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Motogp

Test Australia 2: le interviste

il 18/02/2004 in Motogp

Parlano Capirossi, Cecchinelli, Rossi, Edwards, Gibernau, Biaggi e Melandri

Capirossi: "Una bella soddisfazione... e potevo tirare anche di più"

Phillip Island (Australia) - Come si fa a cambiare dal giorno alla notte? Non è facile, a meno di non chiamarsi Loris Capirossi e... Ducati. Prima dell'ingegner Corrado Cecchinelli, sentiamo il pilota, visibilmente orgoglioso per la bella prova di oggi...
"E' una bella soddisfazione, niente da dire, abbiamo lavorato molto su bilanciamento della moto e distribuzione dei pesi e la moto ha risposto alla perfezione. Certo, il tempo l'ho fatto con la 17 anteriore, ma in seguito ho usato la 16.5 continuando con un gran bel passo e domani continueremo su questa strada. E' una complicazione in più sviluppare assieme gomme e moto, ma la GP4 ha un gran potenziale e oggi si è visto".
- Come viene fuori un tempo come quello di oggi?
"Dopo il lavoro fatto sulla moto, sono salito in moto fin dal mattino con l'obiettivo di forzare per vedere il limite e il tempo è venuto subito. Penso che si possa andare anche più forte, magari rischiando un po', ma l'obiettivo di questo test non è questo".
- E' vero che la Ducati non va d'accordo con la 16.5 che invece Michelin spinge molto?
"No, non è proprio così: a Sepang abbiamo avuto problemi, ma questo è successo perchè la moto era nuova e non avevamo mai provato. Ripeto, il tempo è venuto con la 17, ma anche con l'altra sono andato forte".
- Non sei stanco dopo tutti questi giorni di test?
"No, anche domani c'è molto da fare e bisogna essere forti, questo sarà un campionato duro e dobbiamo arrivare alla prima gara in linea con i migliori, quindi bisogna impegnarsi al massimo e lavorare".
L'ingegnere che è alla testa del team Ducati Corse sotto il profilo tecnico è un buon conversatore e, pur con la naturale ritrosia (omertà?) dei tecnici ci spiega il "miracolo Ducati", ovvero come passare da tempi di retrovia alla "pole" di giornata.
"Ieri avevamo problemi e i piloti ci avevano detto che non sentivano bene l'avantreno. Non ci voleva certo un grande decisionismo per capire che bisognava cambiare, quindi, tutti assieme, abbiamo messo a punto due piani diversi. Uno per Troy e uno per Loris, con il fine di migliorare la situazione. Per ora i fatti ci hanno dato ragione, ma domani il lavoro continuerà soprattutto con l'obiettivo di far migliorare Bayliss".
- Ingegnere, cosa avete fatto per raddrizzare la barca?
"Abbiamo lavorato sulla geometria della ciclistica, soprattutto sull'anteriore. Direi che abbiamo fatto manovre pesanti sul set up. Non credo che un lavoro del genere sarebbe stato possibile in un week end di gara, ma adesso ho una grande curiosità: voglio vedere se con le modifiche fatte saremo veloci anche su altre piste. Questo è importante perché oggi abbiamo capito che ancora non abbiamo il set up universale e in MotoGp vince chi tocca poco da una pista all'altra. Vorrei tornare a Sepang e fare una verifica e invece non si può. Adesso abbiamo i test a Valencia, una pista molto diversa da questa, ma che ci ha visto veloci anche lo scorso anno; stesso discorso per Barcellona, mentre Jerez può essere più significativa. In ogni caso, dopo questi test ci sarà la prima del mondiale e lì bisogna essere a posto e aver capito tutto. Domani continueremo a lavorare con due programmi diversi a seconda del pilota, purtroppo non possiamo usare le stesse regolazioni, visto che Try e Capirossi usano diverse geometrie di sterzo. Mi chiedete se sono soddisfatto, rispondo che una giornata non è significativa e che è meglio star davanti quando ci sono i punti in palio. I test spesso ingannano: alle volte si prova molto e si va in confusione però si hanno molti dati, in altre situazioni, si prova poco e si fa la grande prestazione. Guardando ai fatti è meglio la prima ipotesi".

