Motogp
Test Sepang: le pagelline
Il maestro Masetti è serio, e non dà ancora voti secchi dopo la primissima uscita in pista di moto e piloti. Però ha già individuato i più vispi in classe, quelli da tenere d'occhio e chi farà fatica...
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Valentino Rossi - Tirato a lucido, reattivo, simpatico e rilassato. Il campione del mondo lavora duro ma con il sorriso, va forte senza forzare. E' già pronto e ha già capito che la nuova M1 ha bisogno di correttivi. Non è una novità, il dottore azzecca subito la diagnosi giusta.
Max Biaggi - Si presenta decisamente acciaccato, ma appena sale in moto ritrova la grinta e la voglia di fare e dimentica il dolore. Ha preso l'impegno di correre nel team più importante del mondo con grande passione e professionalità. Con Kanemoto nel box si sente ancor più sicuro. Sarà un grande protagonista della stagione e sta dando notizie alla Honda per sviluppare una moto vincente. Occhio!
Loris Capirossi - Concentrato da far paura, demolisce record e vola a Sepang. La nuova Ducati gli piace e si vede, le Bridgestone pure, si prepara un anno di pole? Ma quello che interessa di più è che Loris ha davvero voglia di puntare al podio, fisso! Che grinta dopo 16 anni di mondiale, incredibile...
Marco Melandri - Arriva da una stagionaccia con la Yamaha e si ritrova a prendere le misure della Honda. Marco non si fa prendere dalla fretta e gira per imparare. Dallo stile da reimpostare (con la Honda si entra più calmi in curva) alla scuola di comportamento con la 211, specie a serbatoio pieno. Bravo Macio, studia che quest'anno bisogna essere ben preparati. Sete Gibernau - Nell'ambigua posizione di "ufficiale che non si può dire", Sete prova di tutto e si sacrifica nel ruolo di tester, tenendo qualche giro buono solo nel terzo giorno. La manetta c'è, comunque, quindi da tenere d'occhio.
Colin Edwards - Un po' impacciato con la nuova M1 che ancora fatica ad interpretare al top, il texano non brilla, ma per lui è normale una tappa di avvicinamento tranquilla. Sorprende il cambio di numero (dal 45 al 5) per motivi scaramantici: ma non erano i latini quelli superstiziosi?
Kenny Roberts jr. - Pilota poco incline al sacrificio, quando la moto va si mette a spingere come ai vecchi tempi. In attesa della nuova versione della Suzuki, a Sepang fa vedere un buono smalto.
Carlos Checa - Sfortunatissimo, si presenta con una mano tagliuzzata da una gomma chiodata e dopo una giornata si ammala. Da rivedere, magari con un amuleto al collo.
Toni Elias - Il primo giorno cade e si rompe un dito dopo essere andato pianissimo. Poi stringe i denti e fa interessanti progressi. Deve fare ancora molta strada ma l'inizio è incoraggiante.
Ruben Xaus - Il solito manicaccio vigoroso e un po' casinista, perde subito la strada con set up estremi, poi la Yamaha lo fa tornare al setting di base. Da disciplinare, come sempre.
Troy Bayliss - All'inizio non si trova sulla 211, Barros lo prende per mano, lo consiglia e così Troy ritrova passo e tempi dignitosi. Un po' indietro rispetto agli altri hondisti, ma la voglia c'è tutta. Da rivedere, specie in gara. Alex Barros - Un vero leader che dà equilibrio alla squadra e aiuta il compagno in crisi. E' ancora molto ascoltato dai boss tecnici dell'HRC ed è arrivato in Malesia completamente ristabilito nel fisico. Peccato quel colpo d'aria al collo...Ha ancora la voglia di fare di un ragazzino.
Honda - Per ora abbiamo visto delle 211 in versione 2004 "remix", l'11 febbraio arrivano le moto nuove. Il sospetto è che la HRC stia preparando alla Yamaha il "trappolone" presentandosi con una gran moto. Indispensabile che vada come il vento visto il potenziale della nuova Yamaha, soprattutto quella con il 46 sulla carena. In ogni caso i vertici della Casa esprimono un solo concetto: "L'obiettivo è la vittoria". E la squadra ufficiale sembra davvero buona con un "dieci" di classe come Max e un mediano alla Gattuso come Hayden.
