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Poggiali, un eroe tranquillo

il 03/11/2003 in Motogp

Riservato, attaccato alla famiglia, la passione per il Milan: Manuel è un grande freddo che si scatena da campione in pista. Anni fa lo definivano un piccolo Biaggi, ma non è vero: lui assomiglia a Poggiali e basta

Poggiali, un eroe tranquillo
La prima vittoria subito a Suzuka

di Marco Masetti


Dopo Melandri e Rossi, Poggiali è il terzo più giovane vincitore del titolo della 250

Il nuovo e meritatissimo campione del mondo della 250, è un cittadino della Repubblica di San Marino che, con il titolo della 125 conquistato nel 2001 e quello della quarto di litro messo in tasca domenica 2 novembre a Valencia è diventato un grande dello sport.


Manuel Poggiali è nato vent’anni fa (il 14 febbraio 2003) ed è un giovane dalla faccia affilata, dai modi educati, dalla voce bassa che va a letto molto presto, che ha una fidanzata che si chiama Michela con la quale sta da anni e che è legatissimo alla famiglia, della quale è il capo riconosciuto. E’ un autentico antidivo, uno che non alza mai la voce, che tiene i toni sempre bassi, che quando soffre si tiene dentro tutto.
Ha iniziato con le minimoto e anche con le “minuscole” aveva grinta e guidava bene. “Un piccolo Biaggi”, lo definivano. Un paragone scomodo, impegnativo. Certo, Manuel non è un estroverso e in questo somiglia a Max, guida di fino e ragiona parecchio, ma Poggiali somiglia a Poggiali, e basta.
Con gli studi ha chiuso presto: a quindici anni si mette all’opera nell’officina di Mario Galeotti, storico capomeccanico di Capirossi e Biaggi (un nome ricorrente). Non fuma, non beve, mangia con attenzione maniacale, gli piacciono i computer e i videogiochi, la palestra. L’unica grande passione si chiama Milan.
E’ un grande per vari motivi: tra questi la grande abilità nel restare lucido nelle fasi più concitate della gara, cioè alla fine, quando piazza la stoccata vincente, aggiudicandosi vittorie o podi per frazioni di secondo e in volata.
La sua carriera è fatta di millesimi di secondo, anche se all’inizio dicevano che avesse problemi di concentrazione, che faceva troppi errori. La scoperta del pilota da parte del grande pubblico è datata 1999, quando Poggiali disputava il suo primo mondiale in sella all’Aprilia della squadra di Mauro Noccioli. Manuel aveva soltanto 16 anni e cercava di concretizzare le speranze e il desiderio di chi lo vedeva già campione del mondo. Ed è proprio nel ‘99 che Manuel deve fare i conti con la perdita del babbo Claudio, stroncato da una malattia. Ma la grave perdita in famiglia gli stringe attorno il clan: lo zio Roberto (inserito nella squadra) che lo segue ad ogni gara, la mamma Antonella e la sorellina Cristina.
Conquista il suo primo podio ad Assen nel 2000 dietro a Ueda ed Ui ad un anno dalla scomparsa del babbo. Per lui è un grande momento, si vede che l’emozione è fortissima e chi gli è vicino la vive di rimbalzo. Anche a Valencia, campione della 250 ha dedicato il titolo al padre.
In carriera ha corso 76 GP (60 in 125), vinto 11 gare (4 in 250), ottenuto 32 podi, 11 pole, 7 giri veloci in gara. Ha conquistato due titoli mondiali (125 nel 2001 e 250 nel 2003) con un totale di 843 punti. Il prossimo anno sarà ancora a nella squadra Aprilia 250 gestita da Rossano Brazzi che gli trova solo un difetto: lo vorrebbe più aggressivo in pista e comunicativo fuori.

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