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Prove della redazione

Beta RR Enduro 250 4T

MariaVittoria Bernasconi il 30/07/2012 in Prove della redazione
Beta RR Enduro 250 4T
Beta RR Enduro 250 4T
250 cc / non disponibile / 1 cilindro verticale / Euro 2
€ 8.050 c.i.m.

Tra le enduro, quella della Casa fiorentina è la meno conosciuta. L'abbiamo voluta provare in versione 2006 alla Cavalcata del Sole che si è svolta sugli sterrati della Sardegna

Protagonista quando si parla di Trial - 13 i Campionati del Mondo vinti - la Beta è invece poco conosciuta quando si parla di Enduro. Così, le sue RR a 4 tempi, disponibili in 4 cilindrate, sono guardate con palese curiosità dai tradizionalisti amanti del tassello. Per verificare se è giustificata questa diffidenza, abbiamo deciso di testare il modello di 250 cc in versione 2006 alla Cavalcata del Sole, un'endurata non competitiva per tutte le «manette», porta d'ingresso ai meravigliosi sterrati sardi: 400 km e due giorni di godimento. La partenza è San Teodoro, da raggiungere in traghetto da Olbia, Golfo Aranci o Porto Torres. Considerata la grande affluenza turistica nei mesi caldi, il consiglio è di portare la moto sul carrello fino in all'imbarco, lasciare tutto in un parcheggio e proseguire a due ruote. I percorsi della Cavalcata sono ad anello: ogni giorno si parte e si torna a San Teodoro. La mattina della partenza il cielo è coperto. Il ritrovo è a Cala d'Ambra, un formicaio colorato: la spiaggia è coperta di tracce di tasselli e, nonostante il tempo inclemente, i colori sono vivaci e variegati. L'entusiasmo e il nervosismo per la partenza ritardata si fondono. L'acqua inzuppa le maglie e compatta il terreno: la scivolata è dietro ogni masso.

La novità piace

La curiosità iniziale destata dalla Beta si trasforma in interesse da parte di chi se ne intende. La RR 250 è infatti una moto da prendere in considerazione, a partire dall'estetica: il posteriore è molto piacevole e aggressivo, meno convincente è la porzione frontale. I commenti che registriamo sono comunque positivi nonostante si notino dettagli che potevano essere più accurati, come le plastiche. La strumentazione rimane il punto debole: oltre ad essere poco leggibile, i dati che fornisce sono piuttosto lontani dalla realtà. Funzionalmente è una moto molto solida che tra le sue qualità annovera la regolazione del manubrio andando ad agire sui riser. La partenza della tappa arriva improvvisa come i continui scrosci d'acqua, e i gruppetti si allontanano sul primo tratto asfaltato che s'inerpica verso Su Filigosu, attraversando tratti demaniali. Qui roveri, ginepri e sugheri sono rigogliosi come le conifere che si stagliano intorno. Il tracciato devia finalmente sullo sterrato e i tasselli della RR 250 si aggrappano senza problemi alla terra sarda, che così zuppa di pioggia assume una tonalità rosso cupo. Il percorso sale lungo costoni verdi di macchia mediterranea e la Beta mostra le sue doti ciclistiche, assorbendo i frequenti urti con massi e pietre. La posizione in sella è davvero azzeccata soprattutto nella guida in piedi sulle pedane dove le ginocchia stringono in maniera agevole i fianchi della moto. Il percorso prosegue verso Sa Cunchedda, arrivando poi al Monte Lerno, dove è in atto un ripopolamento di mufloni e cervi sardi.

