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Prove della redazione

Ducati Monster 696+

Fabio Cormio il 29/06/2012 in Prove della redazione
Ducati Monster 696+
Ducati Monster 696+
696 cc / 58,8 kW (80 CV) / 2 cilindri a L / Euro 3
€ 8200 c.i.m.

Dribblare il traffico, parcheggiarla per l'aperitivo, affrontare l'autostrada e divertirsi tra le curve: il racconto di una settimana qualunque in sella a una moto speciale

Un conto è provare una moto in sede di presentazione, un altro usarla tutti i giorni. Se nella prima situazione si è marcati stretti dall'ufficio stampa e si può provare brevemente un modello sul suo terreno d'elezione (le naked sul misto, le sportive in circuito, gli scooter in città...), quando si ha la moto in mano per diversi giorni le cose cambiano parecchio. Questo fatto è ancora più vero quando la moto in questione è un mezzo da grandi numeri, di quelli che la gente compra per usare tutti i giorni. Come, ad esempio, la Ducati Monster 696. Abbiamo deciso di effettuare un test tanto semplice quanto probante: una settimana in sella, usando la moto per andare al lavoro, per girare in città, per uscire la sera, e per la «sparata» nel weekend con tanto di tratto autostradale. Vi raccontiamo i momenti salienti della nostra «settimana col Mostro».

Lunedì: il piacere di andare in ufficio

Il box è ancora chiuso e già ci viene spontaneo un sorriso: di nuove Monster se ne vedono in giro ancora poche, quindi al semaforo saremo i più guardati. Eccola, la 696: bella è bella in effetti. Non che in Ducati abbiano stravolto niente, ma è ancora più sinuosa e aggressiva. Basta salire a bordo per respirare aria di casa: come su tutte le Monster, la sella è inclinata in avanti e il manubrio è basso, il che determina una posizione di guida nettamente più sportiva rispetto alle naked giapponesi della stessa fascia. Appena avviato, il bicilindrico zoppica un po', richiedendo qualche attimo di riscaldamento per girare fluido. Non a caso la Monster resta una delle poche moto a iniezione dotata di levetta dello starter... Nel traffico la 696 se la cava molto meglio delle vecchie versioni: le vibrazioni sono inferiori e il raggio di sterzata è nettamente diminuito grazie agli svasi sul serbatoio. E poi il sistema APTC (già presente sulla «vecchia» 695) limita il carico da applicare sulla leva per il disinnesto della frizione. Risultato? Dalla prova del tragitto casa-ufficio, dunque, la Monster esce promossa. Peccato per alcuni nei, ad esempio gli specchietti troppo larghi e la già citata posizione di guida molto caricata sull'anteriore e, quindi, stancante nelle continue frenate e ripartenze.

Mercoledì: happy hour e colpi bassi

Il luogo comune vuole che le naked siano moto «da aperitivo», nel senso che sono belle da guardare, poco impegnative da guidare e, spesso, hanno come proprietari dueruotisti improvvisati e non motociclisti duri e puri. Di fatto, la Monster ha sempre riscosso consensi pressochè unanimi, compresi quelli del gentil sesso: molte sono le «monsteriste» e più ancora le «zavorrine» che, della nuda bolognese, occupano la porzione di sella posteriore. Questo era il nostro pensiero durante il tragitto per raggiungere, insieme a un'amica, un locale in centro per un happy hour. La fanciulla non è stata particolarmente entusiasta degli spostamenti: si è scottata le caviglie urtando accidentalmente gli scarichi - posti pochi centimetri sopra le pedane - e, per mantenere stabilità in sella, ha dovuto necessariamente tenersi stretta a chi vi scrive, visto che sulla 696 mancano vere e proprie maniglie cui aggrapparsi (ci sono solo due piccoli svasi sotto la sella). La situazione non è piacevole nemmeno per chi guida, visto che ad ogni frenata si ritrova a faticare con le braccia per contrastare il peso del passeggero e soprattutto a urtare dolorosamente lo spigoloso punto di congiunzione tra serbatoio e sella col basso ventre.

