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Trofeo KTM 990 Super Duke
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Inizia la serie dedicata alla maxi nuda austriaca e Motonline.com sarà tra i protagonisti. Nella prima prova abbiamo osato e ci è andata male ma il potenziale per ben figurare c’è. Il 20 maggio a Vallelunga il prossimo appuntamento. Venite a trovarci!
“Non tutte le ciambelle riescono con il buco”. Oppure, “Non bisogna piangere sul latte versato”. O meglio ancora, “Ritenta, sarai più fortunato”. Potremmo continuare così per altre trenta righe, senza che la sostanza cambi di una virgola: tre giri e abbiamo verificato la sicurezza della via di fuga strisciando per cinquanta metri sulla schiena. Le gare sono così, non sempre “la fortuna aiuta gli audaci”.
E dire che il week-end della nostra avventura nel trofeo riservato alle KTM 990 Super Duke non era iniziato affatto male…
Varano de’ Melegari. Sabato. Vigilia della gara e giornata di qualifiche. Ci presentiamo in pista per i nostri due turni di prove ufficiali, carichi di aspettative e di curiosità. La Super Duke è una delle migliori nude in circolazione: una delle più prestanti, una delle più sportive e veloci, una delle più divertenti, anche e soprattutto in pista. Figuriamoci in versione “trofeo”, privata di tutto il superfluo e preparata per dare il massimo.
Arriviamo all’hospitality della casa austriaca di buon’ora; la struttura è faraonica, manco fossimo al mondiale, facciamo conoscenza con i compagni d’avventura. Le moto sono tutte lì, in parata, pronte a scatenarsi in pista. Espletiamo le formalità burocratiche e iniziamo a girare intorno alla 990 col numero 12 sul frontalino, la nostra, amorevolmente accudita e gestita dallo staff in “arancio”. Gomme nuove, Michelin Power Race, doppio terminale Akrapovic e tanti particolari in vetroresina e carbonio: così si presenta la maxi nuda KTM che lascia intravedere il telaio a traliccio e il compatto bicilindrico. Davvero poche le modifiche concesse dal regolamento; praticamente nulle quelle al propulsore e limitate quelle alla ciclistica. Per quest’ultima si segnala solo il kit WP per la forcella e la inedita taratura al mono. Praticamente dettagli… di secondaria importanza. Come peraltro si conviene a un trofeo promozionale.
Alle 11 e 30 il primo turno di prove ufficiali: il cielo minaccia pioggia ma l’asfalto è asciutto. Purtroppo non abbiamo avuto modo di prendere confidenza con la moto nei turni liberi del venerdì; tocca buttarsi direttamente nella mischia delle qualifiche per saggiare la bontà e le caratteristiche della 990.
La moto è alta, il manubrio e largo e la reattività incredibile: l’altro aspetto che impressiona è il motore, cattivo ai bassi, esagerato ai medi. Iniziamo a spingere per prendere le misure alla pista e ci ritroviamo ben presto a fare i conti con la vasca sottocarena - dedicata all'eventuale perdita di olio motore - che tocca un po’ troppo precocemente sull’asfalto. Poche curve e per questo inconveniente rischiamo la caduta. Meglio darsi una calmata e cambiare stile di guida; corpo appeso alla moto e traiettorie calibrate al millimetro. Inizia a cadere qualche goccia di pioggia, per fortuna il turno finisce. La classifica non ci restituisce una posizione in griglia confortante; il secondo turno di prove però ci attende…
Il cielo, nel pomeriggio, si apre, così come il cancello della pista; entriamo convinti e con una decina di giri di esperienza sulle spalle. E i frutti si vedono fin da subito. Pennellando le traiettorie prendiamo subito un buon ritmo che manteniamo per parecchi giri di seguito. E alla fine il cronometro ci dà ragione; quinto tempo in griglia, seconda fila nello schieramento, a un secondo dalla pole position. Non male, se consideriamo i venti giri totali percorsi. Si può solo migliorare.
