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Prove della redazione

Yamaha MT 03

MariaVittoria Bernasconi il 25/07/2012 in Prove della redazione
Yamaha MT 03
Yamaha MT 03
660 cc / 33,4 kW (45 CV) / 1 cilindro verticale / Euro 3
€ 6.490 c.i.m.

Facile, divertente, adatta a tutti? Certamente ma non solo: messa alla frusta da un poker eterogeneo di piloti, la giapponesina made in Italy ha anche dimostrato una versatilità fuori dal comune. E non sfigura neppure davanti ai locali più trendy

Mono alla riscossa. E' proprio il caso di dirlo. Con la MT-03 la Yamaha rilancia l'idea delle roadster monocilindriche. Alla sigla MT, che ormai è un vero e proprio marchio nel marchio, si cambia numero, lasciando però intatta la filosofia: da 01, la mastodontica 1.700 cc, ecco che arriva un proporzionato 03, un mezzo da 660 cc dotato di tutta quella qualità costruttiva tipica Yamaha. Il succo di queste due MT è un appeal unico, dettagli ricercati e una personalità spiccata. Se la 01 era davvero un oggetto d'elite, la 03 rischia di diventare un fenomeno di massa, anche per il prezzo, di 6.490 euro c.i.m. La Yamaha MT-03 è progettata davvero con attenzione: l'idea è inedita e dagli altri modelli in gamma eredita poco, solo il doppio disco anteriore dalla FZ6 e il motore dalla XT-X accorciato nei rapporti per avere un pò più di brio. L'estetica tutto a vista è fedele all'idea del prototipo originale con il mono laterale, il forcellone fuso in alluminio e il doppio scarico sotto la sella. E' proposta in tre colorazioni (azzurro, bianco e nero) e vanta molti optional, come i coperchietti e il coprisella in fibra di alluminio, i paramani e un bello scarico Akrapovic omologato. Principianti, ma anche esperti, ecco il target di questo nuovo concetto di due ruote che unisce diverse caratteristiche in una sola idea. Azzeccata soprattutto se si vuole considerare anche il target femminile. Così nell'MT-03 si leggono spunti presi dalle naked, dal supermotard e dalle fun bike. Il neo non c'è, solo qualche piccolo appunto e qualche debolezza sui terreni che meno le sono congeniali, come ad esempio il turismo a lungo raggio.

Nella giungla d'asfalto

Per sopravvivere nel traffico della metropoli la soluzione più intelligente è spostarsi su dueruote, ma per chi non vuole il solito scooter può anche prendere in considerazione la moto. Magari proprio la Yamaha MT-03. In città, grazie alla sua agilità e al suo monocilindrico con tanta coppia ai bassi regimi, permette di divertirsi e nel contempo di svicolare rapidamente nel traffico. Il motore entra in temperatura in pochi istanti, e spinge deciso fin da subito senza rifiuti; non è necessario tirare a fondo le marce per tirar fuori il massimo, meglio sfruttare il tiro ai medi. Peccato per i rapporti del cambio piuttosto corti che costringono a frequenti cambi marcia nel congestionato traffico del centro. Per fortuna il comando della frizione è morbido e non affatica l'avambraccio. Il manubrio largo e la seduta avanzata garantiscono un controllo della moto molto efficace. La sella ben conformata permette, vista la sua limitata altezza da terra, di appoggiare saldamente i piedi anche a chi è sotto il metro e settanta. Inoltre il serbatoio dai fianchi scavati, a cui far aderire bene le gambe e la posizione delle pedane, un po' più arretrate rispetto a quelle di una motard, garantiscono una buona sensazione di controllo e comfort. La MT-03 è rapida nei cambi di direzione e svelta nello scendere in piega per impostare la curva e in città queste doti si traducono nella capacità di passare tra le auto con rapidità e nell'affrontare gli ingressi delle rotatorie con pi- glio sportivo. I consumi urbani sono contenuti, si percorrono circa 18 chilometri con un litro, per un'autonomia totale di circa 280 Km.

