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Royal Enfield Classic 350: la PRIMA prova!

Christian Cavaciuti
di Christian Cavaciuti il 02/03/2022 in Prove della redazione

Cosa si può fare con 20 CV oggi? Più di quel che si potrebbe pensare, come dimostra la Royal Enfield Classic 350, un’altra esponente del filone “ultra-classic” che punta a un pubblico trasversale

Royal Enfield Classic 350: la PRIMA prova!

Se la moto piace da oltre cent’anni è perché è un po’ come l’essere umano: che sia minuta o grande e grossa, tranquilla o potente, elegante o sfacciata, c’è sempre una ragione che la rende attraente. Ecco perché il ritorno di interesse per le piccole cilindrate non è un vero e proprio ritorno, ma il riaccendersi di una passione che c’era sempre stata, ma non aveva più oggetti su cui esercitarsi.

Come abbiamo già notato, il merito di aver saputo ricreare questi oggetti va soprattutto ai costruttori asiatici. In Europa li abbiamo un po’ snobbati e il Giappone, pur tenendoli in alta considerazione, li ha sempre concepiti come delle maxi in formato minore. Nel resto dell’Asia, invece, le piccole cilindrate hanno una loro dignità e meritano il 100% delle cure per avere la propria fisionomia e personalità. Questo è forse il segreto per cui ci sembrano così convincenti le ultime Royal Enfield, la Meteor 350 che abbiamo messo a confronto con la Benelli Imperiale 400 e la appena arrivata Classic 350, che vi presentiamo ora.

Royal Enfield Classic 350: la PRIMA prova!

Royal Enfield Classic 350

da 5.200 euro c.i.m.

Designed in UK, Made in India

La Classic 350 parte dalla base tecnica della Meteor 350 ma è in pratica l’equivalente indiano della Imperiale 400, ovvero una moto costruita con i canoni degli Anni 50 mentre la Meteor 350 è più Anni 70-80 nello stile e più americaneggiante nell’impostazione. Brava quindi la Casa a realizzare due moto dal sapore completamente diverso partendo dallo stesso motore e dallo stesso telaio, un gioco di prestigio affidato ai dettagli: il serbatoio, la sella, il faro, la forcella, i parafanghi, le ruote (qui a raggi con anteriore da 19” e posteriore da 18” contro il 19”-17” della Meteor) ma anche la cassa filtro, la finitura del motore e naturalmente la verniciatura. Il genere può piacere o meno, ma non si può negare che la Classic 350 sia una bella moto, realizzata con gusto ed equilibrio e con una bella presenza, soprattutto in relazione al prezzo inferiore a quello di molte 125 4T.

Certo, il fatto di aver aperto un centro stile in Inghilterra, l’ex madrepatria, aiuta molto. Ma ciò non toglie che la sostanza arrivi dall’India: Royal Enfield sembra aver ereditato dagli inglesi la cura per i dettagli e le finiture e una certa inclinazione per la solidità. Le leve al manubrio, il telaio e la sella sono generosamente dimensionati, senza che si abbia mai l’idea del grosso per il puro gusto di esser grosso come su certe moto cinesi: gli indiani non cedono alla lusinga degli accessori (qui non c’è neppure il navigatore Tripper come sulla Meteor), preferendo la cura generale agli orpelli. Per gli indiani la moto è il primo mezzo di locomozione e non deve rompersi; per cui meno cose non indispensabili ci sono, meglio è.

Royal Enfield Classic 350: la PRIMA prova!

Il look che viene dal passato

La Classic, che si rifà stilisticamente a un modello storico, la G2, incarna alla perfezione la filosofia costruttiva indiana, molto legata alla tradizione: buon acciaio, soluzioni semplici ma affidabili e prestazioni sufficienti. Il telaio è monotrave sdoppiato, la forcella da 41 mm sembra più grande grazie agli steli carenati e dietro c’è un doppio ammortizzatore. I due freni a disco (da 300 e 270 mm) sono azionati da pinze ByBre; le quote sono sovrapponibili a quelle della Meteor, con un interasse di 1.390 mm e un peso in ordine di marcia di 195 kg (contro 1.400 mm e 191 kg), mentre l’altezza sella segnala la vera differenza: 805 mm contro 765.

La Classic è infatti meno “poltrona” della Meteor: non ha le pedane avanzate e la sella rasoterra ma una postura all’europea, in senso tradizionale ovviamente, con le pedane moderatamente arretrate, la seduta centrale e il busto appena puntato in avanti. Aggiungendo un manubrio più stretto, la sensazione di controllo è decisamente superiore, anche se poi la guida che ne risulta non è troppo diversa dato che a definirla sono soprattutto le prestazioni del motore.

Royal Enfield Classic 350: la PRIMA prova!

