Motogp
Test Australia 3: le interviste
Pagina principale
A chiusura della tornata di prove a Phillip Island, ecco i pareri di Biaggi, Rossi, Capirossi e del direttore tecnico della Ducati
Max Biaggi: "La mia bandiera è verde speranza. E non sono un bossiano..."
Phillip Island (Australia) - ll tempo di oggi Max Biaggi lo ha fatto saltando da una moto all'altra, nel corso di una simulazione di gara. Resta il problema del chattering su di una moto, irrisolvibile dal team. Forse un telaio difettoso...
"Vero, il problema resta e mi ha bloccato un po' nella simulazione di gara perché non volevo girare con le condizioni falsate dalla mancanza di vento.
"Vero, il problema resta e mi ha bloccato un po' nella simulazione di gara perché non volevo girare con le condizioni falsate dalla mancanza di vento.
Qui nove su dieci tira un ventaccio forte e io volevo simulare tutte le condizioni che troverò in gara. Però ho dovuto cambiare moto, mettendo la stessa gomma che avevo sull'altra. In ogni caso buoni tempi, ma il giorno della gara troveremo forse moto diverse".
- Quindi speri in una Honda ufficiale?
"La bandiera è verde speranza e non perché sono diventato di colpo un bossiano, ma con Honda non si sa mai...".
Il campione sorride, è rilassato e felice.
- Valentino, cosa ne pensi di questi test? Pare non vada così male...
"Se avessi visto questi risultati un mese fa, avrei creduto di sognare, invece adesso vorrei anche far di più. I piloti, gente strana... Oggi ho fatto la prima vera simulazione di gara e non è andata male: visto che siamo indietro di due o tre decimi, alla fine saremmo staccati di 5 secondi. L'anno scorso la Yamaha ne beccava 25, quindi il miglioramento c'è, eccome. Non dico che la colpa fosse dei piloti, questa è una moto nuova, che si guida meglio, meno faticosa da portare al limite. Resta ancora più difficile da guidare rispetto ad una Honda, ma penso di essere nella direzione giusta. Adesso aspetto conferme nei test che faremo qui tra una settimana e poi negli Irta a Barcellona e Jerez. Questa ultima pista è la più interessante con le buche e le frenate violente: se saremo a posto lì vuol dire che siamo davvero cresciuti".
Rossi si appassiona: "Vi spiego come funziona la M1. Rispetto alla Honda richiede uno sforzo maggiore per andare forte, a livello fisico e mentale. E' una vera moto da corsa, mentre la 211 sembra un prodotto della catena di montaggio. Solo che di solito le moto da corsa vanno più forte! Abbiamo lavorato sulla facilità di guida, la prima delle priorità che io avevo indicato. Adesso bisogna farla andare di più. Agile lo è parecchio altrimenti saremmo ancora più staccati. Certo, guido diverso, con meno derapate, ma questo è perché la Honda, quando ruoti a fondo la manopola ha più motore, diciamo che la M1 derapa un terzo rispetto alla 211".
- Gli altri vanno forte...
"Vero, però noto che è rimasta imbattuta la mia pole nel GP dello scorso anno....".
- Davide Brivio, il team manager di Rossi, conferma che il motore quattro valvole big bang va avanti: "Stiamo facendo un grande sforzo: abbiamo altri esemplari di questo motore che lavorano al banco e con i collaudatori in Giappone. Adesso l'obiettivo è trovare più cavalli, magari anche con l'iniezione Marelli, ma non possiamo neanche fare troppe cose assieme".
Non drammatizza il pilota Ducati, anzi analizza la situazione lucidamente e indica la strada per far crescere la sua moto. Resta un fatto: vista dal vero, la GP4 non è fluida come le Honda...
"Oggi abbiamo fatto parecchio lavoro, fin dal mattino. E siamo anche stati veloci: ho fatto segnare dei tempi interessanti. Nel pomeriggio abbiamo fatto delle modifiche, non tutte centrate. Lo so che tutti si aspettavano di più, forse anch'io, poi ci penso e ragiono: due test in fila senza tempo per lavorare a casa, non è il massimo per svezzare una moto che sta crescendo. Comunque resta immutata la grande fiducia che ho nella Ducati: loro hanno un metodo di lavoro razionale, cercano lo sviluppo e non la prestazione immediata. Ragionano da grande Casa e questo mi piace".
