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GP: i quattro tempi in 500

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Tutti ne parlano; molti, più concretamente, fanno progetti e simulazioni al computer. Il ritorno del 4T nei GP del Motomondiale è l'argomento tecnico dell'anno, e avvicina il mondo della Formula 1 a quello della moto

Il motore 500 a 3 cilindri
4 tempi del 1972, grande
incompiuta della Ducati


di Alan Cathcart e Luigi Rivola

Si è appena concluso il Mondiale 2000 di velocità, che già iniziano i test invernali e si delineano le nuove squadre per il 2001. La stagione fredda sarà però riscaldata, quest'anno, dai grandi fermenti innovativi indotti dal ritorno, programmato per il 2002, dei motori a quattro tempi nell'attuale classe 500.


Honda, Yamaha e Aprilia hanno già annunciato che saranno della partita. Molte altre Case (leggi Suzuki, e forse anche Kawasaki) non lo hanno ancora fatto ufficialmente, ma è difficile che si tengano indisparte.

Ma accanto alle grandi industrie che si dividono la torta del mercato motociclistico mondiale, ci saranno anche, magari non subito, piccole Case, dall'illustre come MZ, e magari appena riemerse dall'oblio, come Benelli, MV Agusta e Mondial.

Il regolamento emanato dalla Federazione Motociclistica Internazionale, e non ancora definitivamente approvato, ha i sui punti salienti nella cilindrata delle moto con motore a quattro tempi, attualmente fissata in 990 cc indipendentemente dal numero dei cilindri e nei differenti pesi minimi in relazione al numero e alla forma dei cilindri.: 135 kg per i due e tre cilindri, 145 kg per i quattro e cinque cilindri, 155 kg per le iperfrazionate a sei e più cilindri. Nel caso di motori a pistoni ovali, il peso della moto sale di altri 10 kg.

I progettisti dovranno definire, in funzione di queste regole, un motore che possa essere immediatamente competitivo. Nonostante ognuno la pensi a modo suo, la tecnologia della Formula 1 è un riferimento per tutti…


Il responsabile del reparto corse BMW, Gerhard Berger, ha smentito categoricamente la voce di un ritorno della Casa tedesca nelle corse del Motomondiale con un prototipo derivato dal V10 di Formula 1 usato quest'anno dalle Williams. Anche l'interessamento del costruttore dei motori Mercedes della McLaren) e della Cosworth (Jaguar F1) di cui si vociferava, non ha trovato per il momento alcuna conferma.




Invece è ufficiale l'intenzione della Sauber di studiare una sua forma di intervento nel Mondiale GP delle moto. Responsabile tecnico della Casa svizzera sponsorizzata dalla malese Petronas in F1, è l'ingegnere giapponese Osamu Goto, già alla Honda, poi alla Ferrari. La Sauber Engineering ha confermato di stare elaborando un progetto relativo a un tre cilindri a quattro tempi che potrebbe essere pronto per le prime prove al banco entro l'inizio del 2001 e che quindi verrebbe offerto ai team interessati ad utilizzarlo nelle corse del 2002.

Una delle squadre candidate a prendere in considerazione questa opportunità potrebbe essere la Red Bull - sostanziosamente coinvolta nel pacchetto azionario della Sauber - che attualmente dispone, in leasing, dei motori Yamaha YZR 500 GP per McCoy, e l'anno prossimo anche per Haga.

Il team manager della Red Bull Peter Clifford smentisce questa ipotesi, sostenendo che la squadra è già in via di accordo con la Yamaha per continuare la collaborazione sia con motori a due tempi, che coi nuovi a quattro tempi (la Casa di Iwata starebbe collaudando un cinque cilindri con la collaborazione della Toyota).






La conferma che gli astronomici budget ipotizzabili per la partecipazione al Mondiale GP a quattro tempi non rappresentano un freno per le industrie, viene dalla Ducati. Il Casa di Borgo Panigale sta infatti studiando la convenienza - soprattutto dal punto di vista commerciale - di impegnarsi nella nuova formula in previsione dello sviluppo di nuovi motori da utilizzare poi su moto di serie.

