Motogp
Il pagellone di fine 2004
Una stagione in un voto e in poche righe… non bastano ma aiutano a capire e a discutere. Classe per classe, una pagina a categoria, il nostro inviato al motomondiale esamina i piloti più interessanti, le Case e le moto. Il dibattito è aperto nel forum
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I tre campioni del 2004: Pedrosa, Rossi e Dovizioso. I protagonisti delle tre classi sono esaminati in questa pagina e nelle due seguenti
Rossi: – Semplicemente mostruoso per come ha trasformato la Yamaha da cavallo bolso in purosangue. In stagione ha vinto nove volte con due secondi posti, come a dire che in metà delle gare per gli altri non c’era speranza, e si è visto! Due zone d’ombra in Brasile e Quatar, la solita parte finale massacrante per gli altri. Ragazzi, almeno una gioia nella vita c’è: vederlo correre. Unico difetto: è diventato più famoso di Gesù, con tutto quel che ne consegue, soprattutto poco spazio per gli altri!
Gibernau:– Il secondo è primo degli sconfitti, ma il buon Sete è stato l’unico a tenere vivo il mondiale fino alla penultima gara. Ha avuto il coraggio di resistere alla furia Rossi, è riuscito a digerire tre sconfitte diretta di fila (Italia, Catalunya, Olanda) seguite da due stop. Bravo e tosto e con la grande sfiga di aver potuto disporre della nuova Honda solo in tempo per bocciarla e usare la vecchia. Gran pilota, poche storie e carattere da vendere.
Biaggi: – Nove volte sul podio, ma una sola vittoria: questa è forse la chiave della sua stagione, segnata da uno scarso feeling con la Honda. Per molti è in fase discendente, ma non dimenticate che è nettamente la terza forza del mondiale. Il prossimo anno avrà la moto ufficiale, forse in questo si è un po’ risparmiato. Se Max è un vecchio, come dicono, i giovani è meglio che si impegnino di più. E molto.
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Barros: – Ha fatto poco per essere ufficiale Honda, soprattutto non ci ha capito molto della sua moto e dello sviluppo. Qualche buono sprazzo, molte cadute, secondo noi troppe responsabilità e test: lui è uno da gara, e basta.
Edwards: - - Due belle gare, una costanza di rendimento notevole (nel senso che a parte Motegi ha sempre portato la moto in fondo) ma pochi lampi. Un po’ addormentato in alcune fasi della stagione e molti problemi di guida (chattering). Morale: passa alla Yamaha, felice come una pasqua. Un altro tradito dalla Honda.
Tamada: – Dopo Rossi e Gibernau è quello che ha vinto di più e questo fa di Makoto una sicurezza sulla quale puntare sempre. Bel pilota, veloce e di temperamento. Troppo condizionato dalle gomme Bridgestone, nel bene e nel male, resta un tipino da prendere con le molle quando è in giornata.
Checa: – Stessa moto di Rossi, ma tanti punti in meno. Non si capisce cosa manchi a Carlos per stare nel gruppo dei primi, ma lui in stagione schiera solo un podio e una pole. Resta una persona molto intelligente che non fa polemiche, ad esempio non ha mai detto: “Tutti a seguire Rossi e le sue indicazioni e a me non bada nessuno”. Un buon secondo pilota, ma non un leader.
Hayden: – Forse la più grande delusione della stagione. Giovane e poco esperto, si ritrova in squadra con Barros a sviluppare una moto difficile. Resta il sospetto che se avesse fatto un anno in una squadra satellite avrebbe fatto meglio. Si consola con due podi, ma non ha fatto vedere grandi progressi dai tempi del debutto.
Capirossi:– Terzo pilota con Checa e Hayden a quota 117 punti, ma i suoi sono punti più sudati. Soffre l’annata difficile della Ducati e va quasi sempre a punti, non perde la testa e dimostra di saper soffrire e di avere molta passione dentro. Certe sue lotte contro la moto valevano il prezzo del biglietto. Un solo podio, ma era dura far di più.
Nakano: – Bravo e concreto nel far crescere la moto e nel trovare anche buoni risultati come il podio in Giappone. E poi il botto del Mugello: qualcuno avrebbe appeso il casco al chiodo! Gran pilota, la Kawasaki gli va stretta.
Xaus: – La Ducati 2003 non era la moto più facile per debuttare in MotoGp, eppure tra cadute e ritiri, ha fatto anche un podio. Ha carattere da vendere e voglia di fare bene, ma è ancora un po’ selvaggio. Se sale sulla moto giusta, nel 2004 può fare buone cose.
Melandri: – Annata terribile, fatta di cadute e delusioni, di due podi e di un rapporto pessimo con la squadra. Da rifondare, ricostruire, motivare. Forse va nella direzione giusta (Gresini) e sarebbe un bene, perché le doti ci sono, il carattere meno.
Bayliss: – Una brutta stagione segnata dall’annata no della moto e dalla scarsa tranquillità che lui ha avuto. Una perla, luminosissima, all’ultima gara che fa capire che il carattere non gli manca. Già pronto alla riscossa.