Immersi nella natura

Il percorso tocca alcuni tratti del prestigioso Rally di Sardegna, e tutti i sentieri sono strade comunali non asfaltate, anche se molto spesso non più transitabili. Dopo pranzo comincia l'agognato ritorno, visto il freddo e l'umidità: qualche indicazione sulla strada da seguire si è persa per via del vento e della pioggia, ma per vie traverse tutti arrivano entro sera a San Teodoro. Il sole saluta il secondo giorno, confortando anche gli indecisi, e il percorso si svela finalmente in tutta la sua meraviglia di colori e profumi. Di nuovo Cala d'Ambra è presa d'assalto dagli enduristi che si accalcano alla partenza: un tratto d'asfalto e via, come cavallette rombanti sui sentieri tortuosi. La Beta RR 250 si sveglia finalmente dal torpore della pioggia: il mono può girare a regimi più elevati mettendo in campo il deciso allungo che lo caratterizza; ai bassi manca infatti un pò di verve, condizione a cui si può ovviare con il kit che porta a 350 cc la cilindrata. I sentieri corrono tra leccete e le sugherete, dove la RR 250 si muove con scioltezza. Ma è nei tratti più impegnativi, come alcune pietraie, che mostra l'efficacia che la caratterizza. Ottima anche la risposta dei freni, non troppo potenti e davvero modulabili, tanto che permettono spesso di pinzare forte anche in situazioni critiche senza rischio di bloccaggio. La strada alterna fantastici tratti tecnici su terra rossa a tratti di pietre e guadi, salendo e scendendo dal monte Nieddu alla splendida foresta di Sos Littos Sas Tumbas e dal monte Tepilora. Questi sono tratti accessibili normalmente solo a piedi: bello quindi immaginarsi le Janas - le fate e le streghe - saltellare e correre tra i rami contorti dei sugheri per poi tornare nelle loro Domus, con un leggero volo e una risata che si fonde con il canto delle cicale. Basta cercare, infatti, per trovare siti aperti al pubblico chiamati appunto Domus de Janas, che spesso appaiono come piccole grotte scavate ad alveare nella roccia. Oppure visitare i numerosi Nuraghi sparsi per il territorio, come il ben conservato Nuraghe Noelle. Basta spegnere il motore un momento e godersi il profumo del cisto e del mirto e i colori del paesaggio che si fa più aspro, con le tipiche rocce chiare che s'innalzano in alti torrioni dalla vegetazione. Le moto sono ormai rade, si vedono apparire e sparire sulle altre colline, e sullo sfondo il mare. La RR 250 è silenziosa, ma basta una leggera scalciata sulla pedivella d'accensione perché riprenda a borbottare: il pregio, se la batteria fosse troppo scarica per azionare il motorino di avviamento elettrico, come capitato sul modello in prova, è proprio la facilità con cui si avvia. La discesa verso San Teodoro è quasi malinconica, mentre i tasselli si lamentano sull'asfalto nero che all'orizzonte sembra perdersi in mare.

Dati Tecnici

 
Beta
RR Enduro 250 4T

Motore

monocilindrico verticale a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 75,0x56,5 mm; cilindrata 250 cc; rapporto di compressione 12,0:1. Distribuzione monoalbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole. Alimentazione a carburatore Keihin FCR-MX 37. Capacità serbatoio carburante 8,5 litri (di cui 1 di riserva). Lubrificazione a carter secco.

Trasmissione

primaria ad ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Cambio a sei marce.

Ciclistica

telaio a doppia culla sdoppiata in acciaio; sospensione anteriore, forcella rovesciata da 45 mm regolabile in compressione ed estensione, escursione ruota 290 mm; sospensione posteriore, forcellone con mono ammortizzatore completamente regolabile (in compressione anche alle alte e basse velocità), escursione ruota 300 mm. Cerchi: anteriore 1,60x21”, posteriore 2,15x 18”. Pneumatici: anteriore 90/90-21, posteriore 140/80-18. Freni: anteriore a disco in acciaio da 255 mm e pinza a 2 pistoncini, posteriore a disco in acciaio da 240 mm e pinza a singolo pistoncino.

Dimensioni

lunghezza 2.270, larghezza 813, altezza sella 940, interasse 1.490. Peso a secco 117 kg.

