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È morto Walter Villa

il 20/06/2002 in Altri sport

Stroncato da infarto, a 59 anni, uno dei campioni più amati. Quattro volte iridato nelle classi 250 e 350 tra il 1974 e il 1976, meno di un mese fa era a Misano a ricordare i vecchi tempi

È morto Walter Villa
Nel 1973, terzo nella 200 Miglia di Imola dietro agli ufficialissimi Saarinen e Spaggiari (a sinistra)

di Luigi Rivola


Ci eravamo sentiti pochi giorni fa dopo un lungo periodo e aveva riconosciuto al volo la mia voce. Incredibile. Come è incredibile che oggi non ci sia più. Walter Villa è morto all'improvviso, stroncato da infarto, lasciandoci tutti, noi che l'avevamo conosciuto bene, costernati, avviliti, affranti.
È morto un campione di quelli che oggi semplicemente non esistono più: sincero, generoso, felice di stare con gli altri, di scambiare battute, di accettare benevole prese in giro, di aiutare i meccanici a mettere a punto la moto sporcandosi di morchia come loro, facendo tardi la notte come loro, ma in officina, non in discoteca.




Legatissimo a suo fratello Francesco, aveva iniziato la carriera di pilota seguendone le orme, diventando un tecnico di prim'ordine e un pilota capace di correre forte su qualsiasi cilindrata: dalla 50 alla 1000.
Nel 1974 e 1975 aveva vinto il titolo mondiale della classe 250 con la Harley Davidson costruita in Italia dalla Aermacchi (ora Cagiva, allora HD) e nel 1976 ne aveva vinti altri due: uno ancora nella 250 e uno nella 350.


La sua caratteristica principale, come pilota era una passo velocissimo e soprattutto costante: non era l'uomo dei grandi affondi, ma un rullo compressore che sfiancava gli avversari, li tallonava senza lasciar loro respiro, li costringeva alla resa per spossatezza. Al minimo segno di cedimento, si infilava e continuava, senza calare il ritmo, per la sua strada, che molto spesso lo conduceva per primo al traguardo.


Lo chiamavano "Il reverendo", perché più che ad un pilota assomigliava ad un benevolo curato di campagna. E lui non si offendeva, anzi sembrava che quel soprannome gli fosse molto gradito.
Molto veloce era in corsa, troppo veloce è stato a lasciarci. Quando ha abbandonato le corse, molti avversari hanno tirato un sospiro di sollievo. Adesso tutti vorrebbero che fosse ancora qui.

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