McWilliams: – Stagione eroica a quarant’anni suonati e con una moto così così. Per combattività e impegno, un vero gigante, un esempio.
Fabrizio: – L’unica vera sorpresa della stagione. Arrivato dal nulla sulla peggiore moto del mondiale, fa anche belle gare. In una stagione passa dalla WCM all’Aprilia, alla Supersport: non è gestito molto bene, ma è giovane…
Yamaha: – Hanno avuto il coraggio di investire soldi sul pilota per far crescere la moto. Questa politica “umanistica” li ha premiati. Bravi e adesso, come dice Rossi, non bisogna mollare! Resta un dubbio: ma se non c’era Rossi come bisognava giudicare la M1?
Honda: – Sei moto in fila, dal secondo al sesto posto. La moto più competitiva resta la 211, ma chi la guida non è contento. Semplice, la moto crescendo di prestazioni, è diventata più complessa e difficile da mettere a punto. Insomma, manca Rossi e si prende paga. Poco piacevole anche il legame con gli sponsor che determinano anche lo sviluppo della moto (vedi la Repsol). Insomma, una sconfitta che forse li farà scendere dal pero.
Ducati: – Al via della stagione una moto ritenuta perfetta che invece non va come dovrebbe, mettiamoci lo scarso feeling con le nuove gomme, ma la Desmosedici di inizio anno era una belva ingovernabile. Con il motore Twinpulse l’ammissione che si era sbagliato e qualche risultato in più. Non bella la storia con Bayliss a fine stagione: insomma, come passare da rivelazione del 2003 a delusione 2004. Resta un grande staff, una Casa che fa moto e un pilota che fa miracoli… non è poco.
Kawasaki: – Il sospetto è che abbiano due motori: uno da prestazioni ma fragile come cristallo di Boemia e una robusto ma scarso di cavalli.
Suzuki: – Non so se i piloti siano poco adatti allo sviluppo o se gli ingegneri abbiano bisogno di un bel caffè doppio, ma i risultati restano sotto le aspettative.
Aprilia: – La crisi della società e il progetto cervellotico rendono impossibile fare di più. La MotoGp è un mostro che mangia immani risorse economiche e a Noale queste non c’erano. Morale: una stagione in tono minore.
Proton: – L’ha progettata un genio della Formula Uno, ha un motore uguale alla Honda, ma non va avanti. Tra i piloti, buono Aoki, mentre Kurtis Roberts ha scelte condivisibili in fatto di ragazze e nulla più.
WCM: – Una motaccia, con gomme Dunlop, come non bastasse. Se non azzeccavano Fabrizio, una stagione da buttare. E poi fare la MotoGp con quattro soldi, senza uno sponsor…
Pedrosa: – Senza dubbio il più forte del mazzo, e non di poco. Dominatore della stagione, con una moto cucita su misura, ha fatto il dittatore. E’ un pilota perfetto e completo, sempre lucido, magari poco spettacolare, ma un fuoriclasse. Insomma, non ha vinto perché è leggero, come dicono i suoi detrattori.
Porto: – L’unico vero rivale di Pedrosa in stagione, velocissimo in prova con 9 pole, ha vinto cinque gare contro le sette del rivale. Non sempre a posto con la moto, non fortunatissimo, ma molto bravo. Merita la MotoGp, o almeno la posizione di pilota ufficialissimo in 250.
De Puniet:– A inizio stagione sembrava imprendibile, poi si è perso per strada. E’ sembrato svuotato dopo la pausa estiva e non sempre a posto con la moto. Infatti si è anche lamentato per questo.
Elias: – Stagione tremendamente difficile con una moto che non gli piaceva molto. Resta un grande combattente, non sempre lucidissimo, un pilota che deve ancora maturare del tutto. Come risposta gli sponsor lo portano in MotoGp: un’altra promozione senza vittoria.
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De Angelis: – Bella stagione, miglior debuttante, dopo Pedrosa, naturalmente. Ha corso usando la testa e cercando di capire bene la 250. A inizio anno aveva una moto che di ufficiale aveva solo il nome.
Rolfo: – Anno scorso secondo nel mondiale, in questa stagione più lento di molte kit. Il suo fisico e la minihonda hanno litigato tutto il campionato. Alla fine, quotazioni in ribasso e molti rimpianti. Una sola luce in un’annata da dimenticare alla svelta, la vittoria di Jerez.
Poggiali: – Annata disastrosa, nella quale sfortuna e morale basso sono andati a braccetto. Poco feeling con la squadra e un infortunio incredibile, ma anche gara buttate via. Da rigenerare, ci riuscirà la KTM? Resta un grande pilota che ha anche vinto una gara.
Battaini: – Il mago delle kit si conferma miglior privato del mondo. Resta un dubbio, se avesse spinte giuste farebbe bene anche con una ufficiale o in MotoGp?
– Aoyama è un bel pilota ed è cresciuto molto nel corso della stagione, Nieto in 250 non va più avanti, West si è fatto male sul più bello, Davies è forse la più bella sorpresa della stagione. Guintoli è in calo netto, mentre Debon si conferma buon comprimario. A me è piaciuto anche Baldolini, al quale manca solo un po’ di grinta.
