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Prove della redazione

Ducati Diavel Carbon ABS

Riccardo Capacchione il 23/04/2012 in Prove della redazione
Ducati Diavel Carbon ABS
Ducati Diavel Carbon ABS
1198 cc / 119 kW (162 CV) / 2 cilindri a L / Euro 3
€ 19.990 c.i.m.

Design ultramoderno e prestazioni al top per la moto più coraggiosa della casa italiana. Per provarla l'abbiamo portata in un luogo altrettanto unico, il Dubai.

La Ducati Diavel Carbon fa sentire la sua voce tra i palazzi di Dubai City. Il rombo di tuono degli scarichi ci accompagna mentre corriamo sulla superstrada a dieci corsie, la Sheikh Zayed Road che taglia in due la città araba. Da questa via di scorrimento veloce si dipanano strade secondarie che rendono facile girare per la città. Basta non perdersi nel dedalo di raccordi sopraelevati di in uno dei numerosi svincoli, come è capitato a noi. Ai lati della strada principale torreggiano i grattacieli, uno più bello dell'altro, che definiscono un panorama verticale mozzafiato. Abbiamo scelto un posto davvero speciale per il test della Ducati Diavel e, mentre pensiamo a come debba essere abitare a 300 metri da terra, all'improvviso ci appare. Sopra tutto e sopra tutti svetta il Burj Al Khalifa, il grattacielo più alto al mondo, che fa sembrare semplici palazzine edifici di mezzo chilometro. Quest'opera di ingegneria si sviluppa su di un disegno a spirale fino a 828 metri di altezza e, visto dal basso, sembra un immenso spillone rivolto verso il cielo. L'impatto con Dubai è forte, tutto è un inno all'esagerazione, un po' come la moto che guidiamo. Le forme muscolose della Diavel Carbon sono impreziosite dal leggero composito, la gomma posteriore è gigantesca e i collettori di scarico da 58 mm fanno presupporre prestazioni da dragster. Stiamo andando a Dubai Marina, un agglomerato di hotel-grattacieli di fronte alla spiaggia centrale, dove la sera turisti e gente del posto danno vita allo «struscio» locale. La città ha addirittura invaso il mare come a Palm Jumeirah, uno dei gruppi di isole artificiali sui quali sono state realizzate residenze eleganti. Altri arcipelaghi sono in costruzione: The World, i cui atolli disegnano la mappa del mondo, e poi Palm Deira e Palm Jebel Ali, a forma di palma. Assaporiamo il colore del mare e il calore del sole ma torniamo presto alla Diavel, abbiamo voglia di conoscere la moto, oltre al posto incredibile in cui siamo.

Faccia a faccia con il diavolo

Per avviare questa Ducati basta avvicinarsi a meno di due metri e il sensore a bordo riconosce il chip della chiave, come avviene sulle automobili di alta gamma. A questo punto occorre «armare» la centralina spingendo in basso la slitta sul blocchetto elettrico destro e premere il pulsante di avviamento per sentire il borbottio del bicilindrico. Imbocchiamo l'autostrada che corre in direzione di Abu Dhabi, un altro stato degli Emirati Uniti, con destinazione l'ippodromo. A dispetto della mega-gomma posteriore, la Diavel si rivela maneggevole e pronta ai comandi del pilota, facendosi condurre tra le curve senza eccessivo sforzo. Certo, bisogna contrastare la tendenza al raddrizzamento in piega dovuta alla grande impronta a terra, ma con un minimo di abitudine ci si diverte parecchio. E non è cosa da poco, visto che è tra le moto dotate di maxi pneumatico posteriore la Ducati è l'unica a possedere una dinamica più che accettabile. Merito delle quote ciclistiche, azzeccate come la distribuzione dei pesi e il profilo dei pneumatici, i Pirelli Diablo Rosso II. Solo se si forza la piega arrivando al bordo della spalla della gomma il feeling con la moto si riduce e la sensazione è di viaggiare su una superficie di appoggio piccola. Il primo tratto di escursione delle sospensioni ha una scorrevolezza da riferimento e si ha l'impressione di scorrere sul velluto quando la Diavel fila senza sobbalzi sul lastricato (di marmo!) delle rotatorie. Un altro aiuto al pilota viene dall'elettronica: sistema di iniezione, controllo di trazione e acceleratore elettronico (Ride-by-Wire) lavorano in sincronia e la loro combinazione dà vita ai Riding Mode. Tre di questi settaggi, Sport, Touring e Urban sono predefiniti e selezionabili anche durante la marcia, ma è possibile personalizzare il comportamento del motore e del controllo di trazione salvando il proprio set-up come fosse un file del PC. Altro aspetto notevole della Diavel è la risposta del motore ai bassi, dove non si evidenzia il minimo «strappo» alla trasmissione, comune sulle versioni più sportive del Testastretta. Mentre annotiamo mentalmente queste considerazioni arriviamo all'ippodromo che ripropone, in orizzontale, lo stile dei grattacieli. Sterminate facciate di vetro verde nascondono le aree climatizzate della famiglia reale e i 60.000 posti da cui, gratuitamente, si può assistere alle corse. Siamo a una ventina di chilometri dal centro, e da qui possiamo vedere il lontano profilo dei grattacieli, la cosiddetta skyline. Dalle finestre del Burj Al Khalifa arrivano suggestivi riflessi dorati del sole che tramonta.
La notte a Dubai ha tempi simili a quelli cui siamo abituati noi italiani. Aperitivo più o meno alle sette e poi cena in uno dei moltissimi ristoranti etnici che popolano i Mall, gli enormi centri commerciali. Ai luoghi chiusi preferiamo il lungomare di Dubai Marina, dove scegliamo di fermarci. Le proposte gastronomiche vanno dalla cucina internazionale a quella italiana (in molti locali si servono alcolici), ai fast food americani, ma la cucina orientale la fa da padrona. I prezzi sono generalmente alti, si arriva facilmente ai 100 euro, ma se vi piacciono i piatti speziati sono molti i locali pakistani e indiani che propongono menù dal prezzo abbordabile. Dopo la cena passeggiamo su lungomare affollato dove tiene banco la «movida» più ricca, nel senso stretto, che ci sia capitato vedere. I rampolli delle famiglie emiratine (si dice così!) nei loro lunghi abiti bianchi sfilano a bordo di auto sportive. Una lunga teoria di Lamborghini, Maserati e Ferrari, molte delle quali elaborate, blocca il traffico. Meno diffuse le moto, solitamente Harley-Davidson o supersportive giapponesi, elaborate con forcelloni lunghissimi e illuminati da lucine a led di dubbio gusto. Ci piace di più la Dubai di giorno, per cui lasciamo presto lo show per essere riposati la mattina.

