo Abe ha pubblicamente chiesto aiuto al mondo per contenere le perdite. Ovvero le pericolose fuoriuscite radioattive, che sempre più frequentemente avvengono nell'impianto mai bonificato. L'ultima pochi giorni fa, quando l'ennesima notevole quantità di acqua radioattiva si è riversata nell'oceano. Una situazione pericolosamente fuori controllo, inizialmente insabbiata e trascurata, e tutt'oggi più che mai reale. Un disastro dalle conseguenze drammatiche, che anche i prestigiosi riflettori della MotoGP farebbero bene a non ignorare.

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