Lorenzo non vince: letteralmente trionfa in Catalunya. Nella gara di casa il maiorchino s'impone con determinazione sui rivali, agguerriti e connazionali. Un successo - il terzo del 2013, nonché tris a Montmelò nella top class - che diventa una prova di forza maestosa sotto diversi punti di vista. Il primo per la dimostrazione di un'equilibrio mentale e agonistico di livello superiore. Visto che Jorge non viene scalfito dai problemi della qualifica, anzi li trasforma in energia per firmare una partenza di quelle da antologia. Lorenzo batte le Honda fin dallo stacco della frizione, tenendo aperto al limite per girare primo alla staccata. Con Pedrosa che prova a fare azione di copertura, ma deve piegarsi alla determinazione del Campione del Mondo in carica. Mossa saggia per Dani nell'ottica del Mondiale, ma che di fatto lo priva fin dall'inizio della possibilità di lottare per la vittoria. Infatti, nonostante le buone intenzioni, la Honda numero 26 non impensierisce mai davvero la Yamaha al comando.

Pedrosa è quindi costretto ad accontentarsi del 2° posto, buono per restare in testa alla classifica con 123 punti. Ovvero +7 su Lorenzo, che comunque si avvicina minaccio più che mai, ma soprattutto si tuffa a fine gara nel bagno di folla dei tifosi spagnoli. Colpo netto al morale di Dani, che solo nelle immagini a fine gara scopre di aver rischiato anche di perdere il podio a 2 giri dalla fine. Complice una manovra azzardata quanto fortunata di Marquez, che quasi tampona la RC213V gemella. Un brivido per Marc, che pinza secco per evitare il disastro, prendendo un'imbarcata di quelle memorabili. Adreanalina e sudori freddi, che non impediscono al Numero 93 di tenere poi la scia fino al traguardo. Completando una doppietta targata HRC, importante in una stagione sempre più tirata e tesa, in cui lo stesso Marquez si conferma terzo in classifica, guarda caso con 93 punti.

Resta invece a bocca asciutta Crutchlow, che aveva mostrato il potenziale giusto per stare con i primi, ma che finisce a terra nella stessa curva che tradisce anche Hayden e Iannone. Tutti abbandonati dall'anteriore che perde aderenza all'improvviso. Per Cal uno zero che comunque non gli pregiudica - per ora - il quarto posto in campionato, seguito da Rossi e Dovizioso, rispettivamente a 60 e 59 punti. Detto che la gara del ducatista è una salita di quelle che fanno venire i crampi alle gambe. Andrea lotta con determinazione, ma poi perde contro Bradl 5° e Smith 6°, che lo beffa nel finale. Quindi per la Desmosedici i test dei prossimi giorni saranno fondamentali, anche per capire se il progetto può davvero fare un passo avanti. Anche alla luce del 10° posto di Pirro, che però arriva con un ritardo di circa 1 minuto e 10 secondi. Abissale! Soprattutto vedendo che Espargaro sull'ART è 8° e seguito da un incredibile Edwards, 9° sulla FTR Kawasaki. Dove vanno segnalate anche le buone prestazioni di Petrucci 11° e Corti 12°.

E' dunque Valentino Rossi il primo degli sconfitti, 4° dopo una gara di fatto amara e dai tre volti. A partire dal "quasi contatto" con Bautista. Lo spagnolo non impara e tenta un "Mugello bis", quando al primo giro prova a sorpassare il 46 all'interno, mandandolo largo, prima di scivolare nella via di fuga. Il Dottore non gradisce, ma continua per la sua strada, faticando nella prima parte della corsa. E' questo il nodo cruciale della prestazione di Valentino: non riuscire a guidare con efficacia nei primi giri, perdendo terreno dalla testa del GP. Reagendo poi nella seconda metà, con un passo degno dei migliori, ma quando ormai è tardi per puntare almeno al podio. Quindi chiudendo la giornata con 5 secondi e 8 di ritardo. Segno che il feeling con la M1 c'è, ma la prestazione in senso assoluto non è più/o ancora al top. Se poi Rossi sarà davvero in grado di crescere e migliorare, come da lui stesso dichiarato, lo si vedrà nelle prossime gare. Ma per ora è difficile dire se davvero sarà in grado di tornare a vincere.