Nessun ostacolo

Le rotaie del tram, i tombini che sporgono e le buche, non sono certo un problema per via delle sospensioni che assorbono bene le asperità, grazie all'escursione ampia e solo sul pavé trasmettono qualche vibrazione di troppo, comunque sempre inferiore a quelle avvertibili con una stradale. È comunque possibile regolare agevolmente il precarico del mono, posizionato sul lato destro. Gli specchi offrono una buona visuale, ma con l'aumentare della velocità vibrano rendendo l'immagine meno distinta. Gli spazi di frenata, garantiti dall'azione dei dischi anteriori da 298 mm con pinza a doppio pistoncino (derivati da quelli della FZ6), sono ridotti e grazie alla buona modulabilità non si rischia mai il bloccaggio; inoltre la leva del freno è regolabile su quattro posizioni. I comandi al manubrio sono intuitivi nell'azionamento e dal design moderno, molto utile il tasto che attiva le quattro luci d'emergenza. La strumentazione è compatta, dal design elegante e si vede bene in ogni condizione di luce. Nelle ore serali si apprezza il fascio luminoso del faro, po- tente e ben distribuito.

Bene anche il passeggero

Nei tragitti cittadini in coppia il passeggero è ben ospitato, le pedane posteriori sono alla giusta altezza e la porzione di sella dedicata è ben imbottita; peccato per le maniglie a cui aggrapparsi nelle frequenti frenate, talmente vicine ai terminali da diventare rapidamente molto calde. Si sente la mancanza di un vano, seppur piccolo, sotto la sella, dove trovano posto solo i documenti e la dotazione di attrezzi fornita con la moto: almeno lo spazio per un bloccadisco, da aggiungere all'antifurto immobilizer di serie, lo avremmo gradito. Un'ultima annotazione sul look della moto, originale e tecnico: davanti al bar dell'aperitivo la vostra MT-03 non sfigurerà di fianco alle modaiole Buell, Harley-Davidson e Ducati Monster, dal prezzo nemmeno comparabile con quello della vostra piccola Yamaha.

Cento al giorno

Quasi cinquanta km all'andata e altrettanti al ritorno. Nel week-end si apprezza molto il fatto di abitare in campagna, ma durante la settimana la tangenziale è lì ad aspettarti, con i suoi chilometri interminabili (la mattina presto, poi...) che ti separano dall'ufficio. Il paesaggio passa dalle colline verdi di casa alla periferia dei palazzoni grigi, fino al traffico della città. Gli scooter di grossa-media cilindrata la fanno da padroni tra i pendolari dell'asfalto. Gli scudi protettivi e i loro consumi contenuti sono imbattibili, ma se per voi andare in giro con una coperta sulle gambe come una nonna che cuce è un'opzione inaccettabile, la MT-03 potrebbe rappresentare una buona compagna per spezzare, con della sana e vera guida motociclistica, il tran-tran quotidiano. Il suo monocilindrico non è certo potente, ma la spinge senza problemi a velocità autostradali. In compenso la coppia omogenea ai medi regimi le consente di accelerare abbastanza brillantemente nei frequenti apri-chiudi che le inevitabili code impongono. Vibra poco e, se non si insiste col gas, consuma in maniera accettabile (nel misto extraurbano abbiamo percorso 19,8 km con un litro). La maneggevolezza è buona, la piccola Yamaha corre veloce nelle rotonde, ma non pensiate di ritrovarvi tra le mani una moto ballerina: tutt'altro. La precisione dell'avantreno è garantita dal profilo rotondo delle gomme Pirelli Sync, che la accompagnano in piega dolcemente e garantiscono una buona tenuta sia sul bagnato sia in condizioni di fondo sconnesso e irregolare, grazie al disegno particolare del battistrada che richiama quello di certe proposte per l'enduro.

Sicura in frenata

La frenata del doppio disco anteriore è molto modulabile, il che aiuta nelle decelerazioni improvvise su fondi in condizioni spesso pessime (buche, macchie di gasolio e mille altre trappole per motociclisti) che si incontrano nell'hinterland cittadino. La potenza c'è, ma bisogna spremere a fondo il comando per ottenerla. Buono l'intervento del disco posteriore, utile per ritoccare la traiettoria nei raccordi autostradali e per rallentare quando la strada è sdrucciolevole. E siamo alla capacità di carico, nota dolente di questa moto; non c'è un vano vero e proprio. Per cui tocca arrangiarsi: oltre allo zaino d'ordinanza è possibile sistemare una borsa sul serbatoio, dove mettere piccoli oggetti. Attenzione però, non è possibile utilizzare quelle con attacchi magnetici, dato che il serbatoio è in fibra e non in metallo. Quella visibile nel nostro servizio è dotata di attacchi universali e fibbie regolabili. Sulla porzione di sella del passeggero è possibile sistemare piccoli oggetti, assicurati con un ragno elastico alla doppia maniglia del passeggero. Sotto alla sella, oltre alla borsetta degli attrezzi in dotazione e ai documenti, non c'è spazio per altro. Un po' più problematica la sistemazione di eventuali borse laterali: gli scarichi centrali sono molto belli ma limitano la capacità di carico. La posizione in sella è piuttosto comoda per affrontare tragitti relativamente brevi come quelli che ci toccano ogni giorno.

