Motogp
Test Sepang 3: Rossi è un fulmine
Valentino chiude con il miglior crono le prove malesi, inseguito dalla Suzuki di Hopkins e dalla Ducati di Capirossi. Si riavvicinano le Honda e la Kawasaki. Finiti i test ecco i commenti di Rossi, Brivio, Pedrosa, Checa, Capirossi Hopkins e Melandri
di Marco Masetti
Rossi ha fatto segnare il miglior crono di 2’00.936 con gomme da qualifica; si tratta di un tempo vicino a quello della pole conquistata dallo stesso Rossi nel Grand Prix della passata stagione
Sepang (MAL ) - Per fortuna che in questa Moto Gp sempre più in mano agli ingegneri, dell'elettronica e dei sistemi di controllo, ogni tanto i piloti tornano ad essere protagonisti e di far capire che le vere star sono loro. A spiegare il concetto ci pensa Valentino Rossi, con un tempo stratosferico, ottenuto con le gomme da tempo, e subito imitato da John Hopkins che chiude a soli 90 millesimi dal pesarese.
L’americano con la Suzuki GSVR è stato autore di una simulazione di gara notevolissima in cui ha ottenuto un tempo molto vicino a quello fatto segnare da Valentino ieri. In pista le Yamaha e soprattutto le Suzuki sono le dominatrici della scena. Le due Case hanno una moto decisamente a punto e gli ingegneri sono stati bravi a capire che non serviva stravolgere troppo i progetti per andare forte. Ma con il terzo crono di giornata e un buon “long run”, la Ducati di Loris Capirossi si avvicina al duo in fuga. Nulla da dire: dopo aver lavorato sodo, anche il team rosso di Borgo Panigale si dimostra veramente in palla.
Continua invece il momento non felice della Honda. Parlare di crisi è fuori luogo e prematuro, ma tutte le squadre Honda masticano amaro nei box con Dani Pedrosa quarto, Nicky Hayden settimo e gli altri ancora più dietro.
Invece chi sta facendo una bellissima figura è la Kawasaki che, a tre giorni dal debutto in pista, è già nel gruppo di testa.
I tempi della terza giornata di test a Sepang
1. Valentino Rossi - Yamaha Racing 2’00.936
2. John Hopkins - Rizla Suzuki 2’01.026
3. Loris Capirossi - Ducati MotoGP 2’01.274
4. Dani Pedrosa - Repsol Honda 2’01.664
5. Chris Vermeulen - Rizla Suzuki 2’01.691
6. Randy De Puniet - Kawasaki Racing 2’01.878
7. Nicky Hayden - Repsol Honda 2’01.884
8. Colin Edwards - Yamaha Racing 2’02.266
9. Casey Stoner - Ducati MotoGP 2’02.407
10. Marco Melandri - Honda Gresini 2’02.489
11. Carlos Checa - Honda LCR 2’02.583
12. Alex Barros - Pramac d'Antin 2’02.630
13. Toni Elias - Honda Gresini 2’02.927
14. Alex Hofmann - Pramac d'Antin 2’03.040
15. Shinya Nakano - Konica Minolta Honda 2’03.077
16. Makoto Tamada - Yamaha Tech 3 2’03.308
17. Kenny Roberts JR - Team Roberts 2’03.330
18. Olivier Jacque - Kawasaki Racing 2’03.592
19. Shinichi Ito - Bridgestone MotoGP 2’03.973
Valentino Rossi è stato il più veloce di tutti e non è un caso. La moto c'è e il pilota pure. Concentrato e tonico, Vale lascia Sepang con la certezza di essere il più svelto del branco, in simulazione di gara e sul giro. Interessante l’esperienza con le gomme da qualifica che conferma il parere positivo di Rossi su questo primo test di stagione: "Con la qualifica abbiamo ottenuto un buon tempo sotto i due minuti e 01 (2' 00" 936). Ma anche così restano i problemi in frenata, ecco qui bisogna migliorare... Infatti dopo le prove ho fatto un meeting con i tecnici giapponesi e Colin per ragionare su questo. Niente di preoccupante, però lavoreremo ancora su geometrie e forcella al ritorno su questa pista tra due settimane".
-Come mai hai finito in anticipo?
"Il programma di lavoro, qualifica compresa, è stato fatto, quindi abbiamo deciso di fermarci. Anche con la Michelin abbiamo lavorato bene e loro hanno fatto un passo in avanti deciso rispetto allo scorso anno, ma c'è ancora da fare. Secondo me l'anteriore della Bridgestone è superiore". -Continui con la sedici pollici anteriori: cosa te ne pare?
"Mi ci trovo bene, non so ancora se sarà la gomma del futuro, ma di sicuro la proverò ancora". -Com’è il motore della tua M1 com'è?
