Motogp
Estoril MotoGP: sfida sull'Atlantico
Per il Gp del Portogallo si delinea un ennesimo, appassionante duello fra Rossi e Gibernau con la pericolosa incognita di Biaggi. Una probabile sorpresa: Fabrizo sull'Aprilia di Byrne
In corsa per il campionato: Rossi e Gibernau
La sfida sull'Atlantico - la pista portoghese dell'Estoril è vicinissima al grande mare - si annuncia rovente, come sempre. Ma c'è qualcosa di più da tenere d'occhio per capire bene quello che sta succedendo e, soprattutto, quello che succederà...
Visto che il motivo dominante di questa stagione è l'inseguimento alla lepre numero 46 - mister Valentino Rossi da Tavullia - sarà da scoprire come la sua Yamaha M1 si adatterà alla pista portoghese. Teoricamente il tracciato, molto guidato e con cambi di direzione da prendere in agilità, danzando come una libellula, è favorevole alla Yamaha, ma a complicare le cose ci sono le buche e le raffiche di vento. Se l'aria che arriva dal mare non fa molta paura a Rossi, che sa guidare anche di forza e sopra i problemi, le buche invece lo inquietano. La Yamaha è una moto molto "secca" nella risposta e sensibilissima alle variazioni di assetto, quindi Vale (leader della classifica a quota 184) dovrà trovare, con la sua magica squadra capitanata da Jeremy Burgess, un setting adatto a mantenere agilità e, al tempo stesso, a stare ben attaccati all'asfalto. Due cose difficili da ottenere al tempo stesso, come bene sanno quelli che sono andati forte in moto qualche volta nella vita. E non per caso.
Rivale numero uno del più grande pilota in attività è naturalmente il bomber catalano Sete Gibernau (167 punti), promosso da una gara a "quasi ufficiale" dalla Honda che gli ha affidato la 211 ultima versione, molto vicina - se non identica - a quella di Barros e Hayden, ovvero i piloti factory della Casa nipponica. Lo spagnolo è reduce dalla vittoria di Brno, conquistata con grande forza e classe, a conferma che il suo stato di forma è al top. E Sete all'Estoril va forte, eccome, quindi sfida rovente, con il titolo in palio.
Poi c'è la sfinge Max Biaggi (158)... Anche il romano - che ha dichiarato pubblicamente di non avere trattative con la Suzuki (la Casa giapponese però ha detto il contrario) - dispone di una moto ultimo tipo, con la quale però non si è trovato bene a Brno. Problemi di assetto, soprattutto in staccata con saltellamenti niente male che hanno fermato Max al gradino più basso del podio. Dopo la gara ci sono stati i test che non hanno risolto i problemi di chattering. Ma in caso di moto a posto, Max diventa un cliente pericoloso per tutti, nessuno escluso!
Scesi dal podio della classifica non troviamo piloti molto in palla, come confermato dalla gara della Repubblica Ceca dove abbiamo visto molta gente andare in giro per la pista senza troppo mordente, alle prese con problemi apparentemente insolubili.
Ad esempio c'è Colin Edwards, quarta forza del mondiale a quota 104, ultimo dei piloti in tripla cifra che sta contribuendo niente male al successo di squadra del team Gresini che è la miglior squadra a livello globale del mondiale. L'americano è l'unico assieme a Biaggi ad essere sempre andato a punti, ma a parte la gara di Donington, non ha mai fatto l'acuto. C'è anche da dire che non ha mai avuto materiale di alto livello e si è dovuto accontentare di "roba" piuttosto vecchia tecnicamente.
In ogni caso Colin ha fatto sempre meglio dei due "ufficiali". Alex Barros (86 punti) e Nicky Hayden (83) che fino ad ora hanno fatto davvero gridare allo scandalo. Il brasiliano è bravo, ma nel ruolo di pilota di punta della Honda e di sviluppatore di moto ha ampissimi margini di miglioramento, cosa che per un veterano come lui fa pensare. Insomma, detta senza giri di parole: se Alex avesse a disposizione moto sviluppate da un altro, potrebbe vincere come fece due anni fa a fine stagione con la moto che aveva messo a punto Rossi. Ma se deve essere lui a dare la direzione la cosa cambia!