LE MOTO, LE CASE
Honda: – Voto basso perché la RSW è perfetta per Pedrosa, ma assolutamente inusabile per piloti più strutturati. Strano il fatto che Dani abbia usato il telaio vecchio, imitato da Rolfo e Elias che va meglio del nuovo imposto a Aoyama. Una moto costruita per un solo pilota?
Aprilia: – Resta il cavallo migliore per i rider della 250, ma perde titolo piloti e marche. Veloce ma anche molto sensibile, paga un progetto che ha qualche annetto sulle spalle. E poi la gestione delle squadre, con continui sospetti e la mancanza di un direttore sportivo si sono fatti sentire.
Yamaha: – Quella di Matsudo ha fatto buone cose, quelle del team NC World Trade no. Non è una moto vincente e nemmeno piazzata! Possibile che in Giappone non sappiano fare di meglio?
Aprilia: – Resta l’unica strada possibile per un privato, ma la distanza dalla ufficiali è notevole.
Honda kit: – Buona quella di Debon, sulla quale il team ha lavorato parecchio, le altre non ci sono proprio. Anche qui c’è molto da fare.
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Dovizioso:– Il campione del mondo si presenta così: 5 vittorie, altrettanti secondi posti, un terzo, otto pole e 91 punti sul secondo. Se non basta, ecco Andrea da Forlì, miglior giovane uscito dalle scuole europee, cioè le migliori. Guida bene e ha già la testa del pilota: ragiona in centesimi, non fa mai sciocchezze, vive la gara nel box. Fortissimo in bagarre e sul giro, se fosse spagnolo sarebbe già in MotoGp.
Barbera: – Voto che è un po’ la media tra il fenomeno che è quando è in giornata e il disastro di quando la testa gli si spegne. Visione di gara pari allo zero, ma classe cristallina, totalmente da costruire come pilota (nel senso tattico del termine). Peccato, lo promuovono in 250 e così rischia di diventare una grande incompiuta, alla Elias, per capirci. Ma i soldi sono tutti in Spagna, e si vede.
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Locatelli:– Voleva lasciare da campione e ci ha provato. Errori e sfortuna, guai tecnici e giornatacce, ma sempre con carattere e classe. Lo tolgono per raggiunti limiti di età dalla 125 e fanno male perché i giovani hanno bisogno di esempi.
Lorenzo: – Inizia la stagione con una moto da inventare a causa della fuga dello staff tecnico verso la KTM e la termina con la fuga (sua) in 250. Nel mezzo, gare bellissime, tre vittorie, numeri da circo, sorpassi impossibili, traiettorie di fantasia. Un talento, da disciplinare.
Stoner: – Se non si fosse rotto una clavicola sul più bello, in Germania, avrebbe fatto ancora di più. Cade meno rispetto al passato e va forte come sempre: un bel pilota.
Nieto: 6 – A corrente alternata, meno veloce dei rivali, ma in mischia sembra Gattuso. Uno che i punti in 125 li fa sempre.
Bautista:– Bravo, disciplinato e di classe. Un gran bel pilota, con più testa rispetto a Barbera e Lorenzo. Favorito d’obbligo nella prossima stagione.
Giansanti: – Non sempre sorretto dalla moto, ma presente e combattivo. Passa in 250 perché ha 28 anni, ma senza moto ufficiale, peccato.
– Jenkner è meglio di Kallio, Simoncelli e Borsoi impattano a 79, Corsi e Simon sono uomini mercato ma fanno in due meno del pensionato Jenkner. Pasini e Lai sperano in un futuro migliore, ma intanto Lai sul podio c’è stato. Talmacsi sarà il pilota ungherese più pagato della storia. Tanti soldi li prenderà dalla Derbi anche Pesek, ma tra i giovani a me è sembrato più forte Gadea. Giuseppetti è spinto dalla Dorna perché tedesco... La 125 a causa dei limiti di età e delle spinte “geopoliticoamministrative” dell’organizzazione deve trovare nuovi equilibri. Che per ora non ci sono.
LE MOTO, LE CASE
Honda: – Come sempre nelle piccole c’è solo una moto che va, quella che vince il mondiale; le altre meno. La Hondina è sensibile e richiede piloti di fino, alla Pedrosa o alla Dovizioso. Ovvero i due campioni del mondo del 2003 e 2004.
Aprilia: – La moto va forte, ma il titolo non lo vince neanche in questa stagione e la concorrenza si fa sotto. Forse è il momento di fare qualcosa di nuovo e di puntare decisi su una squadra, massimo due. Perché vincere, nelle gare, è quello che conta e c’è molta dispersione.
Derbi Gilera: – Molto altalenanti tra motori veloci e altri meno. C’è da capire che in pratica il team è ripartito da zero a inizio anno, e poi perché ad ogni stagione c’è una rivoluzione? Il prossimo anno cambiano tutti i piloti.
KTM: – Moto veloci ma un po’ fragili, di sicuro la più grande sorpresa della stagione. Serve un pilota di punta.
Malaguti:– Un po’ in debito di cavalli, ma avanzata tecnicamente. Per stare nella top ten servono due piloti di fascia alta.
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