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Moto Guzzi V7 Racer

Andrea Padovani il 31/05/2012 in Prove della redazione
Moto Guzzi V7 Racer
Moto Guzzi V7 Racer
744 cc / 35,5 kW (48,3 CV) / 2 cilindri a V di 90° / Euro 3
€ 9490 c.i.m.

Perdersi tra le sue cromature, le pieghe dell'alluminio spazzolato, il rosso delle verniciature è un piacere intimo. Questa "special di serie" nasce per gli occhi e per il cuore degli appassionati che sorvoleranno sui limiti dinamici dal forte gusto rétro

Ti fermi e i passanti si girano. Fai manovra e qualcuno si avvicina. Parcheggi e qualcun altro comincia a girarle intorno. La Moto Guzzi V7 Racer è come una bella donna con tacco e minigonna (sì, comunque la pensiate, la moto è femmina…) che si fa strada tra due ali di maschi. Impossibile resisterle, difficile non accarezzarla con gli occhi. La Racer, la più leziosa e ricercata della famiglia delle V7, è un omaggio al passato, a quella storia Guzzi fatta anche di prestigiose moto da gara, di gare in salita, griglie di partenza e bandiere a scacchi. Il suo è un fascino vintage frutto di un look senza compromessi: come non notare infatti le cromature, i contrasti dei colori, la componentistica ricercata, lo stile di certi particolari? La V7 Racer è fatta per essere ammirata, il resto viene dopo. È quasi superfluo dilungarsi sulla sua base tecnica: è una V7, il suo motore a V trasversale con l'abbondante alettatura parla da sé, così come i tubi del semplice e anacronistico telaio. Sono i dettagli a definire l'essenza di questa special di serie: le tabelle portanumero, il serbatoio in cui specchiarsi ornato da una cinghia rossa, la sella monoposto in pelle scamosciata, solo per citare i più appariscenti. Le altre raffinatezze contribuiscono ad arricchire il piatto: ci riferiamo alle bellissime pedane in alluminio finemente regolabili (le teste dei relativi comandi sono montate su eccentrico per variarne la posizione), lo stesso materiale con cui sono realizzati i fianchetti laterali e le piastre forate che proteggono i collettori di aspirazione. Il rosso della verniciatura del telaio, ma anche quello del mozzo ruota anteriore e del forcellone, non fa che rendere più attraente la V7 Racer.