Prestazioni

non disponibile

Prestazioni

Il commento del centro prove

Rilevare le prestazioni di un’enduro specialistica non sempre è impresa agevole, non fosse altro per le coperture tassellate installate, per la lunga escursione delle sospensioni (che comportano marcati trasferimenti di carico) e per la rapportatura estremamente corta. I dati spuntati nella prova di accelerazione rivelano un mezzo sicuramente prestante, al livello delle migliori proposte di categoria, soprattutto quando il motore riesce a distendersi e a far fruttare il buon allungo di cui e dotato: sul traguardo dei 400 m transita infatti in leggero ritardo rispetto alle concorrenti mentre si prende la rivincita sul quello dei 1.000 m con la ragguardevole - per il tipo di moto- velocità di 134,3 km/h. Migliorabile la frenata (l’impianto è orientato più ad offrire feeling e modulabilità che potenza) mentre penalizzante risulta il dato relativo al peso. La bilancia rivela una decina di kg in più delle rivali, in fuoristrada un valore non certo trascurabile.

Curva di accelerazione

Beta RR Enduro 250 4T

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 2 m/s
Temperatura aria 26°C
Pressione atmosferica 1.009 mb
Temperatura asfalto 40°C

Rilevamenti

 
Beta
RR Enduro 250 4T

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) n.r.

ACCELERAZIONE

0-400 m 16,4 s (124,0 km/h)
0-1000 m 33,3 s (134,3 km/h)
0-80 km/h 5,4 s (70,4 m)
0-110 km/h 10,7 s (213,0 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

50-90 km/h 9,1 s (173,3 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

90-50 km/h 2,7 s (57,7 m)
50-0 km/h 2,3 s (28,7 m)

CONSUMO

Urbano n.r.
Extraurbano n.r.
Autostrada (130 km/h indicati) n.r.

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 124,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 47,5/52,5
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 43,0/57,0

Pagelle

 
Beta
RR Enduro 250 4T

In sella

3.5

Posizione standard da enduro tradizionale: buona la triangolazione sella-pedane-manubrio e ottima nella guida in piedi.

Comfort

3.0

Difficile valutarlo su un’enduro specialistica: la sella comunque è piacevolmente cedevole e le vibrazioni sono contenute.

Dotazioni

3.5

Scarno l’allestimento, ottima la dotazione tecnica imperniata su un propulsore di ottimo livello e sospensioni regolabili.

Qualità percepita

2.5

Alcuni dettagli sono poco curati e la strumentazione è al limite del funzionale: nel complesso un po’ troppo «plasticosa».

Capacità carico

1.5

Scarsa, ma in mulattiera serve solo la trousse degli attrezzi che può essere agganciata in vita con un marsupio.

Motore

4.0

Ottimo l’allungo, un po’ vuoto ai medi, anche se nel complesso questo mono si è rivelato davvero efficace in tutte le situazioni.

Trasmissione

3.0

Il cambio è preciso e rapido negli innesti, la finale senza problemi. Sotto sforzo la frizione tende però a perdere modulabilità.

Sospensioni

3.5

Già con le regolazioni standard la moto copia bene anche le asperità più marcate e offre una buona trazione. Lavorando di fino con le regolazioni si può arrivare davvero vicino alla perfezione.

Freni

4.0

Buona la modulabilità, ottima la risposta anche sotto sforzo e sui terreni con poca aderenza dove sfoggiano una sensibilità davvero elevata che evita il bloccaggio.

Su strada

4.0

Una gustosa compagna di giochi, maneggevole, leggera e sempre facile. Si apprezza soprattutto la fruibilità in ogni frangente: una moto ideale per chi vuole iniziare. L’esperto preferirà invece il maggior carattere delle versioni di cilindrata maggiore.

Versatilità

2.0

Mulattiere, guadi e strade bianche sono il suo pane quotidiano. Fuori da questo contesto, è inutile.

Prezzo

3.0

Più economica delle rivali e con componentistica di prim’ordine. Conveniente anche se la qualità non sempre è elevatissima.

Pregi e difetti

 
Beta
RR Enduro 250 4T

PREGI

Feeling di guida, Allungo propulsore, Setting sospensioni

DIFETTI

Qualità costruttiva, Modulabilità frizione sotto sforzo

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