Weekend: curve e caselli

Se da un mezzo a due ruote si cercano solo funzionalità e comfort, comunque, tanto varrebbe acquistare un maxi-scooter. La scelta di una moto, e in particolare di una naked, va in un'altra direzione: quella del divertimento. Quando arriva il fine settimana, infatti viene voglia di dare sfogo alla potenza del motore. Sabato decidiamo quindi di fare un giro lontano dalla città, alla ricerca di un po' di curve: quando il tragitto si fa tortuoso emerge l'anima di questa Monster: la 696 ha una ciclistica sana ed estremamente efficace. Il baricentro basso, unito al peso contenuto e alla comunicatività del telaio, consentono alla naked Ducati di tenere il passo di moto più potenti, ma soprattutto di essere guidata senza apprensioni da chi non ha esperienza. Se il vecchio modello annoverava tra i difetti una spiccata tendenza ad allargare le traiettorie e una certa «durezza» in inserimento, la 696 è non richiede una guida di braccia per scendere alla corda. Morale: sabato sera torniamo a casa stanchi ma soddisfatti, con l'intenzione di sottoporre la Monster, l'indomani, a una prova che non è nelle sue corde: quella dell'autostrada. Per questo, domenica mattina partiamo presto per una gita al mare. Una gradita sorpresa è che, a velocità codice, la pressione dell'aria su spalle e casco non è eccessiva: il deflettore, di serie su questa versione, è un valido aiuto. Al bagaglio, invece, abbiamo dovuto rinunciare: sulla Monster è difficile anche solo legare uno zaino sul sedile posteriore, visto che mancano ganci e maniglie passanti. Avvertibili, ma poco fastidiose, le vibrazioni alle pedane; quelle al manubrio, ora montato su silentblock, sono invece quasi nulle. Si conferma faticosa sui lunghi tragitti la posizione a bordo, per i polsi ma anche per il fondoschiena a causa della sella rigida. È domenica sera e la 696 è nel box: il sorriso del lunedì mattina lascia il posto a un muso lungo... Alla Monster ci siamo già affezionati ma domani dovremo restituirla. Quasi quasi telefoniamo in Ducati per farcela lasciare un altro po'. Quanto? Beh, diciamo un'altra settimana...
Alla Ducati stanno spingendo al massimo la nuova 696 che, in attesa delle versioni più prestazionali, è il cavallo di battaglia sul mercato. Oltre ad averle dedicato un giro promozionale attraverso l'Italia e l'Europa (il «Monster Tour»), ed aver proposto altre iniziative-lancio, mettendo anche un esemplare in palio tra tutti gli spettatori dei concerti estivi di Vasco Rossi (il concorso è ancora valido, i dettagli sul sito www.livenation.it), la Ducati presenta oggi la linea ufficiale di accessori dedicati alla 696. Il pezzo forte è rappresentato dal kit di scarichi omologati Termignoni in titanio, che incattiviscono il sound e, a detta del costruttore, ottimizzano l'erogazione: in dotazione ci sono la centralina dedicata e il filtro aria ad alta efficienza. Il kit costa 1390 euro. Tra gli altri accessori, la borsa da serbatoio morbida da 14 litri di capienza (148 euro), quella posteriore in tessuto Sky da applicare sul sedile del passeggero (195 euro) e la sella «Touring» (178 euro), più confortevole.

Dati Tecnici

 
Ducati
Monster 696+

Motore

2 cilindri a V di 90° a 4 tempi, raffreddamento ad aria; alesaggio per corsa 88,0x57,2 mm; cilindrata 696 cc; rapporto di compressione 10,7:1. Distribuzione monoalbero a camme in testa con comando a cinghia e sistema desmodromico, 2 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica, diametro corpi farfallati 45 mm. Capacità serbatoio carburante 15 litri (di cui 3,5 di riserva). Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

primaria ad ingranaggi, finale a catena (15/45). Frizione multidisco in bagno d’olio e comando idraulico. Cambio a sei marce.

Ciclistica

telaio a traliccio in tubi d’acciaio; sospensione anteriore, forcella rovesciata da 43 mm non regolabile, escursione ruota 120 mm; sospensione posteriore, forcellone con monoammortizzatore regolabile nel precarico e nel freno idraulico in estensione, escursione ruota 148 mm. Cerchi: anteriore 3,50x17", posteriore 4,50x17". Pneumatici: anteriore 120/60- ZR17, posteriore 160/60-ZR17. Freni: anteriore a doppio disco flottante in acciaio da 320 mm e pinze con attacco radiale a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 245 mm e pinza a doppio pistoncino contrapposto.