Per Hayden la situazione è ancora più complicata e si vede ad occhio nudo. L'americano nel week-end si è rotto la clavicola destra mentre faceva Supermotard (sport un po' pericoloso a metà stagione...) e tenterà di dare il contributo alla lotta della Honda contro Rossi. Mah, impresa molto difficile, anche da sano, secondo noi che non crediamo molto alle doti del ragazzo. A proposito: a Motegi rivedremo Tohru Ukawa con una 211. Qualcuno ipotizza che il nipponico potrebbe tornare anche all'Estoril se Hayden non ce la dovesse fare. Il risultato sarebbe identico, visto che Ukawa davanti a Rossi proprio non lo giocherei neanche a 10!
Piuttosto è interessante vedere cosa faranno due piloti che con la Yamaha hanno raccolto meno del previsto: Carlos Checa e Marco Melandri. Lo spagnolo se non altro ha il pregio di starsene bello tranquillo cercandosi una sistemazione per la prossima stagione, magari salendo per la seconda volta in stagione sul podio. Macio sta attraversando un momento non troppo felice. Infortuni, operazioni e un certo nervosismo che non lo aiutano certo nella conquista del terzo podio stagionale. Tra Melandri e la squadra di Poncharal non c'è grande feeling, ma si sospetta che questa tensione derivi più che da motivi tecnici, da manovre di mercato che vogliono Macio in trattative con Ducati e con il Team Gresini. Attenzione perché il campionato non è finito ed è meglio restare concentrati al massimo. Anche perché ci si possono togliere belle soddisfazioni.
La Ducati è un altro bel punto interrogativo: difficile prevedere cosa farà all'Estoril. Loris Capirossi e Troy Bayliss hanno voglia di menare le mani in testa alla corsa, ma il rendimento della Desmosedici (e azzardo io, la fiducia dei piloti nei confronti della moto) non è così assolutamente prevedibile. Quindi, gara da decifrare e il solito grande lavoro ai box da parte della squadra per ottenere il massimo.
Gli altri sono un po' nel cono d'ombra: Suzuki e Kawasaki non incidono oggi come ad inizio stagione (i temponi in prova di Roberts sono frutto di scelte estreme di gomma e di carburante imbarcato, lo sanno tutti), mentre in casa Aprilia ci si aspetta il debutto di Michel Fabrizio al posto dell'infortunato Byrne. In bocca al lupo Michel!
Ma attenti all'unico che può davvero trasformarsi in una sorpresa: Makoto Tamada. Se la temperatura sarà contenuta, anche il giapponese targato Bridgestone potrebbe dire la sua.
Visto che il motivo dominante di questa stagione è l'inseguimento alla lepre numero 46 - mister Valentino Rossi da Tavullia - sarà da scoprire come la sua Yamaha M1 si adatterà alla pista portoghese. Teoricamente il tracciato, molto guidato e con cambi di direzione da prendere in agilità, danzando come una libellula, è favorevole alla Yamaha, ma a complicare le cose ci sono le buche e le raffiche di vento. Se l'aria che arriva dal mare non fa molta paura a Rossi, che sa guidare anche di forza e sopra i problemi, le buche invece lo inquietano. La Yamaha è una moto molto "secca" nella risposta e sensibilissima alle variazioni di assetto, quindi Vale (leader della classifica a quota 184) dovrà trovare, con la sua magica squadra capitanata da Jeremy Burgess, un setting adatto a mantenere agilità e, al tempo stesso, a stare ben attaccati all'asfalto. Due cose difficili da ottenere al tempo stesso, come bene sanno quelli che sono andati forte in moto qualche volta nella vita. E non per caso.
Rivale numero uno del più grande pilota in attività è naturalmente il bomber catalano Sete Gibernau (167 punti), promosso da una gara a "quasi ufficiale" dalla Honda che gli ha affidato la 211 ultima versione, molto vicina - se non identica - a quella di Barros e Hayden, ovvero i piloti factory della Casa nipponica. Lo spagnolo è reduce dalla vittoria di Brno, conquistata con grande forza e classe, a conferma che il suo stato di forma è al top. E Sete all'Estoril va forte, eccome, quindi sfida rovente, con il titolo in palio.