"Bello da guidare, ma seguendo la Ducati ho capito che manca un po' in accelerazione. Diciamo che ad oggi la nostra è una moto che va guidata in maniera pulita e precisa e non con uno stile aggressivo".
-Il livello generale come ti è sembrato?
"Molto interessante, noto un grande livellamento di prestazioni. Noi siamo andati forte, ma non più di altri. Ho visto bene Suzuki e Kawasaki e in genere le moto gommate Bridgestone. Insomma, con le 800 siamo tutti più vicini".
-La Honda però non sembra entusiasmare i suoi piloti?
"Bisogna considerare che loro hanno una moto nuova al 100% e noi usiamo una moto molto simile alla vecchia mille. Hanno bisogno di tempo, non penso che si faranno trovare impreparati alla prima gara. Io ad esempio ho seguito la moto di Pedrosa e posso dire che va forte. La vecchia 211 era un incubo per gli altri, quando era a posto volava".
-Quella moto l'avevi sviluppata tu, adesso a chi tocca questo lavoro?
"Beh, all'epoca c'era uno che la sviluppava (Rossi, naturalmente) adesso tocca ai loro piloti. Non so come sia Daniel Pedrosa sotto questo aspetto, ma di solito il compito tocca ai piloti del team interno".
-Parlano tutti dell'erogazione delle 800, è davvero così difficile e scorbutica?
"Mah, la nostra non è male, non è difficile e vedrete che con l'elettronica questo problema si risolverà. Certo, noi abbiamo meno potenza e non ho nemmeno provato la nuova Honda". -Cerchiamo di capirci meglio: con le mille, la potenza nelle marce basse era sempre tagliata, spesso del 50%, adesso la usate tutta?
"Praticamente la usiamo sempre al 100% perché ci sono venti CV in meno, ma con le mille si doveva fare così, altrimenti era dura stare in piedi".
-E' vero che le 800 somigliano molto alle vecchie 500?
"No, sono due cose diverse, anche se le 800 somigliano di più rispetto alle mille".
-Cosa vedi nel futuro?
"Vedremo arrivare i CV, ma siamo solo al primo test!".
A Davide Brivio chiediamo subito perché la Yamaha non va a Phillip Island insieme agli altri team e invece si ripresenterà qui. Come mai?
"Per noi sono più importanti i test di comparazione. lasciamo anche il box montato e ci ripresentiamo qui".
- Con che colori in futuro?
"Con quelli che avete visto fino ad oggi, forse a Jerez ai test Irta con una livrea Yamaha, dopo chi lo sa".
-Come commenti questi test?
"Si riconferma la Suzuki che forse non è più una sorpresa, perché vanno forte tutti e due i piloti. La Honda non la giudico: adesso avrà anche qualche problema ma in futuro penso che non li avrà più. Anche per la Ducati nessuna sentenza: a Brno nei primi test andavano fortissimo, qui stanno cercando un compromesso. Ma quello che vedo è che la lotta tra i gommisti è arrivata all'apice. La Bridgestone è al suo top e la Michelin deve confermare il suo valore. Un bel duello".
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Daniel Pedrosa commenta così, con una serie di frasi smozzicate, la giornata e non solo. "Abbiamo avuto talmente tanti problemi che non siamo riusciti a finire il programma di lavoro. Ad esempio quello legato alle gomme che è rimasto indietro a causa di molto tempo passato nel box".
-Cosa ti piace e cosa non ti piace della tua moto?
"Mah, mhhh, boh, insomma manca ancora qualcosa ma non molto, soprattutto a livello di elettronica e di gestione del motore. E' normale che in gennaio succeda questo, ma dobbiamo pensare che non manca molto al via della stagione. E' per questo che non ho fatto una simulazione di gara, non c'è stato tempo".
-Hai provato l'anteriore da sedici?
"Si e devo dire che mi piace molto, forse questo è il futuro, ma non la userei domani in gara. C'è ancora da svilupparle, poi il mio giudizio è influenzato dal fatto che abbiamo girato poco e siamo stati molto ai box".
Forse è anche per questo che oggi abbiamo vissuto un interessante siparietto con Carlos Checa in sella alla KR e Roberts sulla 212 del team di Cecchinello con tanto di briefing con i tecnici delle squadre a piloti incrociati. Cose mai viste ma Checa ci spiega il perché. "Beh, questione di completezza, io le moto le ho guidate quasi tutte (Yamaha, Honda, Ducati), adesso aspetto che mi chiami la Kawasaki! E' stato Kenny a propormi il test (forse spinto dai tecnici HRC?) e noi abbiamo accettato. La KR che ho guidato per sei giri, ha una posizione di guida che ricorda quella della Ducati e una carena più protettiva e per questo mi è piaciuta. La Honda invece ti fa arrivare addosso troppa aria e ti stanchi, almeno nelle lunghe giornate di test e su una pista veloce come queste. Il motore, forse perché ha un diverso scarico, mi è sembrato più lineare nell'erogazione, più trattabile. In compenso quando la pista è rovinata, salta terribilmente".
