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La crisi e la MotoGP: la ricetta della Yamaha

di Marco Masetti il 06/02/2009 in Motogp

Marco Masetti a Sepang ha intervistato i massimi rappresentanti di Honda, Suzuki e Yamaha sulle prospettive del mondo delle corse di fronte alla grave situazione economica mondiale. Ecco il parere di Masao Furusawa

Sepang (MAL) - Dove va la MotoGP, ma anche dove può arrivare la Superbike? Cosa si può fare per ridurre gli effetti della crisi mondiale sul nostro sport? Tante domande, tutte riducibili ad una sola: che fare?
Stanco di sentirne parlare da esperti e opinionisti, eccomi armato di penna, taccuino, orecchie e spirito critico in giro per Sepang. L'obiettivo è saperne di più e riferire a voi.
La crisi e la MotoGP: la ricetta della Yamaha

Bene, la lista degli incontri è la seguente: Masao Furusawa, sommo capo Yamaha dell'attività a due ruote, Shinichi Sahara l'uomo a capo di tanti progetti Suzuki (MotoGP compresa) e Shuei Nakamoto, vice presidente HRC. Bene, possiamo iniziare, tenetevi forte perché di cose interessanti ce ne sono parecchie…
- Mister Furusawa, come la vede la situazione economica mondiale in generale e quella del motociclismo, in particolare? "Terribile, pensavamo che andasse male, ma non a questo punto. Noi abbiamo anche sospeso la produzione per due settimane nella fabbrica in Giappone, ma anche in Brasile dove abbiamo un grande stabilimento, abbiamo fermato le macchine per una settimana. Non si vedono segni positivi, se non in Indonesia. Non mi chiedere fino a quando durerà, ma penso che ci sarà da soffrire per uno o due anni".
- Nel mondo delle corse come va?
"Mettiamola così: il momento non è positivo, ma credo che questo sia il momento buono per riorganizzare questo settore. Abbiamo più tempo a disposizione, quindi non c'è solo da lavorare duro tutto il giorno. Avremo meno denaro ma più tempo per pensare. Credo che tutti ci troviamo tutti sulla stessa barca e bisogna mettere sul tavolo su tutte le idee".
- Quale è il futuro per la moto in un mondo con meno risorse?
"I problemi ambientali toccano poco la moto che è piccola e consuma poco ma che in compenso offre poco comfort. Mettiamola così: concentriamoci più su prodotti adatti al commuting urbano e alla comunità, non solo allo sport e ai sogni. Si andrà verso moto più sfruttabili. Nel contempo bisogna pensare anche positivo: io dico che bisogna riempire lo stomaco, ma con gusto. Per la fame basta lo scooter, ma ci vogliono anche performance e piacere di guida".
- La MotoGP cambierà?
"Non vogliamo cambiare lo spirito della MotoGP, ma ridurre i costi. Probabilmente andremo verso una riduzione dei tempi di prova, del numero di motori e forse delle moto. Spero proprio che arriveremo presto a nuove regole.
Forse ridurremo il tempo a disposizione per le prove, forse le qualifiche si faranno solo il sabato, ma quando si va sul passaggio ai freni in acciaio al posto di quelli in carbonio – ammette Furusawa - non c'è più accordo tra i costruttori".
- Nell'ambiente si parla molto di Superbike, del suo momento di grande vitalità. Avete mai pensato a dirottare le energie verso questo campionato?
E qui il gelo scende su tante ipotesi fatte tra appassionati…
"Tra Superbike e MotoGP ci sono 15 chili di differenza e già questa è un fattore determinante: immagina la tua ragazza con 15 chili in più! Quelle sono moto di serie, la MotoGP è fatta da prototipi e poi anche in SBK è importante pensare alla riduzione dei costi".
- Ma se si arrivasse a dover scegliere tra SBK e MotoGP, voi che scelta fareste?
"Io preferisco la MotoGP e farei questa scelta perché permette una sperimentazione senza limiti. La MotoGP è la categoria numero uno e non è un caso se noi o gli altri costruttori non abbiamo team ufficiali in Superbike".
- Però l'elettronica rischia anche di uccidere lo spettacolo: cosa ne pensate voi costruttori?
"L'elettronica è importante per le prestazioni e frenarla non farà calare i costi. Da questo punto di vista è più costosa la meccanica. Oggi come oggi mettiamo per terra oltre 220 cavalli: senza l'elettronica ne servirebbero 180 a tutto svantaggio della guidabilità. E poi l'elettronica serve alla produzione di serie. In ogni caso il vero controllo è quello fatto dal pilota, il resto sono solo aiuti".
- E' possibile fermare lo sviluppo?
"Non è facile farlo, perché si corre per vincere, quindi si sviluppa sempre qualcosa di nuovo: nelle corse non si può stare fermi".
- Tra le proposte c'è quella di dare una sola moto a pilota: è praticabile? "Sì, ma in caso di caduta e con i turni di prove ridotti sarebbe un problema…".
- Allora cosa ne pensate di una riduzione del numero dei GP?
"Quando ho iniziato io c'erano 16 gare a stagione, mi sembra che non vada male…".
- In che percentuale è possibile ridurre i costi? "In tutta l'area moto di circa il 20%. Ridurre i costi è possibile, anche risparmiando sui voli aerei".
- La Honda è uscita dalla F1, la Kawasaki dalla MotoGP: lei cosa ne pensa?
"L'uscita della Honda ha cambiato la F1, sulla Kawasaki dico solo una cosa: no comment".
- Com'è la M1 quest'anno e che differenze ci sono tra le moto ufficiali e quelle satellite? "La moto è la stessa per tutti, però lo sviluppo è quotidiano, quindi i piloti ufficiali avranno qualcosa in anticipo. Tuttavia non c'è un piano di sviluppo: se vanno bene ora, le moto restano così e da qui alla fine della stagione faremo solo degli aggiustamenti. Certo il modello 2009 ha un telaio nuovo per adattarsi meglio alle gomme e un motore con più cavalli".
- Torniamo alla produzione: non ci sono troppi cavalli sulle moto da strada?
"Sì, sulle 1000 stradali c'è troppa potenza, ma la gente vuole queste cose. Vorrebbero anche il TMax da 100 cavalli, ma bisogna pensare anche al bilanciamento".
- Farete sei moto il prossimo anno?
"No, non se ne parla nemmeno".
Torniamo ai Gp: cosa ne pensa di ABS e sospensioni attive?
"L'ABS potrebbe andare bene sulle sportive stradale e in Superbike, mentre l'elettronica legata alle sospensioni che noi studiamo da anni non ci entusiasma. Secondo me il motore ha davvero bisogno dell'elettronica, la ciclistica no". - Si possono realizzare motori che durano di più?
"Certo, ma vanno ridisegnati e non credo che ridurre i giri possa allungare la vita ai motori".
- Chi teme di più da qui alla fine del mondiale?
"Ducati e Honda: la prima ha Stoner che va forte sempre con quella moto, la Honda ha un ottimo pacchetto. In più mi aspetto molto da Lorenzo".
- E da Rossi?
"Rossi è un genio".

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