Yamaha - Hanno dato quello che Rossi si aspettava cioè più cavalli e maggiore stabilità. In più hanno realizzato una moto curata come un orologio di lusso. Bravi davvero, se la Honda non tira fuori l'aereo a reazione che qualcuno teme (o sogna, dipende dai punti di vista) la nuova M1 è un mezzo vincente.
Suzuki - Per ora c'è un magmatico box pieno di moto, parti motore e ciclistica. A breve il tutto verrà ricomposto e si spera con buoni risultati. Per ora il motore ha sicuramente più cavalli del precedente e alla Suzuki fanno capire che sono stanchi di fare brutte figure. La verità la scopriremo nei prossimi test. C'era anche una nuova moto con la sospensione posteriore "fotocopiata" da quella della Honda 211, ma che ad oggi non ha convinto il test rider Akiyoshi.
Kawasaki - Dalla Yamaha hanno preso un progettista abile nei quattro in linea big bang e un capotecnico di grande esperienza. Insomma, Yoda e Fanali. Se avessero ingaggiato anche Rossi il tris era perfetto! Scherzi a parte, qui hanno provato un telaio nuovo, fra un po' arriva il motore, manca poco alla prima vittoria?
Ducati - L'aeroplano rosso torna a volare alto e Loris Capirossi sembra Manfred von Richtofen, il mitico Barone Rosso. Con le Bridgestone che gli offrono un avantreno saldo come una roccia e i netti progressi fatti dalla Desmosedici, la Casa italiana riacquista peso nel panorama della MotoGp. Peccato per Checa che non riesce a girare per più di mezza giornata a causa della malattia.
Michelin & Bridgestone - La lotta tra i due gommisti ha dell'incredibile: coperture a raffica, mescole, profili, addirittura 12 pneumatici all'anteriore fatti provare dai francesi a Barros. L'impressione che oramai il duello sia alla pari, ma la Michelin schiera pur sempre Honda e Yamaha!
Valentino Rossi - Tirato a lucido, reattivo, simpatico e rilassato. Il campione del mondo lavora duro ma con il sorriso, va forte senza forzare. E' già pronto e ha già capito che la nuova M1 ha bisogno di correttivi. Non è una novità, il dottore azzecca subito la diagnosi giusta.
Max Biaggi - Si presenta decisamente acciaccato, ma appena sale in moto ritrova la grinta e la voglia di fare e dimentica il dolore. Ha preso l'impegno di correre nel team più importante del mondo con grande passione e professionalità. Con Kanemoto nel box si sente ancor più sicuro. Sarà un grande protagonista della stagione e sta dando notizie alla Honda per sviluppare una moto vincente. Occhio!
Loris Capirossi - Concentrato da far paura, demolisce record e vola a Sepang. La nuova Ducati gli piace e si vede, le Bridgestone pure, si prepara un anno di pole? Ma quello che interessa di più è che Loris ha davvero voglia di puntare al podio, fisso! Che grinta dopo 16 anni di mondiale, incredibile...
Marco Melandri - Arriva da una stagionaccia con la Yamaha e si ritrova a prendere le misure della Honda. Marco non si fa prendere dalla fretta e gira per imparare. Dallo stile da reimpostare (con la Honda si entra più calmi in curva) alla scuola di comportamento con la 211, specie a serbatoio pieno. Bravo Macio, studia che quest'anno bisogna essere ben preparati. Sete Gibernau - Nell'ambigua posizione di "ufficiale che non si può dire", Sete prova di tutto e si sacrifica nel ruolo di tester, tenendo qualche giro buono solo nel terzo giorno. La manetta c'è, comunque, quindi da tenere d'occhio.
Colin Edwards - Un po' impacciato con la nuova M1 che ancora fatica ad interpretare al top, il texano non brilla, ma per lui è normale una tappa di avvicinamento tranquilla. Sorprende il cambio di numero (dal 45 al 5) per motivi scaramantici: ma non erano i latini quelli superstiziosi?
