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In Carena: Reggiani lascia... il fine e il mezzo

di Marco Masetti il 14/02/2012 in Motogp

Da quest'anno Loris non sarà più il commentatore tecnico della MotoGP per Italia1… Un addio su cui Masetti vuol dire la sua

Mi cadono le braccia. La notizia che ho appena letto è l'addio di Loris Reggiani a Mediaset, da quest'anno infatti al fianco di Guido Meda ci sarà Giulio Rangheri.
Immagino che l'ex pilota di Forlì abbia avuto le sue buone ragioni per scendere dall'olimpo televisivo e tornare sulla terra, tra noi comuni mortali.
In Carena: Reggiani lascia... il fine e il mezzo
Le sue argomentazioni sono in puro Reggio-style, in altre parole senza tante mediazioni. Certo, il fatto che le telecronache di Italia 1 siano molto Rossi-oriented lo avevano capito in parecchi. Come sono convinto che infastidisca sentire intervistare un pilota che ha appena fatto una gara strepitosa in Moto2 su temi estranei alla sua prestazione. Ma a me questo interessa poco, di solito i GP li vedo dal vivo e, da un po' di tempo non ascolto le telecronache italiane, poiché in contemporanea sono in onda sulla RSI, televisione di stato Svizzera. La ragione per cui mi sono messo In Carena è invece sottolineare l'aspetto videocratico dell'Italia, Paese nel quale la televisione ha un peso assolutamente impensabile. Mi spiego: per me Loris Reggiani non è un telecronista che segue il motomondiale, ma un pilota che ha corso, vinto, perso e lottato per tante stagioni iridate. Quello che ha fatto vincere per la prima volta l'Aprilia. Uno che di moto da corsa ne capisce moltissimo e di piloti pure. Non un personaggio TV.
Credo che l'Italia sia l'unico Paese dove la folla chiede un autografo ai telecronisti e magari non considera nemmeno di striscio un pilota che corre nel Mondiale. Credo, anzi ne sono sicuro, visto che giro il mondo da una vita, che solo da noi ci siano striscioni pro o contro i telecronisti. Ci sono piloti che hanno vinto gare Mondiali (avete una minima idea di quanto sia difficile riuscirci?) che non hanno mai raccolto un millesimo della celebrità degli uomini della TV.
No, non ce l'ho con Meda e Beltramo, con Porta e i bravissimi ragazzi che portano Mediaset sui campi di gara. Ce l'ho con un Paese che ha totalmente confuso il fine con il mezzo. Che commenta al bar le telecronache e non le gare, che pensa che per essere vivi si debba andare in tv e diventare famosi. Un mondo per me folle che ha velinizzato la testa di molte ragazze… E potrei andare avanti per ore con altri esempi.
Credo che Loris, persona matura e ben capace di ragionare, abbia avuto le sue buone ragioni, economiche o deontologiche, per salutare la corazzata dell'audience. Non vado oltre, continuo a occuparmi di piloti, moto e gare, "scienza" molto più complessa di quel che sembra da fuori. Continuo a lavorare per la TV (collaboro con tre emittenti) e, soprattutto, a pensare che la realtà non sia dentro il tubo catodico.
In bocca al lupo, Loris!

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