Varano de’ Melegari. Sabato. Vigilia della gara e giornata di qualifiche. Ci presentiamo in pista per i nostri due turni di prove ufficiali, carichi di aspettative e di curiosità. La Super Duke è una delle migliori nude in circolazione: una delle più prestanti, una delle più sportive e veloci, una delle più divertenti, anche e soprattutto in pista. Figuriamoci in versione “trofeo”, privata di tutto il superfluo e preparata per dare il massimo.
Arriviamo all’hospitality della casa austriaca di buon’ora; la struttura è faraonica, manco fossimo al mondiale, facciamo conoscenza con i compagni d’avventura. Le moto sono tutte lì, in parata, pronte a scatenarsi in pista. Espletiamo le formalità burocratiche e iniziamo a girare intorno alla 990 col numero 12 sul frontalino, la nostra, amorevolmente accudita e gestita dallo staff in “arancio”. Gomme nuove, Michelin Power Race, doppio terminale Akrapovic e tanti particolari in vetroresina e carbonio: così si presenta la maxi nuda KTM che lascia intravedere il telaio a traliccio e il compatto bicilindrico. Davvero poche le modifiche concesse dal regolamento; praticamente nulle quelle al propulsore e limitate quelle alla ciclistica. Per quest’ultima si segnala solo il kit WP per la forcella e la inedita taratura al mono. Praticamente dettagli… di secondaria importanza. Come peraltro si conviene a un trofeo promozionale.
Alle 11 e 30 il primo turno di prove ufficiali: il cielo minaccia pioggia ma l’asfalto è asciutto. Purtroppo non abbiamo avuto modo di prendere confidenza con la moto nei turni liberi del venerdì; tocca buttarsi direttamente nella mischia delle qualifiche per saggiare la bontà e le caratteristiche della 990.
La moto è alta, il manubrio e largo e la reattività incredibile: l’altro aspetto che impressiona è il motore, cattivo ai bassi, esagerato ai medi. Iniziamo a spingere per prendere le misure alla pista e ci ritroviamo ben presto a fare i conti con la vasca sottocarena - dedicata all'eventuale perdita di olio motore - che tocca un po’ troppo precocemente sull’asfalto. Poche curve e per questo inconveniente rischiamo la caduta. Meglio darsi una calmata e cambiare stile di guida; corpo appeso alla moto e traiettorie calibrate al millimetro. Inizia a cadere qualche goccia di pioggia, per fortuna il turno finisce. La classifica non ci restituisce una posizione in griglia confortante; il secondo turno di prove però ci attende…
Il cielo, nel pomeriggio, si apre, così come il cancello della pista; entriamo convinti e con una decina di giri di esperienza sulle spalle. E i frutti si vedono fin da subito. Pennellando le traiettorie prendiamo subito un buon ritmo che manteniamo per parecchi giri di seguito. E alla fine il cronometro ci dà ragione; quinto tempo in griglia, seconda fila nello schieramento, a un secondo dalla pole position. Non male, se consideriamo i venti giri totali percorsi. Si può solo migliorare.
La gara
Domenica. La sveglia suona presto. Un’occhiata fuori dalla finestra della camera ci preannuncia una giornata difficile. Piove a dirotto, il cielo grigio piombo fino all’orizzonte non promette miglioramenti. Arriviamo in pista e il paddock è in fermento; le gomme rain sono il tema dominante della giornata e anche all’hospitality KTM il lavoro è frenetico. Un paio di click in meno alle sospensioni per addolcirne la risposta (questo è ciò che richiede il fondo bagnato) e la moto è pronta per scatenarsi in pista. L’appuntamento al cancello di ingresso è per le 11 e 10. Il rito della vestizione si consuma in silenzio con l’ansia di verificare in gara il comportamento della moto su pista bagnata, una nuda che ancora si conosce davvero poco. Poco male, anche gli altri sono più o meno nelle medesime condizioni. Ci sistemiamo in griglia, in seconda fila, sul lato destro dello schieramento e attendiamo che il direttore di gara liberi il rettilineo.
