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Prove della redazione

Yamaha XTZ 660 Tenere

Andrea Padovani il 28/06/2012 in Prove della redazione
Yamaha XTZ 660 Tenere
Yamaha XTZ 660 Tenere
660 cc / 35,0 kW (47,6 CV) / 1 cilindro vert. / Euro 3
€ 6995 c.i.m.

Il suo nome è un mito. La sua missione percorrere in lungo e in largo questo pianeta, meglio se su piste battute dal vento e dimenticate dall'uomo. Perché dietro all'aspetto raffinato c'è un cuore che batte per l'avventura

Vento. Teso e secco. Di quello che scava la pelle, screpola le labbra. E poi polvere, sottile, che si infila ovunque. Nel casco, sotto agli occhiali da fuoristrada, dentro la giacca. E la strada inizia a coprirsi di sabbia, quella del deserto che inizia lì, a qualche metro, e che continua per centinaia di chilometri. In lontananza nuvole sospette, basse, dello stesso colore dell'arido paesaggio in cui siamo immersi. Un attimo e ci avvolgono, a malapena si riesce a vedere la moto che ci precede e in bocca iniziamo a sentire il sapore della terra. Una tormenta di sabbia. È il deserto - Ténéré nella lingua dei tuareg, i nomadi che in questo desolato nulla vivono - che ci ricorda quanto siamo piccoli. Un nome - Ténéré - quanto mai evocativo, che profuma di avventura, di gare, di fatica e spazi immensi. Ma anche di moto, di enduro vere, di Yamaha, con il mitico mono di 600 cc che vide la luce nel lontano 1983 e che divenne ben presto la moto dei «malati d'africa». Oggi, a 25 anni di distanza, quel mono è rinato per continuare la saga e riportarci là, dove tutto è iniziato. La vecchia Ténéré era leggera e solida, essenziale nella sua semplicità ma facilmente gestibile anche da un punto di vista meccanico (e nel deserto non è un fatto secondario). E poi aveva quel serbatoio da 30 litri che garantiva un'autonomia perfetta per i viaggi-avventura. Concetti ripresi nello sviluppo della XT660Z Ténéré, nata per assecondare chi, alle strade battute e conosciute, preferisce la bussola. E la tempesta di sabbia non accenna a calare...

Verso il nulla

La strada si snoda dritta davanti alla ruota anteriore. Siamo in Marocco, a sud di Tiznit, sullo sfondo le ultime propaggini dell'Atlante che scendono verso la spoglia pietraia anticamera del Sahara. L'aria che investe le spalle è calda, l'alto plexiglas del frontale - che ricorda quello delle moto delle maratone africane - protegge discretamente il casco e nei lunghi rettilinei che portano a sud non è difficile vedere il tachimetro salire oltre i 130-140 km/h. Una velocità raggiunta e mantenuta con naturalezza da questa enduro (a un regime prossimo ai 5500 giri) che, è bene sottolinearlo, non vuole strappare record. Il suo leggero propulsore, derivato da quello che spinge le XT660X/R, le sospensioni dalla lunga escursione e la sua ruota anteriore da 21" ribadiscono la sua destinazione entro-fuoristradistica. Non che la Ténéré sia nata per le mulattiere alpine, sia chiaro, ma, come la progenitrice, parte del suo DNA non disdegna sterrati, pietraie e sentieri insidiosi. Basta una rapida occhiata alla moto sul cavalletto per rendersene conto: paramotore, protezioni in materiale plastico ai lati e sul serbatoio per limitare i danni in caso di caduta, soffietti old-style sulla forcella, pedane zigrinate (con riporti in gomma rimovibili) per stivali off-road, fianchi stretti per la guida in piedi... Tutte caratteristiche che ne fanno una moto adatta anche al fuoristrada.

