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Prove della redazione

Kawasaki VN 1700 Voyager

Luca Caglio il 04/05/2012 in Prove della redazione
Kawasaki VN 1700 Voyager
Kawasaki VN 1700 Voyager
1700 cc / 54,0 kW (73,4 CV) / 2 cil. a V di 55° / Euro 3
€ 19.190 c.i.m.

Una moto che sembra una cabriolet americana e un concerto che ci riporta ai mitici Anni 70. Un'accoppiata irresistibile che ha reso indimenticabile il nostro viaggio in sella alla cruiser giapponese

È sabato mattina presto, d'un tratto il telefono insistente suona con maleducazione. Vorremmo restare tra le braccia di Morfeo ancora un po' ma, esasperati della suoneria, siamo costretti a rispondere: «Ciao bello, stasera andiamo a sentire i Creedence, e non accetto bidoni!». La voce dell'amico Lele, grande conoscitore del rock Anni 70, ci sorprende ancora assonnati ma senza pensare troppo accettiamo la proposta. I Creedence Clearwater Revival, mostri sacri del rock, suoneranno alla Woodstock Fest, una tre giorni musicale da intenditori organizzata a Osoppo, in provincia di Udine. Nel giro di due ore prepariamo tutto per il viaggio e partiamo con la Kawasaki VN1700 Voyager, un bisonte di metallo e cromo, ideale per la nostra trasferta rock. La capacità di carico è incredibile: nei bauli laterali disponiamo tutto il nostro bagaglio, e in quello centrale abbiamo lo spazio comodo per i due caschi integrali. Percorriamo senza fretta la statale che ci separa dall'autostrada, imparando a gestire l'inerzia imponente della moto alle basse velocità. Il peso e le dimensioni esagerate (con passeggero e bagagli si sfiorano i 600 kg!) richiedono una guida molto fisica sotto i 50 km/h ma, appena l'andatura aumenta, la VN risulta molto più naturale e prevedibile, rivelando inoltre una stabilità inaspettata. Con una guida rotonda e senza esagerare con i freni, la Kawasaki pennella traiettorie precise e ci si scorda presto della sua massa ingombrante, arrivando, in curva, a toccare l'asfalto con le pedane.

Una nave in autostrada

La VN1700 è una maxi cruiser pensata per gli ampi spazi e per gli orizzonti infiniti delle strade americane, e infatti mostra il suo lato migliore nelle lunghe percorrenze autostradali dove sfoggia una comodità assoluta. Lo scudo offre una protezione aerodinamica totale anche per il passeggero, tanto che con il cruise-control (dai comandi molto intuitivi) impostato a 130 km/h riusciamo tranquillamente a conversare senza l'ausilio dell'interfono e ad ascoltare la radio. La musica, ovviamente rock, diffusa dalle due casse ai lati del cruscotto si fonde piacevolmente col borbottio baritonale del grosso bicilindrico accompagnandoci mentre corriamo veloci verso il tramonto, immaginandoci su una highway in direzione Woodstock. Il propulsore ostenta vanitoso le sue forme cromate, ma sebbene sia raffreddato a liquido scalda parecchio le gambe e non si fregia di prestazioni di alto livello. Ci saremmo aspettati una coppia maggiore ai medi regimi, dove invece manca la grinta. Tuttavia l'erogazione gentile, la quasi assenza di vibrazioni e la seduta comoda si traducono in piacevolezza di marcia, e gli oltre 400 chilometri del viaggio corrono leggeri. L'unico fastidio è dato dal calore eccessivo generato dal propulsore e particolarmente avvertibile in estate . La ciclistica supporta bene il peso esagerato della moto, e grazie al nuovo sistema K-ACT (tecnologia frenante coattiva Kawasaki) che bilancia elettronicamente la decelerazione distribuendo la forza frenante sulle ruote in base alla pressione esercitata sui comandi e alla velocità della moto, le frenate anche «toste» non sono un problema. Il K-ACT, essenzialmente un servofreno evoluto, abbinato all'ottimo ABS, consente in effetti delle decelerazioni potenti e molto controllate. Verso la fine del viaggio apprezziamo la protezione offerta dalla Voyager quando un acquazzone dispettoso non ci crea problemi, grazie alla carenatura che rende la tuta antiacqua un accessorio quasi inutile.

Woodstock, Friuli!