E' una Guzzi, il resto è storia

Ma - parafrasando un noto detto - non è tutto "cromo" ciò che luccica. Chi si aspetta del solido e gratificante metallo rimarrà un po' deluso: il lucente serbatoio non è che tecnologico e modernissimo nylon, che viene usato anche per realizzare coprisella e parafanghi I puristi del genere storceranno il naso. Non è facile arrendersi all'idea che, sotto sotto, questa moto non sia che un progetto di marketing ben realizzato! E non basta la bella coppia di ammortizzatori Bitubo regolabili per farsi andar bene i 9570 euro necessari per l'acquisto. Le rivali, come la Kawasaki W800 o la Triumph Thruxton, infatti non fanno sconti: la prima costa un migliaio di euro in meno, l'altra offre un po' di CV in più. Entrambe poi garantiscono una guida un po' più efficace di quella della Racer: tuttavia, occorre sottolineare che al "guzzista" (e al motociclista "vintage") questo non interessa poi molto. Anzi, la "dinamica" tranquilla che Racer impone è l'essenza di questo storico marchio. È un salto nel passato visto che - chiudendo gli occhi - sembra di stare in sella proprio a una sportiva degli Anni 70. La sella è bassa, i manubri spioventi, le pedane arretrate, il serbatoio sottile: sulla V7 ci si sente impacciati ma… "fighi". Non importa che si faccia fatica a fare le inversioni ad "U", che la moto nel misto sia un filo dura da inserire in curva e che subito dopo tenda a cadere all'interno a causa della ruota da 18". Alla Racer si perdona questo ed altro. Il suo range ideale di utilizzo va dai 60-70 km/h ai 120: sopra e sotto a queste velocità si muove poco disinvolta. Va gustata insomma su percorsi guidati, con la calma e la pazienza che si riserverebbe a una nobildonna di rango. Così, a forzarla sullo sconnesso non porta a nulla, l'avantreno reagisce stizzito sbacchettando; nei curvoni invece la solidità è buona ma non fa gridare al miracolo. I freni sono all'altezza di questa moto: modulabili sì, ma tutt'altro che aggressivi quando si ricerca la prestazione massima. E poi c'è il motore: il V di 90°, con quella sua alettatura, quel carisma che trasmette, starebbe bene anche su un bel supporto nel salotto di casa: inutile pretendere quello che non può dare o qualcosa di più di un'erogazione morbida e gentile che però a 6000 giri inizia a svanire. Quindi, invece di ostinarsi sul gas, meglio gustarsi le vibrazioni del twin italiano e lasciarsi trasportare dalla sua storia.
Cosa attiri delle Moto Guzzi non è facile dirlo: è un'alchimia che prende motociclisti anche molto diversi tra loro. Credo che ogni generazione ci abbia visto qualcosa di diverso: dal marchio carico di onori sportivi, all'anticonformismo dell'oggetto immutabile a dispetto delle mode, passando per la meccanica desueta ma concreta, burbera ma generosa. Le mie prime moto erano giapponesi, invariabilmente usate e un po' scarse di ciclistica e di freni, ma affidabili, prestanti e facili subito. Le Guzzi "grosse" mi incuriosivano, ma non mi decidevo. Facevo fatica a fidarmi ("ti spezzano la schiena... sono sempre rotte", mi ammonivano quelli più esperti), però avevano qualcosa che le "jap" non mi hanno mai dato: una personalità propria, il fascino dell'oggetto per iniziati, della moto nata al tecnigrafo, sana ma inevitabilmente spigolosa, con le vibrazioni, la guida "maschia", l'impianto elettrico così così, i trasudi d'olio. Ottime scuse per passare qualche giornata a ungersi le mani e a immaginare come l'avrei progettata io, la moto. Per questo, alla soglia dei trent'anni, ho comprato un relitto di Le Mans prima serie e l'ho restaurato. Ora i tempi sono cambiati, eppure la mia EV del 2001 rimane una moto godibile, pur non moderna. È una sopravvissuta, ed è ciò che le altre non saranno mai. Alcuni difetti sono frustranti, ma la Guzzi avrà un futuro di soddisfazioni se continuerà nel compito di "cucinare" moto per il 21° secolo senza nascondere novant'anni di storia.

Dati Tecnici

 
Moto Guzzi
V7 Racer

Motore

2 cilindri a V trasversale di 90° a 4 tempi, raffreddamento ad aria; alesaggio per corsa 80,0x74,0 mm; cilindrata 744 cc; rapporto di compressione 9,6:1. Distribuzione ad aste e bilancieri e 2 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica, diametro corpi farfallati nd. Capacità serbatoio carburante 17 litri (di cui 2,5 di riserva). Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

Primaria ad ingranaggi, finale ad albero (4,825). Frizione monodisco a secco e comando meccanico. Cambio a cinque marce.

Ciclistica

Telaio a doppia culla in acciaio; inclinazione cannotto di sterzo 27° 50’, avancorsa 109 mm; sospensione anteriore, forcella teleidraulica da 40 mm non regolabile, escursione ruota 130 mm; sospensione posteriore, forcellone con doppio ammortizzatore completamente regolabile, escursione ruota 118 mm. Cerchi: anteriore 2,50x18”, posteriore 3,50x17”. Pneumatici: anteriore 100/90-18, posteriore 130/80-17. Freni: anteriore a disco singolo flottante in acciaio da 320 mm e pinze a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 260 mm e pinza a doppio pistoncino.

Dimensioni

Lunghezza 2185, larghezza 800, altezza sella 805, interasse 1449. Peso a secco 182 kg.

