Motogp

Valencia: l’ultimo valzer

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Domenica 2 novembre giro di boa finale per il motomondiale che deve ancora decretare il campione della 250. Nella MotoGP l’attenzione è tutta sul previsto addio di Rossi alla Honda. Mesta 125 senza Pedrosa

di Marco Masetti


Rossi va a Valencia per vincere e per chiudere alla grande il suo rapporto con  la "sua" RC211V

L’appuntamento più importante di Valencia per la MotoGp non è in pista, ma fuori. Si tratta di una festa, di un evento Repsol nel quale, forse, verrà dato l’addio da parte dello sponsor spagnolo alla Honda ma soprattutto a Valentino Rossi. Potrebbe essere finalmente il momento in cui la stressante e mal gestita vicenda di mercato del campione del mondo potrebbe avere fine. Sarebbe ora, anche perché oramai il segreto militare che circondava la “contrattualistica” di Rossi fa acqua da tutte le parti: si sa che in agosto il pilota ha firmato un precontratto con la Yamaha, si sa già che la squadra che lo ospiterà sarà quella di Davide Brivio, che il tecnico scelto è Fiorenzo Fanali, che Marco Melandri verrà traslocato nel team di Poncharal, che lo sponsor sarà Gauloises
Adesso il problema sono gli altri: chi andrà con Rossi? E Soprattutto chi con la Honda? Carlos Checa (p.112) è l’ago della bilancia: potrebbe essere il socio di Rossi ma anche quello che prenderà il suo posto alla Honda… Come sempre un bel casino, complicato da giri di sponsor e di peso politico. Ad esempio Colin Edwards, che doveva filare alla Honda, team interno, ha avuto lo stop dalla Repsol che non ha interesse a schierare due americani. Quindi eccolo pronto per accasarsi da Fausto Gresini a fianco di Gibernau, mentre con Hayden si fa spazio per Barros, sempre che qualcuno paghi la penale al brasiliano per lasciare la Yamaha.
Se poi ci mettiamo che a Valencia sarà l’ultima gara per i due piloti Aprilia (anche Haga se ne va, probabilmente in Usa) ecco altre due caselle da riempire. Si è parlato di Jacque, ma anche l’idea Chili ha solleticato qualcuno a Noale. Certo, non si tratta di una giovane promessa, ma di sicuro l’italiano è grintoso e popolarissimo, oltre che esperto. Ce ne sarà bisogno, visto che per la terza volta la moto italiana rischia di cambierà gomme, passando dalla Michelin alla Bridgestone, dopo aver debuttato con le Dunlop lo scorso anno.
Mettiamoci pure che Biaggi e Pons non hanno ancora un futuro certo, che il team D’Antin dovrebbe annunciare il duo Hodgson – Xaus (lo spagnolo entrerebbe per via di sponsor televisivi) e capirete che la gara rischia di passare inosservata.
Noi, invece, vi consigliamo un’attenta visione: sarà l’ultima uscita di Rossi con la RC 211V, la “sua” moto e Vale ci tiene a vincere sulla pista che ama meno in tutto il mondiale, se non altro per portare il suo vantaggio sul secondo (Gibernau) a quote ancor più interessanti, anche se Sete farà di tutto per vincere in casa e riscattare un finale di stagione un po’ appannato. Viste le caratteristiche del tracciato aspettatevi una grande battaglia, come non bastasse, ci sono addii polemici, piloti che cercano di mettersi in mostra, piccole vendette da consumare. Una gara ad alto potenziale di emozioni, nulla da dire.
Attenzione alle tante storie (e alle parecchie bufale) che sentirete attorno ai futuri scenari della MotoGp, noi andremo, come sempre, a Valencia, per verificarle dal vivo.  
La gara più bella, quella da non perdere, ma anche la più crudele e spietata è quella della 250. Nell’arena di Valencia scenderanno in due a misurarsi: Manuel Poggiali, Aprilia ufficiale e Roberto Rolfo con la Honda “W”. Li dividono 7 punti, 233 a 226 per Poggiali, ma nell’ultima gara a Phillip Island, Rolfo ha dimostrato di essere in uno stato di forma strepitoso. Certo se la pista fosse stata asciutta, probabilmente sarebbe andata diversamente, ma non è così che si fa la storia. Quello che è importante considerare è la pista: Valencia è un super kartodromo dove le prestazioni della moto italiana vengono livellate. In questo il gap tra Aprilia e Honda è ridotto al minimo, ma in Spagna Poggiali ha già girato, conosce le reazioni della sua moto su questo tracciato. In compenso Rolfo che insegue il rivale dalla prima gara fin dalla prova d’avvio in Giappone è carico a mille e motivatissimo, mentre Poggiali ha tutto da perdere nella sfida. Però Manuel è pilota di razza…
Insomma, pronostico impossibile, sappiate solo che entrambi hanno un approccio alla gara molto simile fatto di preparazione atletica, concentrazione, motivazioni. Ma il duello si è annidato nella loro testa, lo dice bene Rolfo: “Il segreto è riuscire a tenere lontano il pensiero della sfida il più possibile, altrimenti il cervello si inchioda solo su quello. Infatti non vedo l’ora di scendere in pista, è più facile guidare che tenere sotto controllo i pensieri”. E in tanti hanno detto che a Phillip Island a Poggiali sia venuto il “braccino”, anche se lui nega.
