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Motogp
Honda apre il mercato piloti
il 17/04/2003 in Motogp
Pochi giorni dopo l’inizio del mondiale cominciano i rumors nel paddock su possibili cambi di casacca dei piloti migliori, ma è sempre la Casa giapponese l’ago della bilancia
La moto migliore è la 211, la Casa più grande del mondo l’ha costruita, la Honda fa correre piloti di tutto il mondo e ha la bellezza di quattro team (Repsol, Pons, Gresini, Pramac). Insomma, più forti di così… Eppure la più grande Casa del mondo deve affrontare un nodo per nulla da trascurare: il pilota di punta. Tutto ruota attorno ad un nome, Rossi.
Il campione del mondo è in scadenza di contratto (a fine stagione) ed ha offerte da tutte le parti del paddock. Naturale, lo abbiamo sempre detto: è il miglior pilota in attività ed è anche l’unico big ad avere un contratto a scadenza così ravvicinata. Ovvio che tutti ci provino, se non altro per annusare che aria tira. La Honda lo ha fatto sapere “Vogliamo arrivare ad una conclusione veloce con Valentino” parole di Carlo Fiorani, ma anche di Suguru Kanazawa, presidente dell’HRC. Rossi incassa la fiducia, nel dubbio vince in Giappone, ma le voci che lo vogliono richiesto dalla Yamaha e dalle italiane, ovviamente sono vere. In ogni caso si tratta di “rumors” che hanno come principale effetto il rialzo delle quotazioni. Del resto è giusto che sia così: Rossi non solo è un grande campione, ma è anche un (se non l’unico) grande testimonial pubblicitario del motociclismo di oggi. Quindi piace parecchio agli sponsor, specie a quelli con “target” giovane (telefoni, bevande, ecc).
Con il drammatico incidente di Kato, poi, il gioco si è fatto ancora più stretto. Out il giapponese (ma la speranza nel cuore resta: forza Daijiro), la Honda si ritrova con un parco piloti sterminato ma non molto omogeneo. Il migliore è senza dubbio Biaggi che però non è amatissimo in Giappone e, in più, non è pilota ufficiale HRC. E questo, assieme all’età, lo taglia fuori da molti giochi. Ad esempio se vorrà la 211 “evoluzione” dovrà, attraverso il suo team, pagare. Discorso valido anche per Sete Gibernau, per ora unico pilota del Team Movistar Telefonica di Fausto Gresini. Resta Hayden, che però non è ancora pronto al ruolo di leader; in sua compagnia c’è Ukawa che difficilmente avrà mai la statura di un fuoriclasse (anzi, c’è chi lo vorrebbe in sella ad una Honda in Superbike il prossimo anno). Resta Tamada, ma è gommato Bridgestone e non ha la moto ufficiale. Una 211 “works”, già da quest’anno si è detto, potrebbe finire nelle mani di Itoh, pilota HRC, storico collaudatore, ma anch’esso legato a Bridgestone con la quale lavora da due anni. Non pensiamo che la Honda dimezzi il progetto Pramac Bridgestone dopo esserne stata la grande sostenitrice. E dubitiamo che la Michelin sia felice che un pilota che ha lavorato con la concorrenza (e che è ancora legato ad essa) passi di campo. Allora chi potrebbe arrivare? Takahashi o qualche altro pilota nipponico nell’orbita HRC. Ma di fenomeni non se ne vedono all’orizzonte tra Motegi e Suzuka. Ecco perché Gresini faticherà molto a trovare un buon pilota per finire la stagione. Quindi il problema sarà armonizzare le esigenze di Honda (della quale la squadra di Fausto è il team satellite principale) e dello sponsor spagnolo che vorrà sicuramente un rider vincente e, possibilmente, iberico. Anche in questo caso non c’è nessuno all’orizzonte, salvo Criville che dalla Spagna descrivono in ottime condizioni di salute. Ma l’idea è davvero una semplice supposizione. Certo, per il prossimo anno c’è Kenny Roberts, stanco e deluso dalla Suzuki, e magari una carta da giocarsi con Edwards (che però dalla Honda non è stato trattato molto bene durante l’inverno scorso) e che ora sta facendo volare la Aprilia Cube. Anche dalla Superbike c’è poco da pescare e dalla 250 non ci sembra che ci siano grossi nomi da portare in “serie A”. Nieto, Elias, Porto, Rolfo, magari Poggiali (ma è ancora giovane e un po’ leggero). Insomma, guardate bene i nomi e scoprirete che la Honda è quella che deve decidere la prima mossa del mercato. E questa mossa si chiama Rossi, con tutto quel che ne consegue.
Con il drammatico incidente di Kato, poi, il gioco si è fatto ancora più stretto. Out il giapponese (ma la speranza nel cuore resta: forza Daijiro), la Honda si ritrova con un parco piloti sterminato ma non molto omogeneo. Il migliore è senza dubbio Biaggi che però non è amatissimo in Giappone e, in più, non è pilota ufficiale HRC. E questo, assieme all’età, lo taglia fuori da molti giochi. Ad esempio se vorrà la 211 “evoluzione” dovrà, attraverso il suo team, pagare. Discorso valido anche per Sete Gibernau, per ora unico pilota del Team Movistar Telefonica di Fausto Gresini. Resta Hayden, che però non è ancora pronto al ruolo di leader; in sua compagnia c’è Ukawa che difficilmente avrà mai la statura di un fuoriclasse (anzi, c’è chi lo vorrebbe in sella ad una Honda in Superbike il prossimo anno). Resta Tamada, ma è gommato Bridgestone e non ha la moto ufficiale. Una 211 “works”, già da quest’anno si è detto, potrebbe finire nelle mani di Itoh, pilota HRC, storico collaudatore, ma anch’esso legato a Bridgestone con la quale lavora da due anni. Non pensiamo che la Honda dimezzi il progetto Pramac Bridgestone dopo esserne stata la grande sostenitrice. E dubitiamo che la Michelin sia felice che un pilota che ha lavorato con la concorrenza (e che è ancora legato ad essa) passi di campo. Allora chi potrebbe arrivare? Takahashi o qualche altro pilota nipponico nell’orbita HRC. Ma di fenomeni non se ne vedono all’orizzonte tra Motegi e Suzuka. Ecco perché Gresini faticherà molto a trovare un buon pilota per finire la stagione. Quindi il problema sarà armonizzare le esigenze di Honda (della quale la squadra di Fausto è il team satellite principale) e dello sponsor spagnolo che vorrà sicuramente un rider vincente e, possibilmente, iberico. Anche in questo caso non c’è nessuno all’orizzonte, salvo Criville che dalla Spagna descrivono in ottime condizioni di salute. Ma l’idea è davvero una semplice supposizione. Certo, per il prossimo anno c’è Kenny Roberts, stanco e deluso dalla Suzuki, e magari una carta da giocarsi con Edwards (che però dalla Honda non è stato trattato molto bene durante l’inverno scorso) e che ora sta facendo volare la Aprilia Cube. Anche dalla Superbike c’è poco da pescare e dalla 250 non ci sembra che ci siano grossi nomi da portare in “serie A”. Nieto, Elias, Porto, Rolfo, magari Poggiali (ma è ancora giovane e un po’ leggero). Insomma, guardate bene i nomi e scoprirete che la Honda è quella che deve decidere la prima mossa del mercato. E questa mossa si chiama Rossi, con tutto quel che ne consegue.
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