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In Carena: Moto italiana, poco appeal?

di Marco Masetti il 11/03/2012 in Motogp

Non sembra aver suscitato l'interesse che avrebbe dovuto la presentazione della nuova Ioda TR003, eppure di cose interessanti ce ne sono.

In Carena: Moto italiana, poco appeal?
Il Team Ioda alla presentazione di Venezia
E' tutta made in Italy: dovrebbe bastare a creare interesse, Vi dirò di più: la guida un italiano, Danilo Petrucci, che esordisce in MotoGP, eppure...

La Ioda MotoGp meritava più attenzione, a tutti i livelli, ma sarebbe bastato un Rossi che esce con la Canalis ad oscurarla del tutto. E' un atteggiamento che va solo condannato perché un italiano (Giampiero Sacchi) che, trent'anni dopo, seppur con le spalle coperte da uno sponsor (italiano per giunta) ritenta l'avventura di Peppino Pattoni costruendosi in casa una moto per la top class è un bel segno.

Certo, sono cambiate tante cose da allora e lo dice Sacchi: "Questa non è un'avventura romantica, ma un progetto industriale che si muove su un piano economico, anche perché dietro alla Ioda ci sono decine di famiglie (quasi tutte italiane...) che non possono rischiare".

E c'è la Came che da sponsor ha già vinto un mondiale SBK con Biaggi e l'Aprilia e che crede alla MotoGp "come grande veicolo per farsi conoscere in tutto il mondo", come commenta il Presidente della società veneta, ma con ramificazioni in tutto il mondo, Paolo Menuzzo che ha già fatto affari con la Dorna. Infatti, i controlli e gli accessi in pista e sugli spalti del motomondiale verrano fatti dall'azienda italiana.

Ioda TR003, un progetto italiano, dall'autista del camion al pilota.

La Ioda ha anche una squadra di tecnici (italiani) capitanata dalla vecchia volpe Giovanni Sandi, anche lui carico di gloria ed esperienza e che non vuole fare "la figura dell'allodola" che, spiegato ai non cacciatori, è un uccello che viene facilmente impallinato.

A me la Ioda è piaciuta, non tanto per la modella body painted che ha ravvivato la presentazione, ma per un motivo semplice: è un'avventura tutta italiana, con forti motivazioni emozionali, ma anche con i piedi ben piantati a terra.

Quando Sacchi fa delle cifre, parla sempre di IVA compresa, segno che molto del budget servirà a dare introiti allo stato italiano. Che speriamo spenda bene in servizi per il cittadino.

Adesso bisogna aspettare che la moto, che sembra nata bene, vada anche forte, che Petrucci accorci il gap con Stoner & C, che la Dorna stabilisca regole certe per le CRT...

In arrivo ci sono le solite decine di incognite e variabili che rendono belle le corse. A me resta una soddisfazione: ho visto un gruppo di italiani che crede che si possa fare una moto tutta "tricolore", dal motore all'autista del camion. In bocca al lupo. Durante la stagione io la seguirò con attenzione.

Spero che lo facciano in molti perché è una cosa che, alla fine dei conti, ci appartiene, anche se non è smart, global e glamour, ma molto concreta e italiana.

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