- Però le Honda e anche le Yamaha vanno da far paura.
"Vero, loro mettono la moto in pista e fanno i tempi senza sforzo. E' già tutto pronto, mentre noi la moto dobbiamo farcela giorno per giorno. Ed è per questo che non abbiamo ancora un setting perfetto. La Yamaha è un discorso diverso, c'è Rossi che ci mette molto di suo, c'è solo lui per ora. In ogni caso, oggi ho girato in 30' anche con la 16 e 5 anteriore e questo mi fare stare più tranquillo, anche se la mia moto deve diventare più omogenea".
Per capire lo stato di forma della Ducati, l'ingegnere è la persona giusta.
- Bene, Cecchinelli: Capirossi chiede una moto più omogenea, cosa vuol dire? E poi, si sente deluso da questi test nei quali c'è stato qualche problema?
"Il mio bilancio è discretamente soddisfacente. Certo ci manca continuità, però i tempi li abbiamo fatti con assetti onesti da gara e usando gomme da 16.5, una condizione piuttosto veritiera. Gli altri però sono più costanti. Diciamo che la nuova GP4 ha un potenziale più elevato rispetto alla vecchia, che però ha avuto un maggiore sviluppo".
- Perché andate in crisi con le 16.5?
"Perché cambia il feeling che il pilota ha con l'avantreno: è più morbida di struttura, ha più grip, ma è anche meno stabile e rigorosa".
- Ma la GP4 ha dei problemi?
"Uso sempre la vecchia moto come pietra di paragone, ma si tratta di una novità che dobbiamo imparare a conoscere tutti, tecnici e piloti. Si tratta di un salto in avanti coraggioso ma necessario per stare al top. Al limite è diversa, forse perché è stata disegnata per superare i difetti che aveva la moto 2003".
- Una moto che però ha sempre un'erogazione scorbutica, una moto maschia e "ignorante"...
"Forse perché è l'erede della 888. Rispetto alle Honda è una valutazione veritiera ma per i piloti la moto è già meno impegnativa della vecchia. Adesso va smussata, addolcita...".
- Troppi cavalli?
"La potenza è come il denaro: non basta mai. Quindi lavoreremo per renderla più sfruttabile. Si potrebbe andare più lisci riducendo la potenza, ma questo è un controsenso nelle gare. Bisogna trovare il miglior compromesso senza diminuire le prestazioni. Mi fa ridere sentire che secondo qualcuno con l'elettronica si possono togliere cavalli in lato e darli in basso, come se fosse un tocco di magia. Non è vero! Considerate poi che questo motore non è ancora definitivo, ci sono novità in arrivo: ad esempio air box e scarichi che possono cambiare faccia al motore. Speriamo vadano bene e di poterli provare prima di Welkom".
- Quindi speri in una Honda ufficiale?
"La bandiera è verde speranza e non perché sono diventato di colpo un bossiano, ma con Honda non si sa mai...".
Il campione sorride, è rilassato e felice.
- Valentino, cosa ne pensi di questi test? Pare non vada così male...
"Se avessi visto questi risultati un mese fa, avrei creduto di sognare, invece adesso vorrei anche far di più. I piloti, gente strana... Oggi ho fatto la prima vera simulazione di gara e non è andata male: visto che siamo indietro di due o tre decimi, alla fine saremmo staccati di 5 secondi. L'anno scorso la Yamaha ne beccava 25, quindi il miglioramento c'è, eccome. Non dico che la colpa fosse dei piloti, questa è una moto nuova, che si guida meglio, meno faticosa da portare al limite. Resta ancora più difficile da guidare rispetto ad una Honda, ma penso di essere nella direzione giusta. Adesso aspetto conferme nei test che faremo qui tra una settimana e poi negli Irta a Barcellona e Jerez. Questa ultima pista è la più interessante con le buche e le frenate violente: se saremo a posto lì vuol dire che siamo davvero cresciuti".
Rossi si appassiona: "Vi spiego come funziona la M1. Rispetto alla Honda richiede uno sforzo maggiore per andare forte, a livello fisico e mentale. E' una vera moto da corsa, mentre la 211 sembra un prodotto della catena di montaggio. Solo che di solito le moto da corsa vanno più forte! Abbiamo lavorato sulla facilità di guida, la prima delle priorità che io avevo indicato. Adesso bisogna farla andare di più. Agile lo è parecchio altrimenti saremmo ancora più staccati. Certo, guido diverso, con meno derapate, ma questo è perché la Honda, quando ruoti a fondo la manopola ha più motore, diciamo che la M1 derapa un terzo rispetto alla 211".