Prestazioni

Potenza 35,5 kW (48,8 CV) a 6800 giri, coppia 54,7 Nm (5,6 kgm) a 3600 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

Come era logico attendersi, la V7 Racer conferma, con precisione quasi incredibile, i dati rilevati per la V7 Classic nel 2008: identica la velocità di 162,2 km/h ai 1500 m (ottenuta con pilota abbassato sul serbatoio al massimo consentito dai margini di sicurezza), sostanzialmente sovrapponibili i risultati sui traguardi dei 400 e 1000 m. Il peso è praticamente identico. Il propulsore è molto regolare ma non molto potente, anche in ragione delle normative antinquinamento che penalizzano maggiormente i progetti meno recenti. Il cambio e la frizione svolgono diligentemente il loro compito facilitando il lavoro del tester. Molto bene la frenata, che al netto del tempo di reazione vede miglioramenti del 10% da 50 km/h e addirittura del 16% dai 130 agli 80 km/h. Il merito va in parte anche alla differente distribuzione dei pesi con il conducente a bordo, con il carico sull’avantreno passato dal 41,5 al 43% rispetto alla Classic.

Curva di accelerazione

Moto Guzzi V7 Racer

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 3 m/s
Temperatura aria 22°C
Pressione atmosferica 995 mb
Temperatura asfalto 29°C

Rilevamenti

 
Moto Guzzi
V7 Racer

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 162,2 km/h (40,8 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 15,1 s (138,7 km/h)
0-1000 m 29,5 s (158,3 km/h)
0-90 km/h 5,3 s (77,6 m)
0-130 km/h 12,7 s (307,7 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 11,9 s (355,3 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,5 s (78,5 m)
50-0 km/h 2,4 s (24,3 m)

CONSUMO

Urbano 14,5 km/l
Extraurbano 16,9 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 15,8 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 198,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 46,5/53,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 43,0/57,0

Pagelle

 
Moto Guzzi
V7 Racer

In sella

2.5

Sembra di essere alla guida di una moto d'epoca, con gli stessi limiti e le stesse caratteristiche di una sportiva degli Anni 70. Per gli amanti del genere, insomma.

Comfort

2.0

Sulle sconnessioni la forcella risponde in modo brusco e i due mono non fanno tanto meglio. La protezione aerodinamica poi non esiste. Meno male che almeno le vibrazioni sono contenute...

Dotazioni

2.5

Il progetto è datato, e in Guzzi non hanno fatto nulla per attualizzarlo. Probabilmente è una scelta precisa per andare incontro alle esigenze dei puristi... o almeno lo speriamo!

Qualità percepita

4.0

Trovarle qualche lacuna è difficile: le finiture sono al top, gli abbinamenti delle plastiche eccellenti, le scelte cromatiche indiscutibili. Peccato per l'utilizzo di materiali "moderni" per alcuni dettagli.

Capacità carico

1.5

Già il passeggero non è bene accetto (occorre acquistare il kit delle pedane aggiuntive optional), figuriamoci il bagaglio...

Motore

3.0

Il suo obiettivo è trottare con dolcezza. Forzarlo a fare altro sarebbe assurdo e controproducente. Meglio sfruttare l'erogazione fluida e accontentarsi.

Trasmissione

4.0

Sicuramente meglio di quello che ci si attendeva da un motore "datato": i cambi marcia sono precisi e tutto sommato rapidi, la frizione modulabile.

Sospensioni

3.0

Tanto la forcella quanto il mono sono tarati per una guida tranquilla: se si forza la mano iniziano a reagire in modo scomposto. Quindi meglio curare le traiettorie senza forzare e gustarsi il paesaggio.

Freni

3.0

Frenano quel che serve e sono perfettamente tarati per le prestazioni della V7: la potenza è solo discreta, meglio la modulabilità.

Su strada

3.0

Un voto in più di quello che si merita perché la V7 fa sentire importante il pilota, gratificato dagli sguardi dei passanti. Per guidarla invece occorre prendere la vita con filosofia.

Versatilità

2.0

I no si sprecano: no viaggi, no sparate nel misto, no città, no pista. La Racer è da passerella, una primadonna da copertina patinata.

Prezzo

3.0

Ci sono concorrenti che offrono di più o che costano meno. Ma la Guzzi è la... Guzzi. E questo vale molto di più dei CV.

Pregi e difetti

 
Moto Guzzi
V7 Racer

PREGI

Personalità estetica, Finiture, Erogazione motore

DIFETTI

Caratteristiche di guida, Frenata, Comfort

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