Stesso motore della Malesia, l'innominabile (per loro) quattro valvole big bang, e anche in questo caso, il propulsore è stato promosso a pieni voti dall'unico pilota che per ora lo usa. Ovvio è un esemplare unico, come Vale...
"Sì, è sempre lui e qui ha fatto davvero la differenza, si vede e si sente. Qui non ci sono le accelerazioni quasi da fermo come in Malesia, situazione nella quale perdiamo ancora tempo rispetto agli altri. Qui è più raccordato e veloce. A proposito, nel dritto, rispetto agli altri, perdiamo ma di poco, solo in fondo al rettilineo. A Sepang rendeva la guida più facile, qui si è dimostrato superiore all'altro. Secondo me aiuta il pilota a girare più veloce e soprattutto consente di guidare meglio quando le gomme sono alla fine. Si controlla meglio la moto e non è poco. Oggi però abbiamo lavorato molto sulla cilistica e la M1 conferma di essere "sana" cioè molto reattiva alle regolazioni. Un lavoro che ci verrà utile su altre piste, direi un bel passo avanti".
- Hai girato con i rivali, ti abbiamo visto, un buon metodo per capire a che punto sei?
"Sì, dietro Hayden ho fatto il mio miglior tempo di oggi, nonostante un errore, e poi l'ho seguito: ho capito che in uscita dalle curve lente la Honda ne ha di più e mi va via. Sono anche stato dietro ad una Ducati. La Honda globalmente fa più paura, ma la Ducati ha più motore di tutti".
- Melandri parla benissimo dell'iniezione Marelli, cosa ne pensi?
"Sono curioso e voglio provarla, può aiutarci molto e voglio testarla prima dell'inizio del mondiale. Marco mi ha detto che va bene, quindi spingerò la Yamaha ad accelerare i tempi".

Veloce nel corso di tutta la giornata, gran passo, pochi problemi: Sete Gibernau esce dalla seconda giornata di Sepang con un bilancio positivo. Soprattutto per lui, ecco il perché:
"Non lo nego, su questa pista ho sempre avuto difficoltà. Posso dire di essere guarito dalla sindrome di Phillip Island. Abbiamo lavorato su piccole cose, ma molto importanti, un affinamento del setting, per trovare un bilanciamento ideale tra anteriore e posteriore della moto. Posso dire che l'abbiamo trovato e che questo non cambia la mia strategia in vista del mondiale: essere a posto su tutti i tracciati, essere consistente e pensare alla vittoria supportato dalla moto. Diciamo che stiamo andando nella direzione giusta".

Un martello, questo è il termine giusto per l'americano del team Movistar che, anche oggi, ha fatto faville inanellando giri su giri sul passo dell'uno e trentuno "basso". Il ritmo fa paura, e Colin è molto sicuro dei propri mezzi.
"Penso di aver trovato un buon compromesso tra tutte le parti della mia moto. Tutto è sintonia: il comportamento in frenata, l'agilità in curva, la trazione, l'erogazione del motore. Secondo me la Honda RC 211V è già pronta per il mondiale e io devo solo pensare ad essere consistente. Sono molto felice di essere in MotoGp nella squadra giusta, sulla moto giusta. Beh, oggi è una giornata nella quale l'ottimismo non mi manca".

Continuano i problemi alla moto 1 di Max: saltellamento dell'anteriore. In compenso la moto 2 non spinge al massimo. Che fare? "Mah, una va bene in frenata ma saltella, mentre l'altra non ha chattering ma non va. Oramai abbiamo provato tutto, domani monteremo il retrotreno completo di una sull'altra e poi vedremo. Lo capiremo subito, perchè il chattering c'è anche se giri in uno e trentadue".
- Come vanno secondo te Ducati e Yamaha?
"La Ducati in Malesia proprio non c'era e qui vola, la Yamaha è in crescita. Penso che sia presto per dare giudizi, da qui all'inizio del mondiale cambieranno ancora le cose".
- Conviene che le altre Case punzecchino la Honda, magari potrebbe arrivare materiale migliore per te?
"No, meglio che le altre non crescano, penso mi convenga così".
- Rossi ha detto che la Yamaha ha un buon telaio: merito tuo?
"Vedo che per me i tempi nella realizzazione di materiale nuovo erano più lunghi. Sul telaio posso solo dire che da quando ho guidato una M1 per la prima volta prendevamo due secondi al giro e che dopo le modifiche chieste da me andavamo un mezzo secondo più veloci delle Honda nelle prove dell'inverno 2001".

Si massaggia da solo (ma fa fatica con la scapola), qui non ci sono fisioterapisti, è stanco per i tanti giri percorsi, però Macio ha la faccia di chi è uscito dal tunnel... E vede la luce:
"Ho fatto buoni tempi, mi hanno dato gomme che andavano bene ma soprattutto sono impressionato positivamente dal rendimento dell'iniezione elettronica Magneti Marelli. Lo sviluppo è quasi terminato e tutto mi sembra funzionare bene. L'ho capito dai tempi fatti con il pieno di benzina: in queste condizioni non ero mai andato così forte. L'iniezione è pronta e, secondo me, costituisce un passo in avanti. Non è stato facile farla progredire ma adesso c'è: la senti perché non ha ritardi nella risposta, soprattutto quando tocchi il gas tra due curve: la risposta è sincera e immediata. Mi piacerebbe il nuovo motore che prova Rossi, mi sembra più dolce e guidabile. Spero di averlo presto, magari con questa iniezione, l'insieme potrebbe essere molto buono nella connessione tra manopola del gas e ruota posteriore. Insomma, un gran feeling di guida. Domani vorrei fare, più o meno come tutti gli altri, una simulazione di gp, ma venti giri sono tanti e io non sono ancora al massimo. Faccio qualche errore di stanchezza nei cambi di direzione e qui bisogna farlo molto in fretta...".

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