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Aprilia MotoGP: fine di un’illusione

il 26/11/2004 in Motogp

La rinuncia non è ancora ufficiale, ma la Piaggio, che il 10 dicembre dovrebbe assumersi il peso del rilancio del Gruppo di Noale, anche se punta molto sul potenziale tecnico/agonistico del reparto corse veneto, vuol porre fine all’avventura in MotoGP

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di Luigi Rivola



L’Aprilia è arrivata al limite di una lunga e rischiosissima staccata sbandando vistosamente a freni bloccati, e si appresta ad inserirsi nella curva più importante della sua esistenza industriale. Se riuscirà ad uscirne indenne, e le prospettive fortunatamente ci sono, davanti a lei si aprirà – lo speriamo tutti – un lungo rettilineo dove, accelerando al massimo, avrà anche il tempo di ritrovare il giusto ritmo per le curve successive.


In quale altro modo avremmo potuto aprire un articolo sulla Casa italiana che più di ogni altra negli ultimi venticinque anni ha tenuto alta la bandiera dell’industria motociclistica nazionale puntando soprattutto su eclatanti e continue affermazioni nel campionato mondiale di velocità?
L’Aprilia è ad un punto di svolta fondamentale. La Piaggio ha annunciato che l’acquisizione del Gruppo industriale di Noale sta per compiersi ed ha anche delineato i programmi futuri dell’attività agonistica: l’Aprilia sarà regolarmente al via delle corse internazionali delle classi 125 e 250 nel 2005, ma è praticamente escluso che continui a correre nella MotoGP, troppo costosa e foriera di scarso rientro in termini di mercato. Più probabile invece il rientro in Superbike e un impegno incrementato nella Supermotard.

La rinuncia alla MotoGP era nell’aria da tempo: il progetto non ha dato i risultati che tutti si aspettavano e quest’anno i due piloti ufficiali della tre cilindri veneta, Jeremy McWilliams e Shane Byrne si sono classificati rispettivamente al diciannovesimo e ventesimo posto della graduatoria iridata: un risultato indegno dei trascorsi del marchio e decisamente controproducente per la sua immagine.
Ma non è andata bene nemmeno nelle due classi minori: nella 125 ha vinto il titolo marche, una specie di premio di consolazione che consola pochissimo, ma ha perso quello che conta, ossia il titolo pilota; nella 250 è andata ancora peggio, essendo stata sconfitta dalla Honda in entrambe le classifiche.
Lo sport è sempre stato la linfa vitale dell’Aprilia, ma quest’anno il suo rendimento sportivo ha toccato il fondo. Guarda caso, anche l’industria ha rischiato la chiusura. Non esiste crisi che non abbia una spiegazione. Noi siamo spettatori e cronisti, più che giudici, ma c’è chi da tempo aveva contestato la via presa dall’Aprilia almeno nel settore sportivo; fra questi soprattutto Carlo Pernat, voce autorevolissima per l’indiscutibile e approfondita conoscenza dell’ambiente, ma anche e soprattuto per aver gestito il Team ufficiale Aprilia nel periodo dei suoi più eclatanti successi.
Pochi giorni fa, Pernat ha concesso al nostro Marco Masetti questa intervista in cui racconta il passato e ipotizza il futuro. La pubblichiamo come contributo al rilancio dell’Aprilia, che è iniziato oggi a Pontedera.

di Marco Masetti


Carlo Pernat con Loris Capirossi

Le Aprilia 125 e 250, pur non dominando più, sono ancora moto di vertice; la MotoGp, il fallimentare e costosissimo progetto RS3 potrebbe invece essere arrivata al capolinea. Come si è arrivati a questa situazione? Per capire meglio l'attività sportiva Aprilia, bisogna per forza sentire l'uomo che ha portato in alto la Casa nel ruolo di direttore sportivo, Carlo Pernat, uscito di scena nel 1998 e ora manager di Capirossi, sempre molto legato all'Aprilia, ma anche molto critico con la Casa per la quale lavorò prima di passare al Genoa Calcio e poi a nuove esperienze.
- Quali sono stati gli errori nella gestione sportiva Aprilia?
"Diciamo che da metà '98 ad oggi di sbagli ne sono stati fatti parecchi. Il più grande è stato non aver voluto un responsabile della gestione sportiva e di aver conglobato reparto corse e azienda, quindi non più decisioni dirette e rapide, ma tante cose irrisolte. Il reparto corse deve essere autonomo, deve gestire piloti, team, filosofia sportiva. Se arriva l'azienda è il caos e non a caso HRC, Yamaha Racing sono aziende autonome. E Ducati Corse, anche se è un'azienda marketing oriented ha autonomia dalla Casa".
-
Quindi ci vuole un "dittatore" che agisca in piena autonomia, anche contro l'azienda, se necessario?
"Semplificando è così: se ci sono troppi responsabili non ci sono punti di riferimento, un reparto corse deve essere una struttura piramidale per forza".



- Ma l’Aprilia ha fatto altri errori?
"Bah, ha lasciato la Superbike che era indispensabile per supportare il prodotto di serie e soprattutto ha insistito sul progetto MotoGp, palesemente fallimentare, più o meno come il bicilindrico due tempi in 500 che ha corso per sette anni senza risultati, costando moltissimo. Questo ha anche tolto risorse a 125 e 250 dove Aprilia è punto di riferimento per tutti da anni. La stagione 2003, sotto questo punto di vista è stata la peggiore".
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Che cosa cambierà con l'arrivo della Piaggio?
"Cambieranno molte cose, ma il problema maggiore della Piaggio sono i tanti marchi della galassia che si sovrappongono e rischiano di assorbire risorse e di far spendere due volte. Gilera, Aprilia, Derbi che fare? Prendiamo Gilera che è un marchio storico, che fare? Si potrebbe farlo rientrare in MotoGp, ma ci sarebbe conflitto tra due marchi. Bisogna decidere subito, facendo scelte. Per fortuna c'è il reparto corse Aprilia che non ha nulla da invidiare all'HRC, tra le tante scelte che la Piaggio deve fare, c'è anche questo, non bisogna lasciar perdere questo patrimonio. Se io fossi a capo dello sport Piaggio lascerei la MotoGp per una pausa di riflessione e mi ripresenterei con un altro progetto, poi tornerei in Superbike e non lascerei perdere 125 e 250".
-
Si parla di affidare la RS3 ad una struttura esterna, cosa ne pensa?
"Mi sembra una ciambella di salvataggio lanciata ad un progetto senza sbocchi. Io mi presenterei con una Gilera in MotoGp, con un marchio storico, quello di Masetti, Duke, Liberati, magari con una quattro cilindri. Investendo".

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