Non solo terra

Inizia il misto, con l'asfalto perennemente velato di polvere portata dal vento e scarsa aderenza. Per fortuna il feeling con la moto è totale, merito della sella ben conformata, del manubrio largo e ottimamente sagomato e di pedane centrate: ciò permette di percepire fin nelle sfumature la moto e soprattutto il lavoro delle gomme sul fondo. La Ténéré è reattiva, piuttosto veloce nell'eseguire i comandi del pilota e anche stabile: certo, non si può pretendere l'impossibile in curva dai pneumatici di piccola sezione, dal ruotone da 21" anteriore e dalla lunga escursione delle sospensioni. Se si esagera, la moto si «muove» e comunque l'aderenza presto viene a mancare. Inoltre, i trasferimenti di carico non sono trascurabili per quanto avvengano sempre in modo controllato e gestibile grazie all'idraulica di compromesso. Già, compromesso... La freccia a sinistra indica una svolta nel percorso. Il caldo inizia a farsi sentire e l'asfalto lascia posto a uno sterratone veloce: in piedi sulle pedane ci prepariamo a ballare un po'. I fianchi stretti si lasciano stringere con efficacia dalle gambe, peccato solo che per i più alti il manubrio risulti un tantino basso. La moto insomma si lascia dominare con rara facilità: merito anche del motore che spinge dolce e omogeneo ai bassi regimi, dai 2000 ai 4000 giri circa per intenderci. Un vantaggio non da poco su terreni sconnessi o a scarsa aderenza visto che si può centellinare la coppia da trasmettere a terra e sfruttare la perfetta connessione tra acceleratore e ruota motrice. Se si cerca un po' di grinta - è il caso della guida su asfalto o quando c'è bisogno di un «colpo di reni» del mono per scavalcare un ostacolo improvviso - occorre superare i 4500 giri. Solo allora, e fino ai 6000-6500 giri, il 660 Yamaha si fa vivace e ben messo quanto a spinta. Oltre questa soglia la verve cala sensibilmente e insistere risulta poco proficuo. Il fondo intanto, in questa pista che si snoda tra le ultime propaggini rocciose dell'Anti Atlante, si fa insidioso. Sassi, buche, canali scavati dal tempo e dal vento, si alternano sotto alle ruote della Ténéré che pare non accorgersi nemmeno di tanto... trambusto. Le sue sospensioni hanno la capacità di filtrare le asperità più pronunciate e copiare il fondo senza far soffrire troppo il pilota. Il peso, specie a serbatoio pieno, comunque si sente, soprattutto quando le velocità in gioco si fanno più contenute e il fondo particolarmente accidentato. In questo caso, la classica «zampata» a terra è insostituibile, operazione piuttosto agevole anche per l'altezza relativamente contenuta del piano di seduta, studiata per venire incontro alle esigenze delle «taglie medie» in ogni condizione di guida.

Meglio il tassello

Attraversiamo un «oued», il greto secco di un torrente, uscendone leggermente in impennata. E ragioniamo su quanto sarebbe bello avere una bella coppia di gomme artigliate al posto di quelle più stradali di primo equipaggiamento, scelta ovviamente di compromesso (stiamo parlando dei Michelin Sirac e i Metzeler Tourance). L'aderenza, infatti, non è mai troppa e in questo senso i freni vanno usati con cautela, specialmente il posteriore che denota una certa tendenza al bloccaggio. Un tassello più pronunciato certo aiuterebbe. Meno problematica è la situazione con il doppio disco anteriore, sufficientemente potente da essere sicuro su strada, abbastanza modulabile da evitare cadute per una pinzata maldestra. Ma anche la frizione risulta sempre perfettamente gestibile, finemente dosabile nelle situazioni delicate - pensiamo alle ripartenze su fondo sabbioso - e anche infaticabile: stressata senza remore non ha mai ceduto, rivelandosi tonica e precisa nello stacco. Peccato solo per quella leva del cambio dalla corsa troppo lunga, perché sarebbe bastato davvero poco alla trasmissione nel suo insieme per arrivare alla lode. Due ore di deserto e poi via, ancora asfalto fino all'hotel e alla tipica cena berbera a base di cous cous e the alla menta. La polvere cala e nel paesaggio iniziano a ricomparire case e persone, segni di una civiltà che immaginavamo ormai lontana. E dietro ancora sassi, spazi aperti e l'assordante silenzio del vento.
La Ténéré - come la famosa progenitrice - nasce per affrontare qualsiasi terreno e per i lunghi viaggi. A tal scopo è stata ideata una linea di accessori che ne permettono un uso a 360°, studiati contestualmente allo sviluppo della moto. Un esempio? Le maniglie del passeggero e il rastremato codino integrano, in maniera discreta e invisibile, gli attacchi del bauletto mentre due tubi facilmente installabili ai lati del codone fanno da supporto alle eventuali valigie laterali in alluminio. Anche le protezioni sono tenute in debita considerazione: sono disponibili i paramani a salvaguardia delle leve, la piastra paramotore e i tubi laterali per preservare l'integrità dei carter e degli organi del monocilindrico in caso di scivolata. Altro elemento insostituibile per i globetrotter di tutto il mondo è il cavalletto centrale per lubrificare agevolemente la catena e intervenire in caso di foratura. E poi c'è l'immancabile coppia di terminali sportivi, per chi vuol risparmiare un po' di peso e rendere la Ténéré più accattivante sia nella «voce» sia nell'estetica, rimanendo comunque all'interno dei limiti imposti dalla Euro3.

Dati Tecnici

 
Yamaha
XTZ 660 Tenere

Motore

monocilindrico verticale a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 100,0x84,0 mm; cilindrata 660 cc; rapporto di compressione 10,0:1. Distribuzione monoalbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole. Alimentazione a iniezione elettronica, diametro corpo farfallato 44 mm. Capacità serbatoio carburante 24 litri (riserva nd). Lubrificazione a carter secco.

Trasmissione

primaria ad ingranaggi, finale a catena (45/15). Frizione multidisco in bagno d’olio e comando meccanico. Cambio a cinque marce.

