Da qualsiasi parte si rivolga lo sguardo ci sono almeno duemila chilometri di oceano, il che genera una leggera inquietudine se ci si pensa un po', accentuata dal fatto che la terraferma su cui si poggiano i piedi è la cima di un vulcano spento. Spento, oddio, l'ultima eruzione nell'arcipelago è del 1957, un battito di ciglia su scala geologica, ed ha portato all'aumento della superficie emersa dell'isola di Pico, una delle nove che costituiscono l'arcipelago delle Azzorre. Noi ci troviamo a Ponta Delgada, il capoluogo di São Miguel, la più grande delle terre emerse che costituiscono questo avamposto portoghese in mezzo all'oceano Atlantico, sfruttato per effettuare i rifornimenti delle navi e un tempo anche degli aerei; una sorta di «sasso nel fiume» per il grande balzo tra il Vecchio e il Nuovo Continente.

Compagne di lusso

Proprio da un cargo partito dal porto di Lisbona sono sbarcate le BMW, una R 1200 GS e una Adventure. Entrambe sono full optional, e cioè dotate del kit completo di valigie da viaggio, oltre a tutte le diavolerie elettroniche che la Casa tedesca ha messo a punto per le sue moto. Come l'ESA, il sistema che adatta le sospensioni a qualsiasi fondo e condizione di carico, l'ABS, il controllo di trazione ASC e il computer di bordo multifunzione, completo del rilevatore di pressione dei pneumatici. Una vera sciccheria, insomma! Se avete intenzione di visitare le Azzorre, ricordatevi che su queste isole piove. E piove parecchio, soprattutto d'inverno, ma anche d'estate il tempo è imprevedibile. Però questo non vi deve spaventare, dato che la temperatura, anche nella brutta stagione, è perfetta per viaggiare in moto: noi ci siamo equipaggiati con giacche e pantaloni tecnici sfoderabili a tenuta d'acqua e non abbbiamo mai avuto bisogno delle imbottitture.

In moto nell'Oceano

Per visitare in moto l'isola di São Miguel quasi non c'è bisogno della mappa, basta avere un minimo di senso dell'orientamento, le strade non sono molte e tutti i luoghi d'interesse sono ben segnalati. Partiamo da Ponta Delgada, la cittadina dove facciamo base e dopo un breve consulto decidiamo di puntare verso la Laguna delle Sete Cidades, nel lato ovest dell'isola. Dopo aver regolato freni, altezza del parabrezza e della sella e aver settato le sospensioni per la strada con il sistema ESA, usciamo dalla città, verso gli asfalti neri e perfetti della campagna. La GS è una viaggiatrice che ha evoluto le proprie qualità nate nel fuoristrada in prestazioni d'eccellenza sull'asfalto, ulteriormente affinate sulle versioni 2008. I piccoli ritocchi all'estetica del nuovo modello rispecchiano gli interventi di non grande entità eseguiti sul motore e sull'ergonomia (manubrio e profilo della sella): i proprietari del vecchio modello possono stare tranquilli, il valore della loro moto non si dimezzerà all'istante... Il boxer ronza ai medi regimi mentre dalla superstrada che porta fuori dalla città ci dirigiamo verso il fianco della caldera, la nostra prima destinazione. Pioviggina, ma il plexiglass della GS, ben conformato, ci protegge senza turbini; quasi non ci bagna mo nemmeno le gambe, grazie al riparo offerto dai fianchi del serbatoio. L'effetto è moltiplicato per mille sulla Adventure, grazie alla smisurata superficie delle «guance» del serbatoio da 33 litri e al parabrezza più ampio. La strada comincia a salire sul fianco del vulcano e la foresta quasi ci abbraccia, tanto è chiusa sopra la via. Il bicilindrico che ben conosciamo ha mantenuto la sua caratteristica erogazione della coppia: a una spinta energica ai bassi segue una flessione verso i 4500 giri, dopodichè il motore del nuovo modello scatta con maggior prontezza verso i regimi più alti. Sulle strade che ci portano in vetta, verso la Lagoa Azul e Verde, sfruttiamo l'elasticità dei propulsori giocando col gas tra le curve, senza quasi mai cambiare dalla terza marcia. Il «piccolo» GS ha guadagnato un cambio rivisto in diversi dettagli, così come quello dell'Adventure, dalla quale ha ereditato anche la rapportatura finale più corta. Questo, abbinato ai 5 CV in più agli alti regimi, regala un'accelerazione più brillante rispetto al vecchio modello, tanto che la lancetta del tachimetro tocca i 220 km/h in un lampo. La GS altrettanto velocemente decelera, grazie all'impianto frenante semi-integrale con ABS davvero a punto ed efficace.

La Laguna Blu esiste!

Raggiunto il bordo del cratere ci godiamo lo spettacolo delle due lagune, una dai riflessi blu e l'altra verde. L'effetto è unico, anche grazie alle lingue di nebbia perennemente insinuate nelle valli molto strette che si affacciano sui fianchi del vulcano. Scendendo al suo interno lungo una strada tutta curve e tornanti, si giunge sulla riva del piccolo lago, profondo al massimo una ventina di metri, dato che quando l'acqua arriva a un certo livello, trabocca attraverso un canale naturale verso il mare. Disinseriamo ABS e controllo di trazione (efficace e utile soprattutto nei tratti viscidi in città) e imbocchiamo la sterrata che costeggia tutta la laguna, permettendoci anche un paio di passaggi offroad, divertenti anche se non certo impegnativi. La GS, anche nella configurazione Adventure, dalle sospensioni con maggiore escursione, è adatta per un furistrada leggero, soprattutto se gommata con coperture totalmente stradali come le Bridgestone Battle Wing. Il viaggio prosegue verso la parte più a est dell'isola, ripassando per Ponta Delgada e portandoci verso Villa Franca do Campo, un villaggio di pescatori dove i vecchi intenti a riparare le reti fanno davvero poco caso a noi e alle nostre moto, presi come sono in discussioni in dialetto. Ci fermiamo al ristorante Atlantico, pesce fresco, piatti tipici e vista a mare, dove stiliamo il programma per il resto della giornata. Decidiamo di visitare le fumarole nei pressi della Lagoa das Furnas e dopo aver passeggiato un po' nel porto per smaltire il liquore tradizionale, ci godiamo il calore del sole e l'asfalto asciutto per un po' di guida creativa. La GS nel misto scorrevole può impegnare seriamente una sportiva ed è incredibile come moto di questa mole si facciamo condurre senza fatica anche nelle esse più veloci. Peccato, il fondo torna a bagnarsi, la pioggia cade e decidiamo di rientrare in hotel: la serata in centro a Ponta Delgada non è affatto male!