Bella sfida, giusto che ci sia in palio un mondiale! Gli altri hanno ben poche speranze di giocare un ruolo da protagonisti, anzi da arbitri e visto quel che succede nel calcio, talvolta un arbitro conta più di un centravanti! Toni Elias (p. 206) può solo dire di aver buttato a mare (per non dire di peggio…) un mondiale che poteva essere già suo. Però lo spagnolo ha dichiarato più volte che l’ultima gara la vuol vincere lui, quindi attenti, visto che in mischia Toni è uno che non tira la gamba indietro…
Anche Nieto (p. 183) ha giurato di voler chiudere la stagione sul podio, se non altro per riscattare un mondiale che lo vedeva favoritissimo alla vigilia e che invece alla conclusione lo vede nel ruolo di grande flop. A pari punti con l’iberico c’è Randy de Puniet che sta vivendo un finale di campionato molto rallentato con poche luci e gare opache o, peggio, con erroracci come quello dell’Australia.
Tra i privati c’è la sfida finale tra Anthony West (p. 145) e Franco Battaini (p. 140), entrambi in Australia hanno fatto gare strepitose sul bagnato, confermando un’impressione che da tempo abbiamo: loro due con due moto ufficiali (senza togliere nulla al valore dei team che gli preparano due ottime Aprilia kit) potrebbero essere (molto) più avanti in classifica.  
Cecchinello, qui a destra con il pilota della sua squadra Stoner, in futuro farà solo il manager. Nella 125 ha vinto 7 gare Sarà una festa a metà, perché manca l’invitato numero uno, il campione del mondo, la vera star. Dani Pedrosa a Valencia, se ce la farà a passare, avrà due caviglie fratturate, una gabbia di gesso che gli impedirà di ribadire di fronte al suo pubblico tutta la sua classe. Un peccato, anche perché Dani (seppur virtualmente) sarà per l’ultima volta di scena con la 125, visto che il prossimo anno passerà alla 250, sempre con la Honda. Stesso sponsor telefonico, ma una squadra nuova, italo spagnola, basata nel nostro paese con l’organizzazione di Fausto Gresini e un compagno di squadra con il quale aveva iniziato la carriera, Toni Elias. Insomma, gli assenti sono i protagonisti? No, perché la 125, dato per scontato il titolo, vive su di una bella sfida per il podio iridato tra Alex De Angelis (166 punti), Stefano Perugini (159) e Andrea Dovizioso (149). Tre tipini con diverse motivazioni: Alex vuole raggiungere il miglior risultato di sempre, e salutare la 125 (anche per lui c’è una 250 Aprilia, ma i contorni sono ancora da definire: con Cecchinello oppure in un altro team?), “Perugia” è in chiusura con la sua attuale squadra e vuole andare alla Gilera con un numero importante sulla carena (il 2, ad esempio), mentre Dovizioso vorrebbe terminare la stagione con un buon risultato dopo gare opache. Insomma, tre personaggi che da un po’ faticano a salire in zona podio, dai quali ci si aspetta una gara d’orgoglio.
Ma a Valencia chi vivrà una storica giornata è un signore che lascia il manubrio dopo essere stato uno dei grandi interpreti della categoria per anni: Lucio Cecchinello, da lunedì mattina, diventerà “solo” un manager. Nella storia della classe più piccola dei mondiali ha vinto 7 GP, 7 volte è arrivato secondo, 5 terzo, 4 pole, 10 giri veloci in gara. Insomma un grande e con lui disputa l’ultima gara Masao Azuma, uno che vinto 10 gare e altrettante volte è andato sul podio.
I “vecchi” se ne vanno, i giovani spingono: potrebbe essere la grande giornata dei ragazzi spagnoli, Barbera (148) e Lorenzo (74) in testa, ma attenti ad un altro iberico che qui va forte, Pablo Nieto (139), pronto al salto in 250 in compagnia del cugino Fonsi.
Buttiamo un occhio alla turbolenta KTM che ha lanciato il finlandese Kallio (88) e che sta per licenziare Locatelli (18), prendendo Stoner (100). Per il bergamasco un futuro incerto (ma scommetteremmo su di una 250…) e la rabbia per essere stato trattato male, più o meno come capitato a Vincent (39), che disputerà la sua ultima gara con il numero uno.
A proposito, a Valencia forse ne sapremo di più sul futuro della categoria che la Dorna vuole riservata ai giovani, creando una sorta di campionato “under 28”. Idea tendenzialmente non stupida, però vietare ai piloti più avanti negli anni di correre è uno spreco. Un esempio: non c’è bisogno di scomodare la storia, a Phillip Island ha vinto un ragazzo di trent’anni, Andrea Ballerini. A proposito, se piove, lui è pronto a dimostrare a tutti che anche un “vecchio” può vincere. Alla grande.  
Sul kartodromo di Valencia le prestazioni dell'Aprilia di Poggiali (54) vengono livellate. Se ne potrebbe  avvantaggiare la Honda di Rolfo (3), motivatissimo. Ma Manuel è un pilota di razza...

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