La Sicilia ci accoglie assolata e verde nel pieno della primavera per questo long test della Ducati Multistrada 1200 S in allestimento Touring. Il nostro viaggio si snoda per oltre mille chilometri tra città, lungo le autostrade e per le tortuose strade di montagna, in modo da sfruttare i quattro setting di guida della «Multi»: Sport, Touring, Urban ed Enduro.

Nel cuore di Palermo

Il traffico si muove, caotico, sull'asfalto lucido e scivoloso delle strade di Palermo. Il primo impatto con la città è ottimo: la mappatura Urban riduce la potenza da 150 a 100 CV, aumenta l'azione del Ducati Traction Control (DTC), abbassa il baricentro e ammorbidisce le sospensioni. La superficie insidiosa delle strade chiama in causa più volte l'ABS che ci evita parecchi spaventi. La morbidezza della frizione rende agevoli i continui cambi di marcia dovuti al traffico, così, senza senza troppo stress, dal porto ci infiliamo nel traffico cittadino in direzione ovest, verso Termini Imerese. Bonfornello è poco più avanti, dopo la svolta a destra verso Cerda: qualche curva e appaiono i vecchi box della Targa Florio. Proseguendo per Petralia percorriamo un tratto del famoso circuito stradale.

Tra le curve: le Madonie

Un lungo serpente d'asfalto s'insinua nei boschi: contorto e imprevedibile costeggia vaste faggete che poi diventano foreste di querce e lecci. In un continuo chiaroscuro di sole e ombra, la Multistrada mostra il suo carattere aggressivo nella configurazione Sport a piena potenza. Il misto stretto è senz'altro il suo terreno d'elezione: la Ducati si inserisce in curva senza sforzo e mantiene la traiettoria come un compasso. Uscendo dalle svolte apriamo progressivamente il gas confidando nel grip delle Pirelli Scorpion Trail. Nel riding mode Sport, il DTC è impostato al livello minimo e per avvertirne l'intervento bisogna davvero esagerare col gas a moto inclinata. Anche nella guida sportiva l'ABS ci ha tratto d'impaccio sugli asfalti più insidiosi. La taratura conservativa del sistema che evita il pericoloso sollevamento del retrotreno in frenata, inserisce però l'ABS anche quando non si verifica lo slittamento della gomma anteriore, allungando la frenata in modo poco prevedibile. Meglio «prendere le misure» al sistema, provocandone volutamente l'intervento con brusche frenate all'anteriore a bassa velocità. Nel complesso però l'ABS è un complemento irrinunciabile, che ci fa godere senza patemi le strade tortuose ma dal fondo a volte infido che portano alle Madonie. La natura qui è selvaggia e prorompente, tanto da spaccare l'asfalto in grandi ferite dai lembi disassati: occorre porre doppia attenzione, perché alcuni tratti della strada sono in contropendenza con avallamenti e buche molto frequenti.

Il gigante bianco: l'Etna

Sulla strada che porta alla vetta del vulcano il motore risponde pronto con la potenza piena della mappatura Touring che però addolcisce la reattività della Multistrada 1200 S. La posizione in sella, la regolazione in altezza del cupolino e le manopole di piccolo diametro sono perfette per l'utilizzo a lungo raggio. Le braccia sono nella giusta angolazione per non stancarsi, la sella è rigida ma ben sagomata per muoversi agevolmente e toccare a terra anche se non si è alti. La strumentazione è ben visibile anche nel buio delle gallerie. Insomma, se non fosse per le vibrazioni che sopra ai 120 km/h diventano percepibili su sella e pedane, la Multistrada si meriterebbe anche la lode oltre al voto pieno per le qualità di viaggiatrice. Il tuono del bicilindrico Testastretta 11° è gradevole sul misto stretto, al bar con gli amici e in brevi gite fuori porta. Se il viaggio si allunga, come su questa bella strada che ci avvicina all'Etna, il «sound» diventa rumore e a fine giornata si è un po' intontiti dal rombo di scarico. Un tratto anche lungo di autostrada si affronta senza remore: estremamente stabile anche sui curvoni larghi e a velocità sostenuta, la Multistrada convince. Peccato, come detto, per le vibrazioni che aumentano proporzionalmente con la velocità.