Fuga dai grattacieli

La città moderna è in continua costruzione e molto affascinante, ma vogliamo scoprire se qualche angolo caratteristico è sopravissuto alla furia edilizia. Saliamo in sella e ci rechiamo al Souk di Deira dove si trovano il mercato ittico e quello dell'oro. I prezzi concorrenziali hanno reso Dubai il primo mercato aureo orientale, oltre 300 tonnellate del prezioso metallo passano di qui ogni anno. Le vetrine dei negozi straripano di monili luccicanti: bracciali, anelli, collane, ma anche sculture e oggetti di ogni tipo sono esposti al pubblico di turisti che affollano il souk al coperto. Appena al di là della strada si trovano il mercato ortofrutticolo e quello del pesce: uno spettacolo inquietante ci accoglie, decine di squali sanguinanti vengono allineati per la vendita. I commercianti appartengono alle più svariate etnie asiatiche, sono i lavoratori che fanno funzionare la luccicante città del lusso che abbiamo visto finora. Le loro grida si mescolano ad aromi di spezie esotiche e ci accompagnano mentre torniamo alla Diavel che ha raccolto attorno a sé una piccola folla di curiosi. Avviamo il motore, abbiamo appuntamento con la guida che ci porterà nel deserto, e ci tuffiamo nel traffico. Bisogna prestare attenzione alle rotatorie lastricate con scivolosi mosaici, dove il controllo di trazione e l'ABS ci tolgono spesso d'impaccio. Non vediamo l'ora di incontrare le dune: ci aspetta l'ultima serata in un accampamento ricostruito per i turisti. I nomadi di una volta oggi abitano i piani alti dei grattacieli.

Dati Tecnici

 
Ducati
Diavel Carbon ABS

Motore

2 cilindri a L a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 106,0x67,9 mm; cilindrata 1198 cc; rapporto di compressione 11,5:1. Distribuzione bialbero a camme in testa con comando a cinghia e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica con sistema ride-by-wire e corpi farfallati ellittici, diametro equivalente 63,9 mm. Tre riding mode selezionabili, controllo di trazione DTC e avviamento hands free di serie. Capacità serbatoio carburante 17litri (riserva nd). Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

primaria ad ingranaggi, finale a catena (43/15). Frizione multidisco in bagno d’olio con dispositivo antisaltellamento e comando idraulico. Cambio a sei marce.

Ciclistica

telaio a traliccio in tubi di acciaio; sospensione anteriore, forcella rovesciata da 50 mm completamente regolabile, escursione ruota 120 mm; sospensione posteriore, monobraccio con monoammortizzatore regolabile nel precarico molla con comando remoto e nel ritorno idraulico, escursione ruota 120 mm. Cerchi: anteriore 3,50x17”, posteriore 8,00x17”. Pneumatici: anteriore 120/70-ZR17, posteriore 240/45-ZR17. Freni: anteriore a doppio disco flottante in acciaio da 320 mm e pinze monoblocco con attacco radiale a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 265 mm e pinza a doppio pistoncino, ABS di serie.

Dimensioni

lunghezza 2257, larghezza nd, altezza sella 770, interasse 1590. Peso a secco 210 kg.