Poco protettiva

Il manubrio ampio aiuta nei frequenti zig-zag nel traffico, ma la posizione molto esposta richiede l'utilizzo di capi tecnici di buona qualità per affrontare i rigori dell'inverno e le piogge primaverili. Con temperature prossime allo zero abbiamo un po' rimpianto dei paramani che tra l'altro non stonerebbero affatto col look della moto, un po' naked, un po' motard. Non dovrebbe essere però difficile trovarli come accessorio adattabile nel mercato del ricambio.
Va bene, in settimana giù la testa a lavorare, ma nel week-end la protagonista diventa il nostro vero amore, la moto. Due ruote, un bel motore, senza un pensiero in testa, e una strada che non ne vuol sapere di andare dritta. Solo questo desideriamo. Senza esagerare, ma correndo veloci tra una svolta e l'altra, si può raggiungere l'estasi pura. Lasciamo stare i «tracciati stradali» dove molti irresponsabili ancora rischiano la vita in sfide assurde, e ci infiliamo per la stradina tra i colli che conosciamo in pochi. Ma buoni. Le curve molto ampie non sono il luogo d'elezione per la MT-03 nonostante la stabilità e la precisione direzionale sia a prova di critica. Per gustarsi appieno questo mezzo sono meglio i tornanti stretti e le svolte secche, dove il suo monocilindrico può pistonare deciso senza venir strapazzato agli alti regimi, range in cui non si esprime al massimo. Insistere con l'acceleratore, infatti, non è troppo redditizio, meglio lasciarla correre tra le curve con marce lunghe e affidarsi alla schiena che lo contraddistingue.

Non è una maxi

Sia chiaro però. La MT-03 non impressiona quanto a potenza pura e a dir la verità, noi che proprio novizi non siamo, avremmo voluto qualche CV in più. Anzi, ancor meglio, dei corposi kgm ai medi regimi per riempire un po' la curva d'erogazione, in modo da uscire dalle curve con maggior verve e soddisfazione. La protezione aerodinamica, come si può ben vedere, è nulla. In autostrada, e più in generale nelle trasferte su percorsi rettilinei, bisogna mettere in conto uno stress fisico notevole: la pressione aerodinamica, infatti, costringe ad appendersi al manubrio, forzando parecchio sulla parte interna dell'avambraccio e soprattutto sul collo. In più la sella non consente di spostarsi longitudinalmente, il che oltre a limitare il comfort di marcia, penalizza un po' l'azione del pilota quando si alza il ritmo. Eventualità tutt'altro che remota con questo mono, soprattutto quando si affrontano tratti guidati.

Una saetta tra le curve

La moto è corta, compatta e si divincola veloce tra un tornante e l'altro. All'occorrenza si può pure guidare come si fosse a bordo di una supermotard, magari avanzando il piede interno ala svolta, pronto a riprendere eventuali perdite d'aderenza a moto molto inclinata. La coppia non esuberante ed erogata con dolcezza consente in ogni caso di spalancare il gas senza remore già a centro curva, sicuri della progressività della risposta: non possiamo negare di esserci divertiti su è giù per le colline, grazie all'estrema facilità di guida e alle reazioni molto intuitive della ciclistica. E tutto nonostante il freddo che mordeva le dita. Pesa poco la MT-03 e anche per questo i freni non soffrono nelle continue decelerazioni (quasi delle vere staccate) imposte dalla strada tortuosa: basta solo agire con decisione sulla leva. L'interasse ridotto comporta poi piccoli trasferimenti di carico tra il posteriore e l'avantreno e questo va a vantaggio del controllo della moto anche nella guida sportiva.

Gustosa, anche se...

...gli smanettoni impenitenti troveranno il motore della MT-03 un po' al di sotto delle potenze da MotoGp di tante sportive. Però chi si avvicina (o ritorna) alle due ruote troverà piena soddisfazione nel «dare gas» con una moto che fa di tutto per aiutare il pilota in ogni situazione. Un mezzo studiato appositamente per non creare soggezione e regalare tanta confidenza piuttosto che mettere in crisi con reazioni nervose, da racer. In più anche le strade snobbate dalle carenate, perché troppo strette o dal fondo irregolare, diventeranno percorsi interessanti. In tutti i sensi.

