Al MOMI con Surtees aspettando Vale

Una raffica di grandi nomi del presente e del passato, moto di oggi e di ieri... Una bella cosa che è già in funzione e si raggiunge comodamente visto che è all'uscita dell'autostrada, nemmeno a un chilometro.
Dire moto e Pesaro, significa parlare di Rossi, ma non solo di Valentino, anche di Graziano, il padre del campionissimo che è organizzatore di MoMi. Certo, la presenza di Valentino incombe: oggi lo aspettavano tutti e invece una voce lo segnala nel vicino autodromo di Misano a provare la supermotard con la quale domani e domenica sfiderà Schwantz, Battaini, De Angelis, Dovizioso, Fabrizio, Gramigni, Melandri, Stoner, Scalvini in una gara denominata Champions Race che manderà in delirio il pubblico in attesa di un raggio di sole a spazzare via il muro d'acqua che per oggi avvolge Pesaro. E non c'è il solo Supermotard, ma anche la sfida con le auto da rally con grandi nomi della specialità come Mcrae e Navarra, contrapposti a una raffica di titoli mondiali a due ruote con Rossi (padre e figlio contro!), Schwantz, Capirossi e Lucchinelli. Niente male.


A proposito, grande icona della manifestazione e simbolo di un altro grande passaggio epocale è John Surtees, pilota inglese, unico al mondo ad avere vinto su due ruote (sei titoli mondiali con la MV) e con la Formula Uno, mondiale con la Ferrari nel 1964. Il vecchio John, che corre ancora nelle manifestazioni d'epoca in sella a moto del suo museo, ha ribadito alcuni concetti a lui cari, su tutti uno: Rossi deve andare in Formula Uno, ha i numeri per farlo... "Sì, ma non deve aspettare molto, al massimo tre anni. E deve capire che in moto si può anche dare più del 100 per cento per cambiare volto a una gara, in auto no, non si fanno miracoli. E poi lui potrebbe avere il problema che ho avuto io a suo tempo. Nel mondo della moto conoscevo tutti, piloti e meccanici, mentre nelle auto ho trovato un altro mondo, completamente diverso".
Gli chiediamo se c'è differenza tra il suo motociclismo, quello delle MV e delle piste assassine degli anni Sessanta e quello di Valentino. "Ai miei tempi era più dura, adesso con la telemetria e il personale ai box che gestisce l'elettronica, è tutto più facile. Resta il pilota, quello che fa tutto".
Dentro ci sono gli stand e il pit walk, quasi una corsia box portata all'interno della fiera, e tanti piloti che girano più o meno in libertà per la gioia degli appassionati. Tra i tanti Andrea Dovizioso, rilassato, ma già sul piede di guerra: il 24 novembre salirà per la prima volta sulla Honda 250 con la quale sfiderà il campione del mondo Pedrosa e i vari De Angelis e Poggiali e i new comer Barbera e Lorenzo.
Tra i piloti, un felicissimo Marco Melandri che commenta così il suo ingaggio alla Honda: "Sono passato in breve dalla depressione della gara di Valencia ai primi contatti con Gresini. Sono felicissimo e non vedo l'ora di debuttare il 24 a Jerez con la moto nuova. Voglio ritrovare la gioia di correre e di fare risultati dopo una stagione tremenda. Mi ha colpito vedere Gresini contento come un bambino dopo la firma, c'è passione da ambo le parti".
Bene, il MoMi va avanti, da domani si corre, iniziano le sfide tra piloti, quelli di ieri e quelli di oggi. Solo piloti.