Motogp
La Honda RC212V e i suoi vizi di gioventù
Takanori Okuma, project leader della nuova 800 di Tokyo, ci racconta i problemi della sua creatura: ecco perchè mancano i CV e le Suzuki sono davanti
Sepang (MAL) - La stagione delle prestazioni non è ancora arrivata, quella delle esternazioni di Nicky Hayden invece si. Le Honda mancano ancora un po' di CV e Nicky si lamenta di questo e non solo. Anche l'abitabilità non soddisfa il campione del mondo, mentre a Daniel Pedrosa va alla perfezione. Tensione? Per ora no, ma cosa sta succedendo alla Honda? Ne abbiamo parlato con Takanori Okuma che è la persona adatta per spiegare questi problemi. Quarantacinque anni, project leader della RC 212 V, una grande esperienza telaistica visto che ha guidato i gruppi di progetto delle ciclistiche 125 e 250 GP Honda nel 2004, dopo aver definito la trial RTL e l'enduro-cross CRF 450, è l'uomo che ha portato i suoi concetti nella prima 800 GP della Honda. -Com'è nata la 212 e perché avete scelto la configurazione V4 per il motore?
"Abbiamo fatto tante prove con diversi lay out, ma per questa Moto Gp la configurazione V4 è quella migliore (non per altro ce l'hanno quasi tutti...)".
-Ma la Honda, che è sempre stata parecchio avanti e ha sempre innovato, come mai ha fatto come gli altri costruttori?
"Si, la Honda ha sempre creduto nell'innovazione, ma non bisogna farlo per forza, noi dobbiamo fare moto vincenti".
-E' vero che c'è sempre più elettronica in Moto Gp e che con le 800 è aumentata ulteriormente?
"Abbiamo un ride by wire evoluto che ha richiesto grandi investimenti e un sistema di controllo molto evoluto. Ovviamente stiamo lavorando con la massima riservatezza".
-Tutto bene, ma Hayden (ma non solo lui...) dice che la moto manca di potenza, vero?
"Si, è così, noi abbiamo capito, ma nell'evoluzione della 212 la potenza è un capitolo sul quale stiamo ancora lavorando. Bisogna capire che noi siamo gli unici che ad affrontare la stagione con un progetto totalmente nuovo e siamo partiti da zero, quindi per ora non stiamo cercando le prestazioni ma uno standard affidabile. La potenza si può trovare, ma adesso è più importante la gestione e l'utilizzo".
-E' davvero così piccola e inospitale?
"Sembra perché le sovrastrutture sono diverse, ma se guardate l'interasse è praticamente lo stesso della 211, cioè 1440 millimetri".
-E del motore se ne parla, ad esempio della successione degli scoppi. Big bang, scoppi regolare o fasatura variabile?
"Posso solo dire che ha la stessa successione di scoppi della 211".
-Valvole pneumatiche o tradizionali a molle?
"Per noi le valvole pneumatiche non servono. E nemmeno i cornetti d'aspirazione ad altezza variabile. In questo momento non servono molti giri, anzi sono già troppi, visto che tutti siamo già tra i 18 e i 19.000, ma più su non si va".
-A causa dei consumi?
"Si, stiamo lavorando anche su questo e forse è questo il motivo per il quale usiamo soluzioni tradizionali".
-E' vero che non si arriva a fine corsa con il carburante?
"Non è un aspetto che ci preoccupa".
-Siamo già al top dello sviluppo?
"Assolutamente no, le moto che vedete qui a Sepang, cambieranno fin dal prossimo test (le nuove moto da poco assemblate in Giappone verranno portate ai prossimi test a Phillip Island), saranno diverse con una migliore erogazione e guidabilità, soprattutto".
-La Suzuki vola, come mai?
"Loro lavorano da più tempo sulla 800".
-La Michelin ha pronte le anteriori da 16 pollici, ci saranno problemi?
"La nostra moto è stata sviluppata per usarle indifferentemente".
-Si può dire che la 212 è costruita a misura di Pedrosa?
"No, la Honda non costruisce moto su misura, quando pensiamo ad una moto, abbiamo in mente un pilota standard, diciamo un po' più piccolo di Hayden. Ma per lui stiamo lavorando con una migliore posizione in sella e una carena più protettiva".
Sarà, ma per ora Hayden non gradisce molto la nuova Honda. "Beh l'accelerazione soprattutto, ma anche la ciclistica e la frizione, insomma, tutto il pacchetto deve crescere – ha commentato il campione del mondo. Ma non è il solo pilota Honda ad avere problemi, e la strada è ancora lunga.
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