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Prove della redazione

BMW K 1300 R

MariaVittoria Bernasconi il 11/06/2012 in Prove della redazione
BMW K 1300 R
BMW K 1300 R
1293 cc / 127 kW (173 CV) / 4 cilindri in linea / Euro 3
€ 14.850 c.i.m.

Un viaggio sulle curve del sud della Francia con un'auto e una naked che non hanno nulla in comune se non la cilindrata, tanta personalità e l'aria che accarezza il viso. E il dubbio sorge spontaneo: tacchi a spillo o paraschiena?

Rocce color ocra a strapiombo su un mare scintillante. Curve che si perdono all'orizzonte. Sole. Questo è lo scenario del long test che ha visto confrontarsi una maxi naked e una cabrio, mezzi allineati per stile e cilindrata ma agli antipodi per tutto il resto. Stiamo parlando della BMW K 1300 R, una quattro cilindri in linea da 1293 cc, e della Daihatsu Copen, anch'essa spinta da un quattro in linea da 1298 cc. La cubatura è infatti l'unica affinità tra questi veicoli. Le schede tecniche parlano chiaro: la Copen ha il doppio delle ruote ma la metà della potenza (64kW) della BMW che sfodera ben 128 kW. A guardarle, però, né l'una né l'altra passano inosservate grazie all'appeal originale e a dettagli estetici inconfondibili che rendono irrefrenabile la voglia di sfoggiarle sui lungomare del sud della Francia.

Per raffinati e vanitosi

Il nostro itinerario inizia dalla città del cinema e delle starlette: Cannes e la sua Croisette sono una passerella ideale per i nostri mezzi, vezzosi e appariscenti. Ai fianchi della strada sono parcheggiati i modelli più lussuosi di auto e moto, con gli allestimenti extra-super-iper exclusive: tra una Bentley e una Ferrari è rimasto un piccolo posto in cui la Copen s'incastra perfettamente grazie ai suoi 3440 mm di lunghezza. Quattro ruote e solo due posti, l'abitacolo è però ridotto ai minimi termini: per viaggiare con la Daihatsu occorre un bagaglio minimalista ed essere piccoli di statura. Chi infatti supera il metro e ottanta rischia di picchiare la testa ad ogni dosso, alternativamente sul tetto rigido e sui suoi ganci di chiusura. Già, perché la Copen è decappottabile, grazie a un sistema di apertura elettrico: basta fermarsi, pigiare un pulsante e ricordarsi di agganciare bene il divisorio nel baule. In caso contrario si rischia di passare delle mezz'ore ad arrovellarsi sul motivo per cui la procedura di apertura non funziona. La BMW K 1300 R invece regala ampio spazio al pilota, mentre più risicata è la porzione del passeggero. La posizione di guida è comoda, con le gambe non troppo piegate e il busto leggermente inclinato in avanti. Tutt'altro che costrittiva la posizione delle braccia che si allargano sul manubrio senza caricare troppo i polsi. Strumentazione e leve sono fruibili ed intuitive: chiaro e leggibile il display digitale che funge da computer di bordo (optional), con tutte le informazioni canoniche e gli extra come la visualizzazione del setting delle sospensioni. La K adotta infatti il sistema ESA II (altro optional), ovvero la seconda generazione del dispositivo che permette di regolare elettronicamente il precarico delle molle e la taratura idraulica degli ammortizzatori. Tre le modalità: Comfort, Normal e Sport, ciascuna declinata nella guida a solo, con passeggero e con bagagli. All'ESA si affianca il sistema elettronico per la cambiata assistita, che grazie a una cella di carico sull'asta di rinvio del cambio permette di passare al rapporto superiore a gas spalancato e senza usare la frizione, e l'ASC ovvero il controllo di trazione. Quest'ultimo, mettendo in relazione la velocità della ruota anteriore con quella posteriore, evita lo slittamento di quest'ultima in accelerazione modificando i valori dell'anticipo dell'accensione e in seconda battuta – quando la perdita di aderenza è notevole – tagliando l'alimentazione. Esteticamente sono entrambe strane, particolari, inconfondibili. Che si stia seduti al volante della Daihatsu o in sella alla BMW, ci si sente osservati dagli occhi dei passanti che frugano tra i dettagli di stile, seguono la carrozzeria bombata della Copen e indugiano sull'armoniosa nudità della K 1300 R. La Daihatsu però per certi versi disorienta: a guardarla da davanti o da dietro cambia poco, il baule e il cofano arrotondati sono molto simili, divisi solo dal tettuccio verniciato in tinta. La BMW è invece inaspettata, atipica e accigliata, grazie a quel faro anteriore asimmetrico e molto lunga a causa di quel motore quasi parallelo al suolo che le regala un aspetto che fa tanto «Mad Max». Chi sceglie questi mezzi certamente non vuole passare inosservato.