Turistica, con qualche ma

L'idea è balzana. Pensare di fare del turismo con una monocilindrica votata al commuting urbano è quantomeno inusuale. Eppure, incredibile a dirsi, in parte funziona. La posizione in sella infatti - grazie alle quote ben calibrate - è comoda: l'unico problema è che il piano di seduta non è molto sviluppato in lunghezza e questo limita la possibilità di spostamento longitudinale quando nelle lunghe trasferte autostradali ci si vuol sgranchire un pò. I consumi sono nella media, mentre il monocilindrico fa sentire la rapportatura corta quando si viaggia in autostrada: con le marce lunghe comunque tutto fila liscio grazie all'elasticità ai medi. Caricarla con i bagagli invece è un'impresa, soprattutto se si è in due; meglio quindi itinerari a medio raggio.

In due si soffre un po'

Il viaggio è da gustare in coppia, si sa, ma la MT-03 non ama troppo i passeggeri, che sono sacrificati, un po' per il marcato dislivello del piano di seduta, un po' per le dimensioni di quest'ultimo non certo esagerate. In compenso il peso aggiuntivo non influisce sulla risposta del motore, che rimane comunque molto brillante. Anche l'agilità non risente del carico aggiuntivo che rimane comunque una delle caratteristiche migliori della monocilindrica di Iwata, sempre molto sincera nelle reazioni. Accettabile il calore trasmesso dal motore e dai collettori di scarico mentre, a livello di comfort, spicca negativamente l'assoluta mancanza di protezione aerodinamica. Nel caso decidiate di avventurarvi sulle lunghe distanze l'installazione di un piccolo plexiglass si fa quindi obbligata. E siamo alla funzionalità. Il cavalletto è scomodo da azionare - è presente solo il laterale - perché la caviglia interferisce con la pedana prima di completare la manovra. La strumentazione invece è leggibile anche se votata al look: non manca il conteggio dei chilometri dall'entrata in riserva. In più le si può affiancare un optional interessante: il satellitare Garmin, marchiato Yamaha.

Dall'ufficio al mare

L'MT-03 si muove con scioltezza in tutte le occasioni, anche se - come detto - ha una forte intolleranza alle trasferte autostradali. Se c'è da scegliere, insomma, è meglio preferire strade tortuose e guidate: qui sì che si fa del vero turismo-motard, dove l'animo sportivo dell'MT-03 si sbizzarrisce.
Il motore è quello della XT660 rivisto nella mappatura dell'iniezione. Ben più interessante la ciclistica, con l'ammortizzatore sul lato destro in posizione molto accessibile per la regolazione del precarico molla. Spostando il mono in questa posizione si avvicinano le masse al baricentro e si fa spazio allo scarico sottosella, eliminando il surriscaldamento dell'ammortizzatore. Per contro si ha un lieve sbilanciamento verso destra dei pesi e si generano carichi asimmetrici, contenuti però da puntoni sul telaio (quello sinistro è imbullonato per smontare il motore). Il forcellone è un bell'esempio di metallurgia, fuso in alluminio in un sol pezzo.

Dati Tecnici

 
Yamaha
MT 03

Motore

monocilindrico a 4 tempi, raffreddamento a liquido, alesaggio per corsa 100,0x80,0 mm, cilindrata 660 cc, rapporto di compressione 10,0:1. Distribuzione monalbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica, diametro corpo farfallato da 44 mm, capacità serbatoio carburante 15 litri. Lubrificazione a carter secco.

Trasmissione

primaria ad ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando a cavo, cambio a 5 marce.

Ciclistica

telaio a diamante in acciaio; sospensione anteriore forcella telescopica da 43 mm , escursione ruota 130 mm; posteriore, forcellone in alluminio e ammortizzatore regolabile nel precarico molla, escursione ruota 120 mm. Pneumatici: anteriore 120/ 70-17, posteriore 160/60-17. Freni: anteriore doppio disco in acciaio da 298 mm con pinze flottanti a due pistoncini; posteriore disco in acciaio da 245 mm con pinza flottante a pistoncino singolo.

Dimensioni

lunghezza 2.070, larghezza 860, altezza 1.115, altezza sella 805, distanza da terra 200, interasse 1.420. Peso a secco 174,5 kg.