Dimensioni

lunghezza 2100, larghezza nd, altezza sella 770, interasse 1450. Peso a secco 161 kg.

Prestazioni

potenza 58,8 kW (80 CV) a 9000 giri, coppia 68,7 Nm (7,0 kgm) a 7750 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

La posizione in sella è caricata sull’anteriore e la distribuzione dei pesi è simile a quella di una sportiva carenata, col 50,5% sull’avantreno (che diventa il 46,5% quando il pilota è in sella): un bilanciamento favorevole che permette di staccare un buon tempo nell’accelerazione 0-400 m, evitando le impennate. La performance nella prova sorpasso in sesta marcia risente di un rapporto finale molto lungo: la Monster 696 impiega infatti 8,5 secondi per passare da 80 a 130 km/h contro - ad esempio - i 7,5 necessari a una Kawasaki ER- 6n. Non sempre fluido nell’azione il cambio: nel passaggio da un rapporto a quello superiore si va sempre incontro a un avvertibile calo di giri. Positiva la prova di frenata, non solo per la buona potenza decelerante, ma anche per merito di una forcella ben sostenuta di molla e di idraulica. Una nota sui consumi: ci saremmo aspettati percorrenze su litro superiori.

Curva di accelerazione

Ducati Monster 696+

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 1 m/s
Temperatura aria 25°C
Pressione atmosferica 1008 mb
Temperatura asfalto 39°C

Rilevamenti

 
Ducati
Monster 696+

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 197,1 km/h (34,1 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 13,1 s (168,8 km/h)
0-1000 m 24,8 s (190,8 km/h)
0-90 km/h 4,1 s (54,0 m)
0-130 km/h 7,0 s (146,7 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 8,5 s (253,0 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,5 s (79,9 m)
50-0 km/h 2,3 s (23,4 m)

CONSUMO

Urbano 11,6 km/l
Extraurbano 18,0 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 16,9 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 182,0 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 50,5/49,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 46,5/53,5

Pagelle

 
Ducati
Monster 696+

In sella

3.5

La posizione di guida è sportiva, corretta la triangolazione pedane- sella-manubrio. In frenata il pilota tende a scivolare contro il serbatoio.

Comfort

2.0

Non è la miglior qualità della Monster, tuttavia c’è un progresso rispetto al passato: si guida meno «sdraiati» sul serbatoio.

Dotazioni

2.0

Ridotte all’osso, come da tradizione Monster. Rispetto alla versione base, la «+» offre di serie il guscio coprisella e il cupolino.

Qualità percepita

2.5

Tendenzialmente buona anche se certi particolari, come i blocchetti elettrici e alcune plastiche, sono poco curati.

Capacità carico

1.0

Praticamente nulla: su una naked è normale, ma almeno delle maniglie passanti sarebbero state utili per legare i bagagli.

Motore

3.0

La spinta, corposa già ai bassi regimi, si fa esuberante tra i 5 e i 7000 giri. La differenza con le quattro cilindri resta tuttavia evidente.

Trasmissione

2.5

Ottimo l’antisaltellamento, mentre il cambio a volte risulta «gommoso». Troppo lungo il rapporto finale.

Sospensioni

4.0

Sono rigide, ma non offrono mai risposte secche. Peccato che la forcella non sia regolabile nemmeno nel precarico molla.

Freni

4.5

L’impianto «radiale» ha una buona potenza e non è brusco nell’attacco. Ottima la modulabilità.

Su strada

4.5

Sulla 696 si possono divertire tutti, dal pilota esperto al neofita: merito della leggerezza, della sfruttabilità del motore e della ciclistica a punto.

Versatilità

3.5

Il misto stretto è il suo terreno d’elezione: maneggevolezza e motore dal buono spunto rendono la Monster divertentissima tra le curve. Anche in città la naked Ducati se la cava bene e in autostrada si difende, a patto che non si voglia intraprendere una transcontinentale e, soprattutto, non si debbano trasportare passeggero e bagagli.

Prezzo

3.0

È poco più alto di quello delle giapponesi di pari segmento. Con 400 euro in meno si compra la versione base.

Pregi e difetti

 
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PREGI

Comportamento dinamico, Estetica coinvolgente, Facilità di guida

DIFETTI

Livello finiture, Comfort passeggero

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