Motore di una volta

Questo è un monocilindrico corsa lunga raffreddato ad aria e olio, con alimentazione ad iniezione elettronica, distribuzione monoalbero su rulli con due valvole e doppia accensione. Tutto il progetto è volto a massimizzare non le prestazioni ma l’efficienza, un fattore d’acquisto fondamentale sul mercato indiano. Non per questo parliamo di un motore sgradevole: la tonalità di scarico è piacevole, le vibrazioni a manubrio e pedane appena accennate e assolutamente non fastidiose, la coppia non abbondante ma nemmeno scarsa. Certo l’allungo non è il suo forte, ma su una moto come la Classic non si sente il bisogno di tirare le marce. Piuttosto, si cerca di arrivare alla quarta o alla quinta per poi mantenerle, anche perché la consistenza della frizione alla lunga la rende faticosa da azionare.

La vita in sella alla Classic è rilassante, pur se non quanto lo è sulla Meteor. La strumentazione è basilare, con un tachimetro a lancetta e uno strumento digitale che riporta solo ora e distanze totali e parziali; la sella è ampia e comoda, anche se alla lunga fin troppo morbida e un po’ scivolosa. Il peso, che non è ridottissimo, si sente però solo in manovra dove l’ampio angolo di sterzo comunque aiuta molto. La postura è come detto molto tradizionale, con il busto completamente esposto alla pressione dell’aria, comunque poco fastidiosa visto che le velocità ideali della Classic sono comprese tra gli 80 e i 110 km/h, con la possibilità di allungare fino a 120 km/h se necessario.

Royal Enfield Classic 350: la PRIMA prova!

Un mondo diverso

Rispetto alle moto a cui siamo abituati, a queste velocità il mondo scorre in maniera diversa ma niente affatto sgradevole. Se l’asfalto non è troppo sconnesso le sospensioni della Classic lavorano piuttosto bene, mentre se è richiesto più affondamento il doppio ammortizzatore posteriore mostra il fianco. Si guida con lo stile di una volta, stando centrali in sella e sporgendo il busto verso l’interno curva; dove si possono raccordare le curve nelle ultime marce giocando col gas e il freno posteriore ci si diverte; le staccate non sono redditizie, anche perché il disco anteriore frena discretamente solo a patto di tirare molto la leva.

Il motore non ha assolutamente nulla di sportivo, e prestazioni a livello di un buon 125 4T. Molto lento a prendere giri e con una elasticità modesta per via dei rapporti lunghi, non agevola le manovre che prevedano rapide variazioni di velocità, mentre nei cambi di direzione il passo corto consente una grande manovrabilità, e i limitati trasferimenti di carico le regalano una precisione nel prendere la linea veramente soddisfacenti. La Classic aiuta insomma a entrare in curva e ad affrontare le rotonde con facilità; la ridotta escursione delle sospensioni fa comodo in frenata, ma poi la spalla delle Ceat di primo equipaggiamento (100/90 anteriore e 120/80 anteriore) non invita a piegare più di tanto, anche perché le pedane toccano presto.

Royal Enfield Classic 350: la PRIMA prova!

Città e autostrada

In città la Classic sa districarsi bene grazie alle ruote di grande diametro, all’ampio raggio di sterzo e alla sella confortevole. Il motore è immediato nell’utilizzo, anche se lo scarso allungo richiede di ricorrere spesso al cambio e la frizione non è come detto troppo morbida. Le dimensioni compatte e la facilità di mettere i piedi a terra sono comunque d’aiuto in tutte le situazioni in cui serve divincolarsi a bassa velocità.

Anche in autostrada la situazione è sorprendentemente buona. La Classic non raggiunge i 130 km/h, ma i 110 km/h si possono tenere indefinitamente, senza sforzare il motore e con un margine per qualche sorpasso. La posizione non è affaticante, e volendo si può attingere al catalogo degli optional per montare il parabrezza e il portapacchi. Inoltre i consumi stanno tranquillamente sopra i 30 km/l, che con 13 litri nel serbatoio significa arrivare a percorrere anche 400 km.

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Qualche compromesso, nessun complesso

Insomma, davvero una moto senza complessi nonostante le prestazioni modeste, che peraltro la rendono a prova di patente A2. Con la sua linea personale e le sue dimensioni compatte la Classic 350 può piacere un po’ a tutti, dai patentati A2 alle ragazze e dai pendolari ai motociclisti di ritorno. Rispetto alla Meteor 350 cambia la posizione di guida, ma soprattutto il look. In comune c’è la capacità di coniugare relax e divertimento, con una buona abitabilità e una guida semplice e sincera.

Proprio la semplicità è la caratteristica che meglio definisce questa generazione di Royal Enfield, moto che si fanno apprezzare per anche per il rapporto qualità/prezzo favorevole se consideriamo anche il buon livello di finiture. A cui non è estraneo un tocco di civetteria, perché i 7 colori nei quali è proposta questa moto sono tutti accattivanti.

Abbiamo fatto un giro in collina con queste due moto dallo stile classico e di successo! Nella puntata numero 88 di DueruoteTG, poi, andiamo alla scoperta del nuovo marchio di abbigliamento Rekurv e parliamo revisioni 

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