Off road: fino alla sabbia

Le zone attraversate si prestano a qualche incontro con del blando off-road: sentieri sterrati e strade non asfaltate non impensieriscono nel riding mode Enduro, ricordandosi di escludere l'ABS. La moto rimande equilibrata e stabile, anche se in frenata tende a bloccare le ruote «pinzando» forte. Approfittando della partecipazione al nostro viaggio di Enzo Lombardo, campione siciliano di enduro e componente del team che segue lo sviluppo dei pneumatici moto Pirelli, affrontiamo un piccolo tratto sabbioso: la Multistrada ne esce indenne, ma con la fatica di chi avrebbe preferito gettare la spugna. Non ci chiediamo come si sarebbe comportata la diretta concorrente tedesca, la BMW R1200GS, perché questa è una prova che va un po' oltre al range d'azione di queste due maxi. Nel complesso, sul lungo percorso la Mutlistrada è una buona compagna di viaggio: non passano inosservate l'estetica spigolosa e piacevole, rombo e prestazioni esuberanti, che fanno girare la testa sia a chi la vede passare, sia a chi la guida. Infatti, quando si è impegnati in rapide chicane, ritorti tornanti e improvvise curve a gomito, può capitare che si perda l'orizzonte nelle pieghe più spinte, mentre la moto rimane stabile e controllata. Chapeau!

Tutto il primo tratto del nostro viaggio in Sicilia si sviluppa sulle tracce del Grande Circuito delle Madonie, ovvero il tracciato utilizzato nelle prime sei edizioni della mitica Targa Florio. La gara è stata disputata ininterrottamente dal 1906 fino al 1977 con il solo intervallo forzato degli anni delle Guerre Mondiali. Dal 1978 in poi la competizione da gara di velocità su strada si è trasformata nel Targa Florio Rally, in seguito alle disastrose conseguenze di un incidente che coinvolse anche il pubblico nell'edizione del 1977. Il suo fondatore, Vincenzo Florio, fu un innovatore e un grande amante dei motori, tanto che prima di organizzare la Targa Florio in terra siciliana, aveva già istituito una Coppa Florio nel territorio bresciano. La strada che parte da Cerda, dove sono ancora presenti i resti dei box in cemento su cui si riconoscono scritte scolorite e vecchi manifesti, s'immerge nelle Madonie, sviluppandosi in un percorso tortuoso e imprevedibile che richiede molta attenzione. Guidando sulla stretta carreggiata, zeppa di tornanti e curve cieche, fa decisamente impressione pensare che nel 1908, con una Isotta Fraschini, il pilota Vincenzo Trucco aveva percorso i 150 chilometri del circuito stradale a una media di 57 km/h. La velocità media si è poi alzata fino a 128,52 km/h dell'edizione del 1970, dove Leo Kinnunen fece il record sul giro con una Porsche prototipo sul Piccolo Circuito delle Madonie. Ancora oggi il Rally viene disputato annualmente, sia come Trofeo Asfalto sia come Campionato Italiano Auto Storiche. Per informazioni: www.targa-florio.it.

Tappa a Bronte

Appena le gomme delle nostre Multistrada S Touring toccano il caldo suolo siciliano diventa d'obbligo fare colazione con la granita al caffè o alle mandorle, rigorosamente coperta di panna - senza si perde l'inconfondibile mix di gusti - e accompagnata dal dolce «maritozzo». I piatti imperdibili della cucina siciliana sono la pasta con le sarde e pasta ca' muddica (con la mollica), le sarde in beccafico, gli arancini di riso... Non da ultimo i dolci: deliziosi i cannoli alla ricotta, magari spruzzati con granella di pistacchi di Bronte. Questa cittadina, alle pendici dell'Etna, è stata una delle tappe dell'itinerario: attraversandola è bene tenere un po' di spazio nella borsa per le specialità a base di pistacchio da portare a casa per ricordo! Info: www.comune.bronte.ct.it