Semaforo rosso; i motori salgono di giri. Via! Allo spegnersi del semaforo il gruppone scatta compatto mentre a chi scrive esce la prima marcia e rimane al palo; decimi preziosi e alla prima curva siamo pressoché ultimi. Un disastro! La rabbia monta, così come l’ansia di andare a prendere i primi. Primo giro, le traiettorie si incrociano e i sorpassi – complice una insana incoscienza - non si contano. La prudenza è una virtù che in queste condizioni serve a poco; e osiamo. Alla fine del secondo giro superiamo il quarto e ci mettiamo in scia al terzo in classifica; un giro che – nonostante i tanti sorpassi – chiudiamo in 1’ 27” e 4, il quarto tempo assoluto in gara a pochi decimi dal migliore. Usciamo per la terza volta dal tornantino che immette sul traguardo e in staccata agguantiamo la terza posizione. A questo punto il buon senso dovrebbe consigliare un attimo di riflessione per analizzare la situazione e tirare un po’ i remi in barca. I primi sono lì a pochi metri, il passo di gara è quello giusto; e invece no, il dente avvelenato rimane e una staccata più decisa delle altre ci ricorda che le leggi della fisica sono ancora all’opera. E la via di fuga in fondo al rettilineo ci accoglie a braccia aperte. Fine dei giochi. Impieghiamo una buona oretta per sbollire la rabbia e per realizzare che di gare al termine del trofeo ne mancano ancora tre. Il tempo per rfarsi, insomma, c’è. Se volete venirci a trovare il prossimo appuntamento è a Vallelunga il 20 maggio, in concomitanza con la prova del Campionato Europeo Velocità. A presto!
Classifica Varano de' Melegari
1° Tomassoni Danilo in 17'46"633
2° Selvetti Marco in 17'58"666
3° Micozzi Paolo in 17'59"164
4° Pallizzi Antonio in 17'59"166
5° Carnaghi Jarno in 18'43"553
6° Valentini Sauro in 18'44"487
7° Vergani Alberto in 18'55"520
8° Rossato Alberto a 1 giro
9° Brunetti Luigi a 1 giro
Semaforo rosso; i motori salgono di giri. Via! Allo spegnersi del semaforo il gruppone scatta compatto mentre a chi scrive esce la prima marcia e rimane al palo; decimi preziosi e alla prima curva siamo pressoché ultimi. Un disastro! La rabbia monta, così come l’ansia di andare a prendere i primi. Primo giro, le traiettorie si incrociano e i sorpassi – complice una insana incoscienza - non si contano. La prudenza è una virtù che in queste condizioni serve a poco; e osiamo. Alla fine del secondo giro superiamo il quarto e ci mettiamo in scia al terzo in classifica; un giro che – nonostante i tanti sorpassi – chiudiamo in 1’ 27” e 4, il quarto tempo assoluto in gara a pochi decimi dal migliore. Usciamo per la terza volta dal tornantino che immette sul traguardo e in staccata agguantiamo la terza posizione. A questo punto il buon senso dovrebbe consigliare un attimo di riflessione per analizzare la situazione e tirare un po’ i remi in barca. I primi sono lì a pochi metri, il passo di gara è quello giusto; e invece no, il dente avvelenato rimane e una staccata più decisa delle altre ci ricorda che le leggi della fisica sono ancora all’opera. E la via di fuga in fondo al rettilineo ci accoglie a braccia aperte. Fine dei giochi. Impieghiamo una buona oretta per sbollire la rabbia e per realizzare che di gare al termine del trofeo ne mancano ancora tre. Il tempo per rfarsi, insomma, c’è. Se volete venirci a trovare il prossimo appuntamento è a Vallelunga il 20 maggio, in concomitanza con la prova del Campionato Europeo Velocità. A presto!
Classifica Varano de' Melegari
1° Tomassoni Danilo in 17'46"633
2° Selvetti Marco in 17'58"666
3° Micozzi Paolo in 17'59"164
4° Pallizzi Antonio in 17'59"166
5° Carnaghi Jarno in 18'43"553
6° Valentini Sauro in 18'44"487
7° Vergani Alberto in 18'55"520
8° Rossato Alberto a 1 giro
9° Brunetti Luigi a 1 giro
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