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Parigi-Dakar: gli italiani

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Sono 12 su 130 iscritti: una rappresentativa forte e consistente, ma non particolarmente numerosa. Perché davanti ai costi crescenti, anche la passione spesso si deve arrendere

Sono 12 su 130 iscritti: una rappresentativa forte e consistente, ma non particolarmente numerosa. Perché davanti ai costi crescenti, anche la passione spesso si deve arrendere


di Piero Batini
, foto Gigi Soldano




Prepariamoci a conoscere i partecipanti italiani alla Dakar 2001. Su centotrenta iscritti, i motociclisti "azzurri" sono dodici: Fabrizio Meoni, Massimo Montebelli, Marcello Muratori, Giorgio Papa, Giovanni Sala, Massimo Tarricone, Attilio Ginepro, Luciano Carcheri, Celso Gorrara, Emanuele Cristanelli, Marco Tresoldi e Guido Maletti. In questo senso non è certo un anno record. L'ago della bilancia della partecipazione è sempre il "dinero". Poiché non ce n'è mai abbastanza e quando manca le cose si complicano.

Il fatto è che quest'anno l'assistenza costa molto. Non potendo avere un meccanico al seguito, a meno di non iscriverlo alla corsa, ecco che anche la Dakar subisce i suoi "tagli". Il meccanico che si sia fatto l'intera speciale del giorno arriverà al bivacco verosimilmente tardi, e non avrà il tempo materiale di assistere più di un concorrente (o due nella migliore della ipotesi). Ed ecco che quelle "joint venture" tra i piloti che si spartivano spese e privilegi dei servizi di un assistente vengono a mancare.




Sui camion in corsa il cassone è spesso diviso in "lotti", il cui volume viene affittato ai concorrenti per il trasporto dei ricambi e degli effetti personali. Gli "autisti", resisi conto del valore aggiunto del loro ruolo per la corsa del 2001, hanno ritoccato le tariffe dell'affitto del loro spazio.

In buona sostanza, la "democrazia" della Dakar si è incrinata. Rimangono gli irriducibili solitari, quelli che, zaino in spalla, hanno fatto sempre tutto da soli (compresa la storia della "Dakar"), e l'elite della partecipazione (i ricchi e gli ufficiali). Tende a sparire la "borghesia", quella "classe" intermedia per disponibilità e mezzi che, a quanto pare, sarà la grande assente.
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