Naked a confronto

Non trattandosi di moto da viaggio né da pista, quanto da città e da struscio, i numeri più allettanti del monocilindrico della Vitpilen non sono, in questo caso, determinanti. A meno che non siate amanti delle curve e della bella guida. In questo caso la “freccia bianca” (questa la traduzione dallo svedese del nome Vitpilen) potrebbe fare più al caso vostro: ai bassi regimi l’erogazione dei propulsori delle due naked si somiglia molto ma basta avvicinarsi ai medi per notare la maggior propensione all’allungo della 401. Dove la Honda inizia a boccheggiare, la Husky ha ancora fiato, e va via.

La CB si prende la sua bella rivincita quando si parla di facilità di guida e di comfort di marcia, nettamente superiore. Sulla giapponese ci si accomoda su una sella stretta ma ben conformata e si impugna un manubrio distante e largo il giusto, abbracciando con le ginocchia un serbatoio caratterizzato da fianchi ben rastremati. Sulla Vitpilen, invece, i semimanubri sono laggiù in fondo e per agguantarli bisogna sdraiarsi sul serbatoio, in una posizione che non tarda ad affaticare la schiena e i polsi. Anche le pedane poggiapiedi sono vincolanti e le sospensioni vi parlano con molta schiettezza di quanto passa sotto le ruote. E purtroppo non sono sempre favole che raccontano di asfalti vellutati.

La Honda è più accomodante anche in questo, nonostante la forcella (una bella rovesciata da 41 mm) sia fin troppo morbida e il mono risponda talvolta un po’ piccato alle imperfezioni più evidenti. Più tonica quella della Vitpilen, da 43 mm. In città, che se non è l’ambiente ideale delle due sfidanti, è sicuramente il terreno su cui si giocheranno buona parte delle loro partite, la Honda non ha pari. Il monocilindrico giapponese risponde frizzante, il cambio è morbido e la frenata è gradevolmente modulabile, seppur non potentissima. Il peso è poco e si riesce a far manovra in un fazzoletto, senza alcuno sforzo. La 401 non è certo pesante, anzi, ma mette sul piatto un minor braccio di leva che fa sembrare la differenza alla bilancia più alta di quanto non sia nella realtà (a separare le due moto sono meno di 10 kg effettivi, a favore della Honda).

Due naked diverse

L’avrete capito, sono due moto diverse nella guida, ognuna con il suo carattere ben definito e ognuna con il suo terreno preferito. Fra le curve la Vitpilen si prende la sua rivincita: la frenata è più potente e il motore è più elastico e invita a giocare meno con il cambio. A tal proposito: la CB300R meriterebbe una rapportatura più lunga che permetterebbe al monocilindrico di distendersi meglio, con benefici anche in termini di comfort visto che le vibrazioni ci sono (ma comunque non sono eccessivamente fastidiose). Sulla Vitpilen si sentono di più, ma diventano invadenti solo sopra gli 8.000 giri/minuto. Regimi alti, che tuttavia il monocilindrico di origine austriaca ama raggiungere e superare. L’allungo è notevole e si trasforma in punte velocistiche elevate per la tipologia di moto, che permettono di affrontare con serenità anche qualche trasferta un po’ più lunga, se dovesse capitare. A 130 km/h si viaggia con il motore che frulla lontano dalla zona rossa. Al contrario la velocità di crociera della CB è più bassa, circa 110 km/h. A tal proposito: è il caso di parlare di riparo aerodinamico? Assolutamente no: aria, caldo, freddo, pioggia e tutto il resto vi arriverà in faccia, sia a bordo della 401 che della CB. Niente cupolini, davanti agli occhi c’è solo la strada.

Conclusioni finali

A bassa velocità, veleggiando con un filo di gas, si può capire davvero il senso di queste due macchine: gustare, senza eccessi e senza svenarsi, il piacere di essere a cavallo di moto mosse da motori semplici ma gradevoli, poco onerosi e quasi per nulla assetati. Potrete guardare questi moderni fanali tondi e puntarli verso orizzonti nuovi, senza perdervi in strumentazioni troppo complesse e blocchetti elettrici che nascondono funzioni remote. Qui, a bordo di queste due naked, tutto è chiaro, lampante, così come si vede, senza menzogne e senza sovrastrutture. Insomma, in un mercato delle 250/500 che cresce, i ragazzi con la patente A2 oggi hanno una nuova strada da scegliere. C’è chi preferisce l’indiscutibile versatilità di una crossover e chi si lascia sedurre dallo stile di queste due naked. Quanto costa tutto questo? Partiamo dai 5.390 euro chiavi in mano della Honda, per arrivare ai 6.780 euro della Husqvarna, più gratificante nelle prestazioni pure e in qualche particolare tecnico. Anche in questa differenza di prezzo, oltre che nel comfort di marcia o nelle prestazioni offerte, ognuna prende la sua strada. E dire che all’inizio sembravano così simili.