Prestazioni

potenza 119 kW (162 CV) a 9500 giri, coppia 127,5 Nm (13,0 kgm) a 8000 giri

Prestazioni

Il commento del centro prove

La Diavel ha prestazioni da record in frenata: il notevole interasse, il grip delle gomme, la modulabilità dell’impianto e la taratura delle sospensioni sono un «pacchetto» efficace. La posizione in sella aiuta nelle accelerazioni, rendendo possibile contrastare la forte spinta del motore con il busto, aumentando così la trazione. Il pneumatico dalla sezione di ben 240 mm offre il grip necessario a evitare fenomeni di spinning del posteriore, contribuendo a staccare tempi di tutto rispetto nei test di accelerazione. Nella tabella qui sotto indichiamo le prestazioni della Diavel nelle modalità Urban (100 CV e controllo di trazione DTC a livello 5) e Sport (piena potenza e DTC a livello 1). La terza modalità, la Touring, differisce di poco dalla Sport (DTC a livello 3): la potenza resta impostata al valore massimo, quel che varia è la legge di apertura delle farfalle in rapporto al movimento della manopola del gas.

Curva di accelerazione

Ducati Diavel Carbon ABS

Condizione della prova

Cielo Cielo sereno
Vento 1 m/s
Temperatura aria 15°C
Pressione atmosferica 1005 mb
Temperatura asfalto 19°C

Rilevamenti

 
Ducati
Diavel Carbon ABS

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 246,9 (27,9 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 11,0 s (207,6 km/h)
0-1000 m 20,5 s (240,0 km/h)
0-90 km/h 2,9 s (34,3 m)
0-130 km/h 4,4 s (80,6 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 4,5 s (133,3 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,2 s (71,1 m)
50-0 km/h 2,3 s (23,0 m)

CONSUMO

Urbano 13,8 km/l
Extraurbano 15,6 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 17,2 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 236,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 50,5/49,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 46,0/54,0

Pagelle

 
Ducati
Diavel Carbon ABS

In sella

4.0

Braccia distese, pedane avanzate ma non troppo e sella molto bassa, offrono controllo nelle manovre e feeling in movimento.

Comfort

3.5

Abbiamo guidato la Diavel per 7 ore al giorno per 7 giorni senza accusare troppa stanchezza. I maggiori elementi di disturbo sono il calore proveniente dai collettori e il rumore eccessivo a bassa velocità.

Dotazioni

5.0

Sospensioni, freni, cerchi forgiati e fresati, strumentazione, controlli elettronici, ABS, gruppi ottici, parti in carbonio fanno parte della migliore componentistica disponibile.

Qualità percepita

5.0

L’insieme di componenti di qualità superiore e l’estrema cura costruttiva farebbero balzare all’occhio anche il più piccolo dettaglio scadente. E sulla Diavel non ne abbiamo trovati.

Capacità carico

1.5

Geniali le pedane e il maniglione a scomparsa per il passeggero. Per i bagagli bisogna ricorrere alle borse morbide da serbatoio e da sella.

Motore

4.5

Spinge forte ai medi regimi e riprende senza esitazioni ai bassi, rinunciando a un po’ di allungo che su strada serve davvero a poco.

Trasmissione

3.5

La frizione a bagno d’olio con antisaltellamento è un toccasana: è meno rumorosa e più resistente all’uso nel traffico di quella a secco.

Sospensioni

4.0

La forcella fa sembrare liscio anche il fondo sconnesso. Il mono ha una risposta secca sulle asperità.

Freni

5.0

La potenza dei dischi anteriori è sfruttabile appieno grazie all’ABS. Il posteriore aiuta nelle manovre.

Su strada

4.0

La Diavel può essere compagna di pieghe e non solo una brucia semafori. L’elettronica di controllo motore rende sfruttabile la cavalleria. In una parola, divertente!

Versatilità

3.5

In città è perfetta per l’aperitivo, ma che peccato usarla solo per questo. Il motore e la ciclistica sono gustosi soprattutto se le curve non sono troppo strette e ravvicinate. L’autostrada non fa per lei.

Prezzo

3.0

Costosa lo è di certo, ma la versione senza carbonio è venduta a 16.990 euro. Ma non è cara, dato che offre tecnologia, originalità e il Marchio.

Pregi e difetti

 
Ducati
Diavel Carbon ABS

PREGI

Motore ai bassi, Appeal, Guidabilita, Frenata

DIFETTI

Feeling alla massima inclinazione, Calore emesso dal motore

Gallery

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  • paoloboscali
    Io la guido... - ? una moto fantastica, rilassante, ma sopratutto GUIDABILE. Basta farsi 100 km di montagna e la pedane son gi? limate, le coperture usate sino alla corda non conoscono limiti usando bene ilmproprio pesi, oese l'uscita in patinata eggera non piacer? a tutti, ma a m? esalta! Ritornati in city si viaggia davvero in relax, la onda Kawasaki z 750 pesa di pi?.... Cosa voleta di pi? da una moto urbana?

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