Problemi che spariranno in estate, quando Sepang sarà riasfaltato al 100%, naturalmente dopo la gara di F1, vero killer delle piste.
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C'è da fare molto, ecco quello che dicono tutti i tecnici Honda, il pensiero è condiviso dai team satelliti e ufficiali, ma qui torna fuori il discorso di Rossi: "chi sviluppa questa moto?" Se il predestinato è Pedrosa, aggiunge qualcuno, avrà addosso una pressione terribile. Chi ne ha meno è Marco Melandri che pur non brillando, ha mantenuto la calma. In fin dei conti ha una moto provvisoria, visto che quelle "vere" le avrà a Phillip Island e che lavorare a Sepang per Marco è molto difficile, visto che la pista non è la più amata. "Vero io qui posso andare forte o piano e non ho mai capito il perché. Per questo motivo abbiamo provato tutte le geometrie possibili, anche quelle assurde. Volevo capire e qualcosa ci sono riuscito. Direi che sono stati test discreti. Non mi aspettavo nulla di eclatante e in ogni caso, rispetto agli anni passati non mi sono steso. La priorità qui era capire, a Phillip Island con la moto vera inizierà il vero lavoro, soprattutto con Bridgestone. Ho lavorato molto con loro e abbiamo diviso le gomme in famiglie. Queste si, queste no... Un lavoro di scelta. L'anteriore è davvero ottimo, ma mi piace anche il posteriore. E poi finalmente mi sento un pilota di punta. L’anno scorso con la Michelin dovevo correre con quello che mi davano, adesso scelgo io e questo mi rende sereno. Mi piace che mi chiedano cosa voglio da una gomma, che lavorino per me".
-E la Honda come ti è sembrata?
"Strana, non è male da guidare e la ciclistica lavora meglio rispetto ai test di Jerez. Il problema è il motore, va piano ed eroga male la potenza. Sul dritto andavo più piano di Kyionari che guidava una superbike, ma non mi preoccupo, so che la Honda non può accettare una situazione del genere e che arriveremo ai CV".
-E il problema al piede destro che si scalda?
"Non sono riuscito a fare una simulazione per questo motivo. Non capiamo perché, ma mi brucio sempre. Forse lo scarico basso (non per altro su una delle Honda Repsol è stato spostato più indietro) o un estrattore d'aria, ma è così. Non capisco perché capiti solo a me".
Visto che siamo in tema Bridgestone, ecco John Hopkins, felice come non mai: "Esco da Sepang felicissimo e carico. Siamo tutti soddisfattissimi e se non ho il miglior tempo è perché Rossi guida davvero bene. Non vedo l'ora di arrivare in Australia, perché se andiamo forte li, dove la Suzuki ha sempre penato, vuol dire che siamo messi bene. Continueremo ad usare due diversi telai, ma quello nuovo è il futuro, useremo sempre quello perché va benissimo, a meno di sorprese".
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E la Ducati? La notte ha portato consiglio (si dice che per "via elettronica" sia arrivata una nuova mappatura, ma Capirossi era soddisfatto. Molto meglio di ieri, senza dubbio... "Con le soluzioni che abbiamo usato oggi, ho un buon feeling e guido bene. Certo, questa moto resta difficile da mettere a punto, ci sono tanti sistemi di controllo, tante opzioni e tante cose da capire. Adesso abbiamo nuove conoscenze finalizzate a definire una buona base di partenza. Questo è il nostro obiettivo".
-Loris, com'è la Ducati GP7 portata al limite con le gomme da tempo?
"Più impegnativa da guidare, anche con la gomma da tempo, però è agile. Mi ha impressionato perché ha il ritmo della mille. Questo vuol dire che siamo avanti e che c'è ancora margine. Certo è che qui vanno forte in tanti! Mi è piaciuto il lavoro della Bridgestone che ha capito che le esigenze sono diverse rispetto al mille. Oggi ho usato gomme piccole e la moto mi è piaciuto di più rispetto alle uscite fatte con le gomme di maggior sezione".
-Se si corresse domani, dove saresti?
"E' presto per dirlo, tutti vanno forte, ma nel gruppo dei primi!. Stoner invece è più indietro. Un po' in crisi per i crampi alla braccia nei primi giorni, oggi l'australiano è stato meglio, ma si capisce che ha ancora bisogno di tempo per esprimere le sue qualità".
Infine chiudiamo con la consegna del premio onestà a Silvain Guintoli che oggi non ha girato dopo aver distrutto nei primi due giorni entrambe le moto (le Yamaha Dunlop del team Tech3). "Non, non si tratta di un problema di gomme, colpa mia che quando ho iniziato ad andare più forte sono caduto".
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