Motogp
Rossi, campione che vince con la squadra
Non è solo un grande comunicatore ma un pilota di sostanza che ama le moto, le capisce e lavora in costante confronto con gli uomini del suo team
L'ultima trovata di Rossi e del suo fans club: come Biancaneve in mezzo ai sette titoli
Sepang (Malesia) - Il campionato finirà a novembre ma c'è chi si può già mettere in ferie. Ai tempi di Agostini, uno con il mondiale già in tasca, avrebbe addirittura potuto non disputare le ultime gare, così, tanto per contenere i costi della squadra. Oggi si va a caccia di record e bisogna mostrare l'immagine, quindi Valentino Rossi lo rivedremo in azione da qui a Valencia anche se con il titolo in tasca.
Ma come si fa a vincere un mondiale con un anticipo così grande? Semplice, basta andare più forte, fare più vittorie, un maggior numero di podi. Per ora, cioè dopo 13 gare siamo a 281 punti, che vengono fuori da nove vittorie, due secondi e un terzo. Con la sola "macchia" della caduta in Giappone. Ma non è così, anzi, non c'è solo questo specchio puramente numerico...
Valentino Rossi è il pilota che ha inaugurato una nuova era, una fase del motociclismo sportivo che continuerà anche quando lui lascerà questo sport. Rossi è un genio perché ha capito prima di tutti che la MotoGp è uno sport di squadra. Da fuori non sembra, ma è così. "Squadra" significa che dietro il suo successo c'è uno staff tecnico che ha relazioni bilaterali con il pilota. Non funziona più la formula dei progettisti che studiano il progetto, simulano al computer e poi realizzano una moto che poi, dopo essere stata provata da un collaudatore, viene affidata al pilota. Fin dal momento della progettazione, Rossi segnala bisogni e necessità. Che giustamente vengono provate al computer, ma su suo indirizzo. Poi, dalla Casa, arrivano i tecnici in pista che raccolgono le indicazioni di Valentino, per tradurle in modifiche ed evoluzioni. La Yamaha ha avuto la bella intuizione di sfruttare un lay out di motore, il quattro in linea, che all'alba della MotoGp sembrava il meno indicato, almeno secondo i grandi tecnici della F1 che insistevano sul tre in linea. Invece la Yamaha ha fatto qualcosa di molto simile alla produzione di serie (simile, non derivato, come dice qualche stolto) e lo ha reso piccolo e compatto. Lo ha piazzato in alto e in avanti sul telaio per centralizzare le masse il più possibile e, su indicazione del pilota, gli ha cambiato il carattere. Erogazione lineare, poco scorbutica, anche se all'inizio c'erano molti cavalli in meno rispetto alla Honda. E poi lavoro per aumentare potenza, ma senza esagerare, magari chiedendo umilmente aiuti all'esterno. Un'azienda francese per parti della Meccanica, la Marelli per la centralina elettronica. Con Rossi, direttore d'orchestra, a suggerire i punti sui quali intervenire, anzi, indicando il risultato finale. La vecchia M1 era persino più brutta da vedere di quella attuale: ecco a Rossi le moto piacciono anche belle.
Ma torniamo al gioco di squadra, al suo punto di massima espressione, il box. Rossi, non è un caso, ha sempre legato il proprio nome a quello di grandi tecnici. Noccioli, Brazzi e Burgess. Li ha pretesi, voluti e anche strappati alla concorrenza. A Motegi, due sere prima della gara, Valentino era a cena con Rossano Brazzi e la sua squadra, attualmente in gara con Simone Corsi. Resta l'amore per quella gente. Lo stesso rapporto che c'è con Burgess e compagnia. Loro, nel box, parlano la stessa lingua, hanno la identica visione delle cose. Risolvono problemi. Prima uno, poi l'altro e così, avanti, per tutto un campionato. Senza salti in avanti, senza mosse radicali. Senza tensioni, parlando e capendo. Di moto. E Rossi è un esperto di moto, non solo un matto che fa spettacolo e fa impennate o una star del mondo della comunicazione.
La sua forza è essere uno che ama le moto. Uno che batte Gibernau di forza a Jerez, che galleggia tra Portogallo e Cina in acque e asfalti infidi, che malmena la concorrenza su tutte le piste. Che se va male sale sul podio, come a Laguna Seca, quando lasciò sfogare Hayden e Edwards, conscio che il prossimo anno saprà come batterli. Nessun genio della comunicazione sa fare questo. Può sfruttare le vittorie e trasformare in un Creso un campione ben pagato. Ma in pista parliamo un'altra lingua, quella della moto.
Rossi ha dei punti deboli? Francamente una sua giornata storta sarebbe un bel momento per tantissimi piloti. Ha atteggiamenti da divo? Vero, ma lui è un divo e possiamo anche concedergli qualche bizzarria.
Quando non correrà più lo rimpiangeremo in tanti. Anche i suoi rivali che grazie a lui guadagnano molto di più.
Come ha fatto a vincere tanto Rossi? Lo dice anche lui e non ha segreti: è forte, vuole vincere, tira fuori una volontà di ferro insospettabile in un pigro come lui. Da moltissimo e pretende altrettanto, detesta la mediocrità. L'adesivo attaccato male è un insulto al suo senso della perfezione, una tara che gli impedisce di essere perfetto. Ma anche una squadra con la quale non ha feeling, o una Casa che non lo sente per quello che è (un fenomeno). Per questo si staccò dalla Honda. Alla Yamaha fa quello che vuole, dicono. Ma soprattutto ha trasformato una perdente cronica nella moto da battere, ha dato fiducia a tutti quelli che lavorano con lui, che vincono con lui. Perché la MotoGp è uno sport di squadra. E Rossi gioca con il numero 10.
Luogo e data di nascita: Urbino, 16/02/1979
Primo Grand Prix: 1996 MAL 125cc
Prima Pole Position: 1996 CZE 125cc
Primo giro più veloce: 1996 FRA 125cc
Primo podio: 1996 AUT 125cc
Prima Vittoria in GP: 1996 CZE 125cc
Gare disputate nel Grand Prix: 153
Gare disputate nella 500cc/MotoGP Starts: 93
Gare disputate nella 250cc: 30
Gare disputate nella 125cc: 30
Vittorie nel Grand Prix: 77
Vittorie nella 500cc/MotoGP: 51
Vittorie nella 250cc: 14
Vittorie nella 125cc: 12
Podi: 113
Pole Position: 40
Titoli mondiali: 7
1997: 125cc
1999: 250cc
2001: 500cc
2002: MotoGP
2003: MotoGP
2004: MotoGP
2005: MotoGP
Total Punti (agg. Sepang): 2773
Nel 2005: vince il secondo titolo di fila con la Yamaha.
In campionato: primo con 281 punti
9 vittorie: Spagna, Cina, Francia, Italia, Catalunia, Olanda, Gran Bretagna, Germania, Rep. Ceca.
2 secondi posti: Portogallo e Malesia
1 terzo posto: Usa
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