Osoppo, piccolo paese tra i monti del Friuli, è noto anche come sede della Biker Fest presso il parco del Rivellino, che è anche la location della Woodstock Fest. All'ingresso siamo catturati dall'atmosfera variopinta: bancarelle «fricchettone» traboccanti di colori si alternano lungo i viali dove i «Figli dei Figli dei Fiori» aspettano l'inizio del concerto. L'attesa è allietata da un gruppo «spalla» che apre la serata con cover di Jimi Hendrix, e quasi senza accorgercene arriva il momento dei Creedence. Le luci si fanno soffuse, e il pubblico ansioso si accalca sotto al palco in un crescendo di urla e applausi che esplodono in tutta la loro eccitazione quando la Band esce intonando la mitica «Proud Mary». Il concerto è coinvolgente, ed è emozionante ascoltare i successi dei Creedence dal vivo a più di quarantanni dalle loro prime apparizioni. Dopo due ore di musica intensa i quattro arzilli settantenni americani chiudono la serata con le note morbide di «Have you ever seen the rain», e mentre tutto il pubblico intona il celebre refrain, le luci del palco si riflettono intense sulle cromature abbondanti della nostra Voyager, quasi ad accarezzarne le morbide forme e l'anima rock di questa moto veramente esagerata.
Celebrare il concerto di Woodstock, che si svolse tra il 15 e il 18 agosto 1969 nell'omonima cittadina dello stato di New York, è stato l'idea ispiratrice della prima edizione della Woodstock Fest Italia. L'evento, tenutosi nella splendida cornice del parco del Rivellino di Osoppo (Udine) tra il 25 e il 27 di giugno, ha visto esibirsi sul palco artisti del calibro degli inglesi Teen Years After e degli americani Creedence Clearwater Revived che si sono alternati ad alcune delle migliori realtà rock-blues italiane. Questi due gruppi storici sono stati scelti non a caso, dato che entrambe le band hanno avuto l'onore di suonare a Woodstock nel 1969. I Creedence all'epoca si chiamavano Creedence Clearwater Revival, ma il nome storico è stato recentemente modificato in «Revived» a causa di un cambio di formazione interno alla band. La loro esibizione italiana in occasione della Woodstock Fest ha dato un lustro speciale alla manifestazione, che molto probabilmente sarà replicata anche la prossima estate. I concerti sono stati accompagnati da coinvolgenti contest artistici di «body paint» (l'aerografia eseguita sul corpo) oltre a concorsi di pittura e di graffiti molto apprezzati dal numeroso pubblico accorso nei tre giorni.

Dati Tecnici

 
Kawasaki
VN 1700 Voyager

Motore

2 cilindri a V longitudinale di 55° a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 102,0x104,0 mm; cilindrata 1700 cc; rapporto di compressione 9,5:1. Distribuzione monoalbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica con sistema ETV di gestione elettronica dei corpi farfalalti da 42 mm. Capacità serbatoio carburante 20 litri (riserva nd). Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

primaria ad ingranaggi, finale a cinghia. Frizione multidisco in bagno d’olio e comando idraulico. Cambio a sei marce.

Ciclistica

telaio a doppia culla in acciaio, inclinazione cannotto di sterzo 30°, avancorsa 177 mm; sospensione anteriore, forcella da 45 mm; sospensione posteriore, forcellone con due ammortizzatori ad aria regolabili nel freno di ritorno. Pneumatici: anteriore 130/90-B16, posteriore 170/70-B16. Freni: anteriore a doppio disco flottante in acciaio da 300 mm e pinze a 4 pistoncini, posteriore a disco in acciaio da 300 mm e pinza flottante a singolo pistoncino.

Dimensioni

lunghezza 2500, larghezza nd, altezza sella 730, interasse 1665. Peso a secco nd.

