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Motogp

Test Qatar 1: le interviste

di Marco Masetti
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Parlano i protagonisti della prima giornata di test a Losail. Occhi puntati sui protagonisti annunciati della stagione 2011, ma ci sono interessanti sorprese come Aoyama

Dani Pedrosa
Valentino Rossi
Losail (QAT) - L'eroe della giornata è Hiroshi Aoyama, terzo tempo con una grinta da vero samurai. Si capisce che dietro la maschera sorridente e disponibile c'è un uomo segnato dal dramma del suo popolo e determinato a dare il massimo. Hiroshi ha la fascia nera al braccio e non si scompone: "Ho fatto bene, ma io ho detto di puntare alla top five". Qualcuno potrà sorridere, ma in questo precampionato l'impresa è riuscita più di una volta al giapponese. Bravo!
Meno in palla il suo compagno di team, Marco Simoncelli: "Giravo bene all'inizio, poi mi sono perso e non riuscivo a migliorare". Capita, i miraggi del deserto.
Rossi esce da una giornata non facile, ma decisamente meno drammatica rispetto ai test malesi: "L'inizio non è stato il massimo, visto che sono anche caduto. Mi si è chiuso lo sterzo, beh, è la prima dell'anno, quasi quasi dovevo farla. Almeno non sono caduto sull'asfalto ma nella via di fuga".
767 millesimi sono tanti o pochi? "Tanti, ma in confronto alla Malesia va meglio e poi siamo in tanti e tutti molto vicini. Direi che quello di oggi è un risultato onorevole".
Da dove arriva questo progresso? "Soprattutto dalla temperatura più bassa, però c'è anche il fatto che il tempo l'ho fatto alla fine con una gomma con 2 giri sulle spalle. Va bene, manca solo la prestazione, il giro veloce".
Cosa c'è di nuovo a livello tecnico? "Gestione del motore e elettronica in genere, il resto è quello usato in Malesia. Non avremo un telaio nuovo fino ai test del Portogallo, c'era un telaio più soft, ma di poco, e Hayden lo ha scartato. Ci vorrebbe qualcosa di diverso, ma bisogna avere pazienza".
La spalla come va? "Meglio, ancora qualche dolore ma ho più forza e qui la temperatura mi stressa meno".
Per migliorare cosa ci vuole? "Fare meglio le curve 1 e 9 e la 4".
Capirossi, anche se non sta bene (cefalea e nausea) racconta bene la Ducati: "E' una moto che se spingi troppo va in tilt e va più piano. E' strana e quando va in crisi non curva. La Ducati lavora alla grande con l'elettronica, la ciclistica è da mettere a punto, c'è troppo sottosterzo".
Esattamente quello che dice Rossi. Ci vuol pazienza.
Lorenzo, intanto, risponde a una domanda scomoda: sei preoccupato dalle Honda e da Spies? "Io non mi sono mai preoccupato, ma la Honda è cresciuta più della Yamaha, anche se su questa pista non andiamo male come a Sepang. Spies non è una scoperta, c'era già anno scorso ed era forte".
Com'è la vita del campione del mondo? "Bisogna tenere la testa e la situazione sotto controllo e dire spesso di no ad impegni vari. E trovare tanto tempo per pensare alla moto. Questa stagione sarà durissima e splendida. Siamo in tanti, affamati, ma è meglio per il nostro sport".
Stoner risponde alla domanda sul misterioso cambio Honda. Ingranaggi sempre in presa, ma perché? "Per me è semplicemente più dolce da usare (usa il termine smooth) e non lo prendo a calci. La prima volta che ho usato la 212 a Valencia al box mi hanno chiesto di non usare tanta forza".
Con la Ducati era così, ma com'è la Honda? "Una moto veloce, ma dolce e che da molto feeling. Ma c'è ancora molto da fare e da scegliere. Voglio togliere del tutto il chattering in inserimento di curva e migliorare la trazione. Non sembra ma c'è molto da fare".
E se lo dice Stoner che c'è molto da fare, gli altri non possono che stringere i denti e preparasi ad una lotta durissima.
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