In partenza Pedrosa scatta alla grande, ma alla prima curva Lorenzo lo ripassa all'esterno. Inizia così una cavalcata che durerà mezzo GP con la Yamaha a fare il passo sulla Honda. Detto che i due davanti fanno subito il vuoto, Crutchlow prova ad insiegurli e Spies finisce in terra al termine del primo giro. Dietro Bautista lotta con Stoner, mentre Bradl prova a contenere gli attacchi di Dovizioso. Intanto le Ducati navigano nell'anomimato più estremo ai margini della top ten, con Rossi davanti ad Hayden. E' quindi Bautista che trova il guizzo per staccare Stoner, andando a pressare Crutchlow e innescando una bella lotta per il terzo gradino del podio. Una bagarra "a rischio" con i freni che diventano roventi e le moto che "spazzolano" in staccata. Una sfida da cui Alvaro esce vincente: nel testa-a-testa Cal prova a batterlo in tutti i modi, facendo anche un paio di entrate da pazzo. Alla fine, però, l'inglese si arrende ritirandosi all'ultimo giro per un problema meccanico sulla sua M1. Rimonta invece Dovizioso che salta Stoner e Bradl, mentre Rossi non riesce a trovare il passo per avvicinarsi al rookie tedesco.

Davanti intanto Pedrosa non aspetta la metà gara per passare Lorenzo e andarsene in fuga. Con Jorge che sembra subito rinunciatario, stra-convinto nel tenersi un secondo posto "furbo" nell'ottica mondiale. Sotto la bandiera a scacchi, Dani regala la vittoria in casa alla Honda, ma lima solo 5 punti al distacco in classifica dal connazionale. Ovvero Lorenzo che sale sul secondo gradino del podio davanti a Bautista. Per Stoner si concretizza dunque un quinto posto sotto le attese, mentre Rossi "desaparecidos" centra un 7° posto omaggio, figlio dei ritiri di Spies e Crutchlow. Certificando così una crisi Ducati che quasi si vede sfilare anche l'ottavo posto di Hayden, agguantato per un soffio, visto che la wild card Yamaha Nakasuga arriva in volta dietro alla GP12 per pochi millesimi.