Visto che il nuovo regolamento vieta tassativamente l'uso nei GP di moto derivate di serie, si potrebbe addirittura ipotizzare l'impegno nel Motomondiale a quattro tempi come veicolo di sviluppo di nuovi progetti che - realizzati e divenuti competitivi - potrebbero trasformarsi, una volta adottati su modelli di serie, in moto vincenti nel mondiale Superbike.




Per la Ducati - come per altre Case impegnate nel mondiale SBK - l'opportunità di sperimentare liberamente nuove soluzioni tecniche e soprattutto nuovi motori a quattro tempi, è certamente molto allettante. Per i consistenti investimenti legati allo sviluppo di simili prototipi è infatti possibile prevedere un rientro determinato non solo dall'incremento d'immagine, ma anche dalla possibilità di tradurre l'esperienza dei GP inrisultati commerciali, vendendo moto derivate dai prototipi da corsa.


In occasione del GP di Motegi, il presidente della HRC ha delineato le linee tecniche che il reparto corse della Honda sta seguendo in preparazione del rientro del motore a 4 T nei GP del Motomondiale.




Ikenoya ha rivelato che la Honda ha giocato largamente d'anticipo, rispetto all'introduzione delle nuove regole e alla decisione sulla data del debutto della nuova formula tecnica (prevista per il 2002), allestendo preso il quartier generale della HRC ad Asaka uno staff di trenta giovani ingegneri impegnati a tempo pieno - sotto la direzione di Heijro Yashimura, già responsabile tecnico della Superbike - nello sviluppo di nuovi motori a quattro tempi.

Secondo quanto affermato da Ikenoya, la Honda avrebbe già scartato la soluzione del bicilindrico (ritenendolo inadeguato in termini di accelerazione) e anche quella del sei cilindri a "V", giudicando eccessivo il peso minimo di 155 kg, anche per ipotizzabili problemi di resistenza dei pneumatici.

Fonti ben informate all'interno della HRC raccontano che la decisione di abbandonarelo sviluppo del prototipo V6 sia maturata anche e soprattutto in considerazione della difficoltà di accordare un motore del genere con una ciclistica in grado di sfruttarne al 100% il potenziale.




In particolare era emersa la complessità di una corretta sistemazione dei tubi di scarico, in relazione alle esigenze della sospensione posteriore. Gli stessi "ben informati" confidano che uno dei progetti che la Honda potrebbe tenere in considerazione per il rientro del 4 tempi nel Mondiale GP potrebbe essere un tre cilindri a "V" con pistoni ovali, con un peso minimo (della moto) di 145 kg.


Fra i possibili contendenti nel Mondiale GP a 4T c'è la Swissauto, azienda svizzera che ora opera principalmente in campo automobilistico, ma che nel mondo della moto è nota per gli eccellenti motori usati nel mondiale Sidecar e per aver fornito alla MuZ nel 1999 un originale V4 500 a due tempi con cui la marca tedesca gareggiò con buoni risultati nella massima categoria.
"In diciotto mesi saremmo in grado di progettare e costruire un motore a quattro tempi competitivo, - afferma Urs Wenger, boss della Swissauto - ma il budget necessario a portare la prima moto sulla linea di partenza di un GP si aggirerebbe sui cinque miliardi di lire. Per il successivo sviluppo, poi, occorrerebbero almeno quattro miliardi e mezzo all'anno. Tanto per fare un paragone coi costi di un motore a due tempi, posso dire che il nostro budget operativo, quando fornivamo i motori a due tempi alla MuZ, era di circa due miliardi di lire".




"Naturalmente - continua Wenger - i costi sono in realtà molto più alti, perché noi dovremmo mandare ad ogni gran premio un team di almeno dodici tecnici per supportare una squadra con due piloti, e realizzare almeno dieci motori per affrontare l'intera stagione. Alla MuZ fornivamo da sei a otto motori all'anno".

Nel caso che alla Swissauto fosse commissionata la realizzazione di un prototipo, Wenger ha già le idee chiare: "Dubito seriamente che sia possibile costruire un tre cilindri contenendo il peso della moto in 135 kg. Io punterei su un "quattro a V", che potrebbe girare a 15.000 giri ed erogare circa 220 CV ".
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