Prestazioni

potenza 54,0 kW (73,4 CV) a 5000 giri, coppia 136 Nm (13,86 kgm) a 2750 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

La Kawasaki VN1700 Cruiser detiene il record di peso a secco tra le moto rilevate dal Centro Prove di Dueruorte, ben 406 kg, che a quanto ci risulta è anche un primato mondiale tra le moto di serie. Una tale massa influisce parecchio nella prova di accelerazione e soprattutto in quella di sorpasso, dove la cruiser impiega più di mezzo chilometro per aumentare la velocità da 80 a 130 km/h, complice anche un bicilindrico dalle prestazioni modeste. Al contrario, in frenata l’impianto servoassistito consente decelerazioni che nulla hanno da invidiare a moto che pesano circa la metà della VN. In più nel corso dei nostri test ripetuti, non abbiamo rilevato fading, aumento della corsa o spugnosità dei comandi dei freni. Il peso, l’elevata resistenza aerodinamica e la scarsa potenza del motore (che costringe ad «aprire tutto» quasi in ogni occasione) aumentano i consumi, ma l’autonomia è comunque buona grazie alla capienza, 20 litri, del serbatoio.

Curva di accelerazione

Kawasaki VN 1700 Voyager

Condizione della prova

Cielo Sereno
Vento 2 m/s
Temperatura aria 28°C
Pressione atmosferica 1005 mb
Temperatura asfalto 46°C

Rilevamenti

 
Kawasaki
VN 1700 Voyager

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 155,9 km/h (41,4 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 15,4 s (137,6 km/h)
0-1000 m 29,9 s (157,0 km/h)
0-90 km/h 5,7 s (82,3 m)
0-130 km/h 12,5 s (295,1 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 17,4 s (519,6 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,4 s (78,9 m)
50-0 km/h 2,4 s (24,6 m)

CONSUMO

Urbano 13,1 km/l
Extraurbano 14,9 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 17,0 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 406,0 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 43,5/56,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 41,5/58,5

Pagelle

 
Kawasaki
VN 1700 Voyager

In sella

5.0

Un salotto a due ruote, sella larghissima e posizione molto naturale... però manca il televisore al plasma!

Comfort

4.0

Vibrazioni assenti, protezione totale e posizione rilassata: tutto il necessario per macinare km. Peccato per la mole che rende impegnative le manovre da fermo.

Dotazioni

4.5

Impianto frenante K-ACT con ABS, cruise control e autoradio, se ci fosse il parabrezza elettrico meriterebbe il massimo.

Qualità percepita

4.5

Solidità e cura costruttiva sono al top, peccato per alcuni accoppiamenti non perfetti come le chiusure dei bauli laterali.

Capacità carico

5.0

Preparare un bagaglio scarno non è una necessità con la VN, e la fidanzata non vorrà più scendere grazie alla comodità della poltrona.

Motore

2.5

Molto bello ma poco prestante. Ai medi regimi avremmo gradito più coppia. D’estate sembra di avere un termosifone tra le gambe.

Trasmissione

3.0

«Instancabile» la frizione e intelligente la sesta «overdrive» per risparmiare carburante; il cambio invece risulta brusco in scalata.

Sospensioni

4.0

Ben bilanciate e sostenute copiano l’asfalto e trasmettono un confort eccellente. Minimi i trasferimenti di carico se non si esagera coi freni.

Freni

5.0

Il sistema K-ACT con ABS riesce a fermare una moto di questa stazza senza entrare in crisi nemmeno in discesa: non è cosa da poco.

Su strada

3.5

Ottima per l’autostrada dove regala un confort assoluto. Sulle strade ordinarie peso e dimensioni impacciano alle basse velocità.

Versatilità

2.5

La VN1700 è una moto all’americana, studiata per gli ampi spazi e per i lunghi viaggi. Andarci al lavoro tutti i giorni, in mezzo al traffico, è un’impresa titanica.

Prezzo

3.5

Non è certo economica, ma nel confronto con l’Harley-Davidson Electra Glide (sua diretta rivale di mercato) risulta più abbordabile. Costa cara, ma è una moto che potrebbe accompagnarvi per una vita!

Pregi e difetti

 
Kawasaki
VN 1700 Voyager

PREGI

Comodità, Frenata, Dotazione di serie

DIFETTI

Maneggevolezza, Consumi, Prestazioni motore

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  • theus1962
    ...woodstock...e la moto... - ..boh..leggere queste righe mi ha fatto venire in mente quando avevo 16 anni e, armato di un favoloso (e truccato) Gilera 50 RS, giravo per la Liguria con sacco a pelo e chitarra!! ..oggi a 50 anni giro con la VN 1700 ClassicTourer..la chitarra la suono solo (poco) a Casa.. ..ma poco ? cambiato..si, c'? qualche dannato soldo in pi? ma.. poi nn cambia nulla..sempre pronto a Partire..Estote Parati!!

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