Prestazioni

potenza massima 33,4 kW (45 CV) a 6.000 girti, coppia massima 56,2 Nm (5,73 kgm) a 5.250 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

I dati rilevati sulla nostra pista di Vairano confermano le caratteristiche globali della MT-03, una moto molto facile, adatta ai neofiti e anche alle donne. Il suo monocilindrico non impressiona quando a velocità pura: sui 1.500 m esce infatti a 150,2 km/h coprendo la distanza in 41,4 secondi, valori allineati a quelli di un maxiscooter di grossa cilindrata. Naturalmente, a penalizzare la prestazione interviene l’assoluta mancanza di una qualsivoglia protezione aerodinamica. Accelerando sui 400 metri, invece, l’MT-03 scatta con prontezza grazie alla buona modulabilità della frizione e alla precisione del cambio. La prestazione è però limitata dalla modesta potenza del propulsore, che comunque sfoggia una discreta spinta ai medi: anche per questo non è conveniente insistere col gas prima del cambio marcia. Buona la prestazione nella prova di sorpasso, mentre rientra nella media quella di frenata. L’MT-03 soffre un po’ nelle decelerazioni ad elevata velocità dove il feeling con l’avantreno non è tale da poter strappare alla strumentazione numeri degni di nota.

Curva di accelerazione

Yamaha MT 03

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 2 m/s
Temperatura aria 4°C
Pressione atmosferica 1.003 mb
Temperatura asfalto 9°C

Rilevamenti

 
Yamaha
MT 03

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 150,2 km/h (41,4 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 15,0 s (135,9 km/h)
0-1000 m 30,0 s (149,1 km/h)
0-90 km/h 5,3 s (78,7 m)
0-130 km/h 12,6 s (309,9 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 9,8 s (290,8 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,8 s (88,4 m)
50-0 km/h 2,5 s (24,9 m)

CONSUMO

Urbano 18,3 km/l
Extraurbano 19,8 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 21,5 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 194,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 51,5/48,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 49,0/51,0

Pagelle

 
Yamaha
MT 03

In sella

3.5

A patto di non essere alti a bordo della MT-03 si gode di una posizione comoda e intuitiva coadiuvata dalla buona disposizione dei comandi.

Comfort

3.0

Manca un piccolo cupolino, e si sente, soprattutto in autostrada. In compenso le sospensioni assorbono e non ci sono vibrazioni a infastidire.

Dotazioni

3.5

Di extra non c’è molto. Bisogna accontentarsi di quel che si vede, che non è poco considerato il look. Gli optional comunque non mancano.

Qualità percepita

4.5

L’MT-03, non ci sono dubbi, è ben fatta: ogni particolare, anche il più nascosto, è di elevata qualità e non si scorgono cadute di stile.

Capacità carico

2.0

Bisogna accontentarsi di uno zainetto visto che il vano ha una capienza davvero limitata. Oppure sfruttare il sellino del passeggero.

Motore

3.5

Non è potentissimo, daccordo, ma è destinato a un pubblico di neofiti e di... modaioli. Però è ben sfruttabile e la spinta ai medi non manca.

Trasmissione

3.0

La frizione è pastosa e la leva non necessita di uno sforzo eccessivo; migliorabile il cambio dagli innesti non fluidi e dalla corsa un po’ lunga.

Sospensioni

4.0

Digeriscono bene lo sconnesso, si difendono nel misto, offrono stabilità sul veloce: un pacchetto ben progettato che non delude.

Freni

4.0

Tocca tirare con decisione la leva a manubrio, a parte questo il doppio disco risponde in maniera energica e gestibile. Buono il funzionamento di quello posteriore.

Su strada

3.5

L’agilità è l’arma migliore della MT- 03: sul misto la moto diverte e soddisfa. Pure quando la velocità in gioco aumenta la stabilità non manca. Tanta abbondanza meriterebbe forse qualche CV in più, da scatenare negli allunghi tra una curva e l’altra.

Versatilità

3.0

In città si difende alla grande così come nel misto appaga. Comincia a soffrire tra casa e ufficio e non offre abbastanza sulle lunghe distanze.

Prezzo

3.0

l prezzo fa venire davvero l’acqualina in bocca. Le dirette rivali (magari anche più prestanti) sono però a poca distanza.

Pregi e difetti

 
Yamaha
MT 03

PREGI

Appeal estetico, Maneggevolezza nello stretto, Finiture

DIFETTI

Scarso comfort in viaggio, Abitabilità in sella per i più alti

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