La cornice dell'Esterel

Una parete rossa che cade in un'acqua cristallina, una strada nera che si srotola senza sosta in un susseguirsi di curve che svaniscono e riappaiono. Su questo terreno s'inseguono la piccola Dahiatsu e l'esagerata BMW: proprio la potenza elevata e il peso non certo trascurabile rendono la maxi naked tedesca impegnativa sui percorsi tortuosi, tanto che per piacere di guida qui è la Copen a prevalere. La potenza erogata dalla K 1300 R è, infatti, impressionante: la curva di coppia è piena e costante dai 2000 agli 8000 giri, oltre i quali la spinta si fa brutale fino all'intervento del limitatore a circa 11.000 giri e basta sfiorare il gas perché il motore risponda deciso. Fin troppa potenza, verrebbe da dire, soprattutto quando occorre essere agili su tornanti e curve strette, dove la mole della BMW limita nei rapidi cambi di direzione. La K si trova decisamente più a suo agio quando le curve si fanno più ampie e si alternano a rettilinei che permettano di sfruttare l'allungo del quattro cilindri tedesco. Ci si stanca su queste curve della costa francese, una a ridosso dell'altra, dove le braccia e il corpo devono gestire l'esuberanza della BMW. Viene quasi voglia di rubare le chiavi della Daihatsu e mettersi alla guida. Nello stretto la Copen gioca le sue caratteristiche da go-kart: bassa, corta e leggera, si lascia condurre veloce e precisa. Certo, appena le curve si allargano e spunta una salita il motore soffre e si rimpiange quello poderoso della K. Ma la comodità è garantita.

La dolce vita

Per arrivare a Marsiglia, la nostra meta, si passa accanto a St. Tropez, dove un aperitivo è d'obbligo sulla piazzetta del porticciolo. Ma la sorpresa più grande è un miraggio dorato: Saint Raphael, incastonata nelle rocce, si colora di ocra lucido al tramonto e risplende d'argento quando il sole sparisce e cala il crepuscolo. A Marsiglia raggiungiamo il molo in un inebriante profumo di mare, pitosforo e gelsomini fioriti. Il viaggio termina con uno zig zag nel traffico vacanziero della città francese, dove l'auto, svantaggiata, rimane indietro e la K 1300 R mostra di sapersela cavare, nonostante peso e potenza. Infatti, grazie alla posizione in sella naturale si districa bene tra file e semafori. Meno agevoli le manovre da fermo in cui i 245 kg e il ridotto angolo di sterzo si fanno sentire. La moto raggiunge in un baleno il lastricato in pietra del porto da cui si gode della vista del golfo punteggiato di mille luci. E, nel silenzio, si sente solo il vento e il leggero sfrigolio del motore ancora caldo. Quasi musica per le nostre orecchie.
Un minuscola cabrio per tutti: presentata al Salone di Tokio del 2001 come prototipo e allestita con un motore turbo di piccola cilindrata, è arrivata nei concessionari italiani nel 2004 con un propulsore da 1300 cc, perfetto per i suoi 775 kg. È una spider con tetto in alluminio che sparisce elettricamente nel bagagliaio, per questo lo spazio per le valige è ridottissimo. In compenso tra curve e rettilinei risulta piacevole e stabile. Le rifiniture sono di buona qulità, soprattutto in questa versione F che sfoggia interni in pelle e due rollbar dietro i poggiatesta. Con tetto aperto la protezione aerodinamica è buona fino agli 80 km/h, quando è chiuso si raggiunge un ottimo livello d'insonorizzazione. La Copen è un buon compromesso tra divertimento e stile, ma mostra i limiti di carico tipici di una motocicletta.

Dati Tecnici

 
BMW
K 1300 R

Motore

4 cilindri in linea trasversali a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 80,0x64,3 mm; cilindrata 1293 cc; rapporto di compressione 13,0:1. Distribuzione bialbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica, diametro corpi farfallati 46 mm. Capacità serbatoio carburante 19 litri (di cui 4 di riserva). Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione

primaria ad ingranaggi, finale ad albero cardanico. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Cambio a sei marce.

Ciclistica

telaio a doppio trave diagonale in alluminio; sospensione anteriore di tipo Duolever con ammortizzatore centrale completamente regolabile, escursione ruota 115 mm; sospensione posteriore monobraccio di tipo Paralever con mono ammortizzatore completamente regolabile, escursione ruota 135 mm. Cerchi: anteriore 3,50x17”, posteriore 5,50x17”. Pneumatici: anteriore 120/70-ZR17, posteriore 180/55-ZR17. Freni: anteriore a doppio disco flottante in acciaio da 320 mm e pinze a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 265 mm e pinza flottante a doppio pistoncino.