Ciclistica

telaio a doppia culla aperta in acciaio; sospensione anteriore, forcella da 43 mm regolabile nel precarico, escursione ruota 210 mm; sospensione posteriore, forcellone con monoammortizzatore regolabile nel precarico, escursione ruota 200 mm. Pneumatici: anteriore 90/90-21, posteriore 130/80-17. Freni: anteriore a doppio disco in acciaio da 298 mm e pinze a 2 pistoncini paralleli, posteriore a disco singolo in acciaio da 245 mm e pinza a singolo pistoncino.

Dimensioni

lunghezza 2246, larghezza 865, altezza sella 895, interasse 1505. Peso a secco 183 kg.

Prestazioni

potenza 35,0 kW (47,6 CV) a 6000 giri, coppia 58,0 Nm (5,9 kgm) a 5500 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

Sarà pure la sorellona nata per i viaggi e l’avventura, ma a livello di prestazioni la Ténéré certo non sfigura di fronte alle gemelle XT660X e R equipaggiate con lo stesso propulsore: come dire, i 221,5 kg in ordine di marcia non incidono poi così tanto sulle sue prestazioni. I rilevamenti velocistici rilevati evidenziano dati simili in accelerazione. La Ténéré invece si avvantaggia rispetto alle gemelle di marca nella prova di sorpasso con un gap di oltre 2’’ e mezzo. Un dato che mette in luce il lavoro fatto dagli ingegneri per migliorare il lavoro ai bassi e medi regimi, ora decisamente più corposi. Il discorso cambia se si prende come paragone la diretta rivale, la F 800 GS, spinta da un bicilindrico dotato di 110 cc in più. Il divario è netto, in ogni frangente. Rispetto alla tedesca, la Yamaha paga anche qualcosa in termini di kg, limite da ricondurre alla notevole capacità del serbatoio. La Ténéré soffre pure in frenata a causa delle gomme di sezione ridotta e delle sospensioni dalla lunga escursione.

Curva di accelerazione

Yamaha XTZ 660 Tenere

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 1,5 m/s
Temperatura aria 17,4°C
Pressione atmosferica 1006 mb
Temperatura asfalto 22,8°C

Rilevamenti

 
Yamaha
XTZ 660 Tenere

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 159,6 km/h (40,0 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 14,4 s (143,1 km/h)
0-1000 m 28,7 s (157,5 km/h)
0-90 km/h 4,7 s (70,1 m)
0-130 km/h 10,5 s (251,0 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 9,8 s (293,4 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,7 s (85,9 m)
50-0 km/h 2,6 s (25,6 m)

CONSUMO

Urbano 14,1 km/l
Extraurbano 13,0 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 17,8 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 221,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 47,5/52,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 44,5/55,5

Pagelle

 
Yamaha
XTZ 660 Tenere

In sella

4.0

Sulla Ténéré si domina la strada dall’alto, sia sterrata sia asfaltata, regalmente inseriti nelle sue forme. Solo i più alti vorrebbero sella e manubrio più rialzati.

Comfort

4.5

Vibrazioni contenute, sella morbida e non troppo alta, posizione di guida naturale: prossima tappa Timbuctu...

Dotazioni

3.0

Spartana nella sostanza, ma anche ricca per l’allestimento mirato al fuoristrada e per la predisposizione agli utili accessori dedicati.

Qualità percepita

4.5

Nonostante il prezzo basso, la Ténéré è tutt’altro che povera o qualitativamente trascurata. Di più, la robustezza è tra i suoi pregi.

Capacità carico

4.0

Già come viene proposta non è male, con la sella ampia e maniglie per il passeggero comode. Se poi si installano anche bauletto e valigie, allora...

Motore

4.0

Non frantuma record, questo è certo, ma svolge alla perfezione ogni incarico, spingendo bene in autostrada, rendendosi amichevole in fuositrada, mostrandosi «allegro» e vivace nel misto.

Trasmissione

3.0

Solo il cambio solleva qualche lieve dubbio, per alcune imprecisioni e per la corsa lunga. Il resto è ok.

Sospensioni

4.0

Soffrono un po’ la guida sportiva su strada, ma si rifanno con gli interessi nell’off-road, copiando bene le malformazioni e gestendo i non pochi kg della moto.

Freni

4.0

Il giusto compromesso. Modulabili da non mettere in crisi su fondi a scarsa aderenza, abbastanza potenti da soddisfare la guida su asfalto.

Su strada

4.0

Ciò che colpisce è la «personalità» dinamica di questa enduro che anche su asfalto sa divertire. Se è la terra quello che cercate allora accettate un consiglio: tassellatela!

Versatilità

5.0

Difficile trovare di meglio: con questa moto si può fare davvero di tutto e andare ovunque. Il massimo, anche se rispetto alle rivali predilige sterrati aperti e ampi orizzionti.

Prezzo

4.5

E costa pure poco! La rivale dichiarata, la BMW F800GS, è lontana oltre 3000 euro.

Pregi e difetti

 
Yamaha
XTZ 660 Tenere

PREGI

Versalità, Sospensioni efficienti in ogni condizione, Appeal

DIFETTI

Cambio

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