- Gli altri vanno forte...
"Vero, però noto che è rimasta imbattuta la mia pole nel GP dello scorso anno....".
- Davide Brivio, il team manager di Rossi, conferma che il motore quattro valvole big bang va avanti: "Stiamo facendo un grande sforzo: abbiamo altri esemplari di questo motore che lavorano al banco e con i collaudatori in Giappone. Adesso l'obiettivo è trovare più cavalli, magari anche con l'iniezione Marelli, ma non possiamo neanche fare troppe cose assieme".
Non drammatizza il pilota Ducati, anzi analizza la situazione lucidamente e indica la strada per far crescere la sua moto. Resta un fatto: vista dal vero, la GP4 non è fluida come le Honda...
"Oggi abbiamo fatto parecchio lavoro, fin dal mattino. E siamo anche stati veloci: ho fatto segnare dei tempi interessanti. Nel pomeriggio abbiamo fatto delle modifiche, non tutte centrate. Lo so che tutti si aspettavano di più, forse anch'io, poi ci penso e ragiono: due test in fila senza tempo per lavorare a casa, non è il massimo per svezzare una moto che sta crescendo. Comunque resta immutata la grande fiducia che ho nella Ducati: loro hanno un metodo di lavoro razionale, cercano lo sviluppo e non la prestazione immediata. Ragionano da grande Casa e questo mi piace".
- Però le Honda e anche le Yamaha vanno da far paura.
"Vero, loro mettono la moto in pista e fanno i tempi senza sforzo. E' già tutto pronto, mentre noi la moto dobbiamo farcela giorno per giorno. Ed è per questo che non abbiamo ancora un setting perfetto. La Yamaha è un discorso diverso, c'è Rossi che ci mette molto di suo, c'è solo lui per ora. In ogni caso, oggi ho girato in 30' anche con la 16 e 5 anteriore e questo mi fare stare più tranquillo, anche se la mia moto deve diventare più omogenea".
Per capire lo stato di forma della Ducati, l'ingegnere è la persona giusta.
- Bene, Cecchinelli: Capirossi chiede una moto più omogenea, cosa vuol dire? E poi, si sente deluso da questi test nei quali c'è stato qualche problema?
"Il mio bilancio è discretamente soddisfacente. Certo ci manca continuità, però i tempi li abbiamo fatti con assetti onesti da gara e usando gomme da 16.5, una condizione piuttosto veritiera. Gli altri però sono più costanti. Diciamo che la nuova GP4 ha un potenziale più elevato rispetto alla vecchia, che però ha avuto un maggiore sviluppo".
- Perché andate in crisi con le 16.5?
"Perché cambia il feeling che il pilota ha con l'avantreno: è più morbida di struttura, ha più grip, ma è anche meno stabile e rigorosa".
- Ma la GP4 ha dei problemi?
"Uso sempre la vecchia moto come pietra di paragone, ma si tratta di una novità che dobbiamo imparare a conoscere tutti, tecnici e piloti. Si tratta di un salto in avanti coraggioso ma necessario per stare al top. Al limite è diversa, forse perché è stata disegnata per superare i difetti che aveva la moto 2003".
- Una moto che però ha sempre un'erogazione scorbutica, una moto maschia e "ignorante"...
"Forse perché è l'erede della 888. Rispetto alle Honda è una valutazione veritiera ma per i piloti la moto è già meno impegnativa della vecchia. Adesso va smussata, addolcita...".
- Troppi cavalli?
"La potenza è come il denaro: non basta mai. Quindi lavoreremo per renderla più sfruttabile. Si potrebbe andare più lisci riducendo la potenza, ma questo è un controsenso nelle gare. Bisogna trovare il miglior compromesso senza diminuire le prestazioni. Mi fa ridere sentire che secondo qualcuno con l'elettronica si possono togliere cavalli in lato e darli in basso, come se fosse un tocco di magia. Non è vero! Considerate poi che questo motore non è ancora definitivo, ci sono novità in arrivo: ad esempio air box e scarichi che possono cambiare faccia al motore. Speriamo vadano bene e di poterli provare prima di Welkom".
Galleria fotografica