Poi c'è la sfinge Max Biaggi (158)... Anche il romano - che ha dichiarato pubblicamente di non avere trattative con la Suzuki (la Casa giapponese però ha detto il contrario) - dispone di una moto ultimo tipo, con la quale però non si è trovato bene a Brno. Problemi di assetto, soprattutto in staccata con saltellamenti niente male che hanno fermato Max al gradino più basso del podio. Dopo la gara ci sono stati i test che non hanno risolto i problemi di chattering. Ma in caso di moto a posto, Max diventa un cliente pericoloso per tutti, nessuno escluso!
Scesi dal podio della classifica non troviamo piloti molto in palla, come confermato dalla gara della Repubblica Ceca dove abbiamo visto molta gente andare in giro per la pista senza troppo mordente, alle prese con problemi apparentemente insolubili.
Ad esempio c'è Colin Edwards, quarta forza del mondiale a quota 104, ultimo dei piloti in tripla cifra che sta contribuendo niente male al successo di squadra del team Gresini che è la miglior squadra a livello globale del mondiale. L'americano è l'unico assieme a Biaggi ad essere sempre andato a punti, ma a parte la gara di Donington, non ha mai fatto l'acuto. C'è anche da dire che non ha mai avuto materiale di alto livello e si è dovuto accontentare di "roba" piuttosto vecchia tecnicamente.
In ogni caso Colin ha fatto sempre meglio dei due "ufficiali". Alex Barros (86 punti) e Nicky Hayden (83) che fino ad ora hanno fatto davvero gridare allo scandalo. Il brasiliano è bravo, ma nel ruolo di pilota di punta della Honda e di sviluppatore di moto ha ampissimi margini di miglioramento, cosa che per un veterano come lui fa pensare. Insomma, detta senza giri di parole: se Alex avesse a disposizione moto sviluppate da un altro, potrebbe vincere come fece due anni fa a fine stagione con la moto che aveva messo a punto Rossi. Ma se deve essere lui a dare la direzione la cosa cambia!
Per Hayden la situazione è ancora più complicata e si vede ad occhio nudo. L'americano nel week-end si è rotto la clavicola destra mentre faceva Supermotard (sport un po' pericoloso a metà stagione...) e tenterà di dare il contributo alla lotta della Honda contro Rossi. Mah, impresa molto difficile, anche da sano, secondo noi che non crediamo molto alle doti del ragazzo. A proposito: a Motegi rivedremo Tohru Ukawa con una 211. Qualcuno ipotizza che il nipponico potrebbe tornare anche all'Estoril se Hayden non ce la dovesse fare. Il risultato sarebbe identico, visto che Ukawa davanti a Rossi proprio non lo giocherei neanche a 10!
Piuttosto è interessante vedere cosa faranno due piloti che con la Yamaha hanno raccolto meno del previsto: Carlos Checa e Marco Melandri. Lo spagnolo se non altro ha il pregio di starsene bello tranquillo cercandosi una sistemazione per la prossima stagione, magari salendo per la seconda volta in stagione sul podio. Macio sta attraversando un momento non troppo felice. Infortuni, operazioni e un certo nervosismo che non lo aiutano certo nella conquista del terzo podio stagionale. Tra Melandri e la squadra di Poncharal non c'è grande feeling, ma si sospetta che questa tensione derivi più che da motivi tecnici, da manovre di mercato che vogliono Macio in trattative con Ducati e con il Team Gresini. Attenzione perché il campionato non è finito ed è meglio restare concentrati al massimo. Anche perché ci si possono togliere belle soddisfazioni.
La Ducati è un altro bel punto interrogativo: difficile prevedere cosa farà all'Estoril. Loris Capirossi e Troy Bayliss hanno voglia di menare le mani in testa alla corsa, ma il rendimento della Desmosedici (e azzardo io, la fiducia dei piloti nei confronti della moto) non è così assolutamente prevedibile. Quindi, gara da decifrare e il solito grande lavoro ai box da parte della squadra per ottenere il massimo.
Gli altri sono un po' nel cono d'ombra: Suzuki e Kawasaki non incidono oggi come ad inizio stagione (i temponi in prova di Roberts sono frutto di scelte estreme di gomma e di carburante imbarcato, lo sanno tutti), mentre in casa Aprilia ci si aspetta il debutto di Michel Fabrizio al posto dell'infortunato Byrne. In bocca al lupo Michel!
Ma attenti all'unico che può davvero trasformarsi in una sorpresa: Makoto Tamada. Se la temperatura sarà contenuta, anche il giapponese targato Bridgestone potrebbe dire la sua.