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Calendario 2005: costi alle stelle

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Sette gare extrauropee significa un raddoppio dei costi di traferta, problemi di sviluppo delle moto per i team privati, e tante complicazione a livello di organizzazione. Senza contare il jet lag e altri problemi con chi rimane a casa...

La sede della Federazione Internazionale Motociclistica, a Mies, in Svizzera Vai al calendario del motomondiale 2005

Un calendario davvero internazionale, per il motomondiale, nel senso letterale del termine. Si va negli USA; a Laguna Seca e questo è importante perché un mondiale senza gli States non aveva senso e anche per togliere gli statunitensi da una pericolosa tendenza all’autarchia che gli fece dire tanti anni fa: “Chi è questo Agostini che dice di essere il campione del mondo e non ha mai corso nell’AMA?”. Ago si presentò alla 2OO Miglia di Daytona e vinse, per la cronaca! Forse capirono.
Poi c’è la Cina, resta il Qatar, sempre con un caldo proibitivo; Rio vince il ballottaggio con Welkom con ben pochi rimpianti vista la pista e i dintorni tragicamente abbandonati della cittadina sudafricana in confronto al bel vivere del Brasile. La Cina stuzzica, ma una ricognizione sul posto fatta a giugno mi ha fatto capire due cose: tante opportunità commerciali e agonistiche, una pista splendida, ma anche difficoltà logistiche e burocratiche non indifferenti. La Cina non è ancora un paese aperto, non si può noleggiare un’auto e girare liberamente e nessuno parla inglese. Quindi in colonna.
Insomma, a parte le date molto staccate, prevedo un solo grande cambiamento: i costi. “Una trasferta extraeuropea costa il doppio rispetto a una sul vecchio continente” – dichiara Cirano Mularoni, team manager della squadra Kopron Scot che ha portato al mondiale 125 Andrea Dovizioso. E non è tutto… Oltre ai piloti e ai meccanici, viaggiano altre persone, tra addetti commerciali e stampa e i costi vanno alle stelle, visto che le extraeuropee sono sette. Possiamo dire che i viaggi vanno in bilancio di un team in misura variabile. Circa 250 – 300 mila euro per un team della 125, quasi un milione  per un top team della MotoGp. Il che vuol dire quasi metà del budget per una piccola squadra senza moto ufficiali e piloti di alto livello (cioè pagati) e molto meno per il top team. Ricordiamo che ci sono i voli, gli alberghi, i ristoranti, le auto a noleggio, le mille spese che ci sono stando in giro. La logistica la fa da padrona: il calendario sembra fatto a misura degli spostamenti delle casse via aereo in giro per il mondo e non per gli umani: chi vive nel mondiale è diventato melatonina-dipendente per cercare di ammortizzare il jet lag.
Non sarà facile sviluppare le moto a casa, soprattutto per le squadre piccole, quindi si sfrutterà molto la formula dei test dopo gara, soprattutto nella sempre più compressa fase europea anche perché nelle extraeuropee, le moto vengono chiuse nelle casse a fine e riaperte alla successiva.
Costi alle stelle: vediamo arrivare brutti venti per le piccole della 125 e 250 (che salteranno solo la gara statunitense) e per chi in MotoGp zoppica come Proton KR, WCM e D’Antin.
Che questo viaggiare metta in crisi il mondo delle due ruote è provato da quello che mi è successo oggi. Alla ricerca di un commento sul calendario ho chiamato tre persone: Mularoni (team manager del Team Honda Kopron, 125), Fausto Gresini (Motogp, Honda telefonica) e Francesco Rapisarda (Direttore comunicazione Ducati). I primi due, appena tornati dall’Australia non ne sapevano nulla, il terzo (chiamato perché il team director Suppo stava tornando dai test di Phillip Island ed era in aereo) era in giro per contatti e ignorava il tutto. E poi c’è il problema degli assegni mensili alle mogli che divorziano perché non si sta più a casa. Anche a questo penseranno gli sponsor tabaccai?
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