Dimensioni

lunghezza 2228, larghezza 856, altezza sella 820, interasse 1585. Peso a secco 217 kg.

Prestazioni

potenza 127 kW (173 CV) a 9250 giri, coppia 140 Nm (14,3 kgm) a 8250 giri.

Prestazioni

Il commento del centro prove

261,7 km/h: questa è la strabiliante velocità ottenuta dalla K 1300 R nella prova di accelerazione sui 1500 m senza il minimo riparo aerodinamico. Lo spunto da fermo, nonostante l’elevata potenza in gioco e la grande coppia del quattro cilindri, non presenta particolari difficoltà: l’avantreno ben caricato infatti limita la tendenza all’impennata permettendo di scaricare a terra tutti i 173 CV dichiarati. La frizione in questo aiuta rivelandosi perfetta nello stacco, modulabile e resistente. E il risultato è sorprendente con tempi nella prova di accelerazione allineati (e molte volte migliori) di quelli fatti segnare dalle maxi sportive carenate più blasonate: su tutti spiccano i 2,8 secondi nella prova 0-90 km/h. La coppia titanica e la grande fruibilità ai medi regimi del quattro in linea fanno della K 1300 R un’arma micidiale anche nella prova di sorpasso. L’ABS invece si rivela prezioso alleato per sfruttare a fondo la potenza del doppio disco anteriore: anche qui le prestazioni sono super.

Curva di accelerazione

BMW K 1300 R

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 2 m/s
Temperatura aria 8°C
Pressione atmosferica 999 mb
Temperatura asfalto 10°C

Rilevamenti

 
BMW
K 1300 R

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 261,7 km/h (26,6 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 10,6 s (216,9 km/h)
0-1000 m 19,6 s (255,8 km/h)
0-90 km/h 2,8 s (33,7 m)
0-130 km/h 4,2 s (77,7 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 4,3 s (124,5 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,3 s (73,1 m)
50-0 km/h 2,3 s (23,3 m)

CONSUMO

Urbano 14,1 km/l
Extraurbano 15,2 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 12,7 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 249,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 49,5/50,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 47,0/53,0

Pagelle

 
BMW
K 1300 R

In sella

3.0

Il peso si sente, ma ciò che più colpisce di questa naked è la sensazione di imponenza che regala e che gratifica.

Comfort

3.0

La protezione aerodinamica è scarsa (ma non nulla!), nelle manovre impegna e nello stretto affatica: le sospensioni invece filtrano alla grande.

Dotazioni

5.0

In BMW l’optional regna sovrano e si paga caro. Ma se si hanno le possibilità economiche non ci sono limiti: controllo di trazione, cambio elettronico, ABS, ESA, valigie...

Qualità percepita

3.5

Non è più la qualità BMW di un tempo, ma la media rimane alta con plastiche solide, accoppiamenti ben fatti, dettagli curati.

Capacità carico

2.0

Una nuda, per definizione, è spartana. Quindi se cercate spazio per sistemare qualsiasi oggetto guardate altrove o compratevi le valigie rigide.

Motore

4.5

Difetti? È ingombrante ed è afflitto da un leggero on-off. Per il resto è una vera goduria con medi da urlo, un allungo da brivido e prestazioni da aereo.

Trasmissione

4.0

Silenziosa e priva di gioco la finale ad albero, preciso il cambio, irreprensibile la frizione: promossa senza riserve!

Sospensioni

4.5

Grazie all’ESA II è facile trovare il setting ideale delle sospensioni che peraltro si rivelano ben tarate e sempre in grado di contrastare la mole della moto garantendo stabilità.

Freni

5.0

Tanta la potenza, ottima la modulabilità. Efficaci nella guida offrono spazi di arresto da record in tutta sicurezza anche grazie all’ABS perfettamente tarato.

Su strada

4.0

La maneggevolezza non è il suo forte ma ripaga con tanta precisione, sicurezza in appoggio ed efficacia. Il suo pane è il veloce, meno il misto stretto dove pretende decisione.

Versatilità

3.0

La scarsa protezione aerodinamica non aiuta negli spostamenti autostradali: meglio un bel misto veloce. Ci si diverte di più!

Prezzo

2.0

Non è alla portata di tutti, ma la qualità e le doti dinamiche non si discutono e l’usato non si svaluta.

Pregi e difetti

 
BMW
K 1300 R

PREGI

Erogazione motore, Prestazioni, Personalità estetica, Frenata

DIFETTI

Maneggevolezza, Peso

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