Kenny Roberts jr. - Pilota poco incline al sacrificio, quando la moto va si mette a spingere come ai vecchi tempi. In attesa della nuova versione della Suzuki, a Sepang fa vedere un buono smalto.
Carlos Checa - Sfortunatissimo, si presenta con una mano tagliuzzata da una gomma chiodata e dopo una giornata si ammala. Da rivedere, magari con un amuleto al collo.
Toni Elias - Il primo giorno cade e si rompe un dito dopo essere andato pianissimo. Poi stringe i denti e fa interessanti progressi. Deve fare ancora molta strada ma l'inizio è incoraggiante.
Ruben Xaus - Il solito manicaccio vigoroso e un po' casinista, perde subito la strada con set up estremi, poi la Yamaha lo fa tornare al setting di base. Da disciplinare, come sempre.
Troy Bayliss - All'inizio non si trova sulla 211, Barros lo prende per mano, lo consiglia e così Troy ritrova passo e tempi dignitosi. Un po' indietro rispetto agli altri hondisti, ma la voglia c'è tutta. Da rivedere, specie in gara. Alex Barros - Un vero leader che dà equilibrio alla squadra e aiuta il compagno in crisi. E' ancora molto ascoltato dai boss tecnici dell'HRC ed è arrivato in Malesia completamente ristabilito nel fisico. Peccato quel colpo d'aria al collo...Ha ancora la voglia di fare di un ragazzino.
Honda - Per ora abbiamo visto delle 211 in versione 2004 "remix", l'11 febbraio arrivano le moto nuove. Il sospetto è che la HRC stia preparando alla Yamaha il "trappolone" presentandosi con una gran moto. Indispensabile che vada come il vento visto il potenziale della nuova Yamaha, soprattutto quella con il 46 sulla carena. In ogni caso i vertici della Casa esprimono un solo concetto: "L'obiettivo è la vittoria". E la squadra ufficiale sembra davvero buona con un "dieci" di classe come Max e un mediano alla Gattuso come Hayden.
Yamaha - Hanno dato quello che Rossi si aspettava cioè più cavalli e maggiore stabilità. In più hanno realizzato una moto curata come un orologio di lusso. Bravi davvero, se la Honda non tira fuori l'aereo a reazione che qualcuno teme (o sogna, dipende dai punti di vista) la nuova M1 è un mezzo vincente.
Suzuki - Per ora c'è un magmatico box pieno di moto, parti motore e ciclistica. A breve il tutto verrà ricomposto e si spera con buoni risultati. Per ora il motore ha sicuramente più cavalli del precedente e alla Suzuki fanno capire che sono stanchi di fare brutte figure. La verità la scopriremo nei prossimi test. C'era anche una nuova moto con la sospensione posteriore "fotocopiata" da quella della Honda 211, ma che ad oggi non ha convinto il test rider Akiyoshi.
Kawasaki - Dalla Yamaha hanno preso un progettista abile nei quattro in linea big bang e un capotecnico di grande esperienza. Insomma, Yoda e Fanali. Se avessero ingaggiato anche Rossi il tris era perfetto! Scherzi a parte, qui hanno provato un telaio nuovo, fra un po' arriva il motore, manca poco alla prima vittoria?
Ducati - L'aeroplano rosso torna a volare alto e Loris Capirossi sembra Manfred von Richtofen, il mitico Barone Rosso. Con le Bridgestone che gli offrono un avantreno saldo come una roccia e i netti progressi fatti dalla Desmosedici, la Casa italiana riacquista peso nel panorama della MotoGp. Peccato per Checa che non riesce a girare per più di mezza giornata a causa della malattia.
Michelin & Bridgestone - La lotta tra i due gommisti ha dell'incredibile: coperture a raffica, mescole, profili, addirittura 12 pneumatici all'anteriore fatti provare dai francesi a Barros. L'impressione che oramai il duello sia alla pari, ma la Michelin schiera pur sempre Honda e Yamaha!