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MotoGP Sepang: Rossi e Marquez, acceso dibattito nella redazione di Dueruote...

il 26/10/2015 in Motogp

Quello che è successo in gara a Sepang fra Valentino Rossi e Marc Marquez ha acceso il dibattito nel mondo... e anche nella redazione di Dueruote. Fin dal lunedì mattina, ancora prima del caffé, ognuno ha iniziato a dire la sua. Ecco le opinioni dei vari giornalisti, anche contrastanti. E voi cosa ne pensate? Dite la vostra lasciando un commento a questo articolo

MotoGP Sepang: Rossi e Marquez, acceso dibattito nella redazione di Dueruote...
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Rossi e Marquez. Marquez e Rossi. Non si parla d’altro che del contatto avvenuto durante la gara della MotoGP sulla pista malese di Sepang. Dopo il fattaccio di ieri i commenti si sprecano. Abbiamo letto tutto e il contrario di tutto. E anche dentro alla nostra redazione si è acceso un vivace dibattito. Opinioni contrastanti. Una discussione parecchio animata...

Cristian Lancellotti – Direttore
Un vero peccato, questo prima di tutto. Perché oggi siamo qui a parlare di condotte più o meno scorrette e non di tempi sul giro o staccate al limite. E nemmeno di Pedrosa che vince e di Lorenzo che ora è a soli 7 punti da Valentino. Già, un vero peccato vedere un Mondiale finire così. E non perché non sarà Rossi a vincerlo, mi spiace, ma perché è falsato da un triste episodio e non guadagnato sul campo. Cosa penso della manovra di Valentino? Che è stata l’epilogo di una condotta totalmente antisportiva di Marquez. Chi ha fatto qualche gara sa come funziona in questi casi: “via libera a chi si gioca il mondiale”, zero ostruzionismo. Per tutti, a meno che tu non faccia una gara come quella di Pedrosa che prendi e ti metti davanti, è bandiera blu (quella che si sventola ai doppiati). E su questo non si discute, è così e basta. Sono regole non scritte ma alle quali il motociclismo è fedele da sempre. E invece a Marquez questa cosa gli è stata bene, e si è messo a giocare una partita pericolosa, sul filo dei nervi. Nervi che Valentino ha perso completamente nella sua manovra. Marc si meritava un segnale, ma non certo di cadere. Quella è stata sfiga.

Lorenzo Cascioli - Caporedattore
A me è scesa la catena, ho spento la tivù e me ne sono andato. Questa la reazione a caldo. Poi però ho passato la domenica pomeriggio attaccato allo smartphone - cosa che non faccio mai - a cercare di capirne di più. La mia opinione personale? Non mi è piaciuto Marquez con il suo atteggiamento, non mi è piaciuta tutta la manovra di Rossi. Poi non so se Valentino abbia tirato il calcio oppure no. Non lo so e non voglio improvvisarmi esperto della moviola come fanno molte persone da 24 ore a questa parte. Purtroppo Valentino può avere tutte le ragioni, resta il fatto che si è fatto prendere dal nervoso e che il mondiale adesso – forse – lo perderà lui. È rimasto intrappolato in tutta una situazione di cui noi nemmeno conosciamo i retroscena. Penso che nelle ultime notti Rossi abbia dormito male, con quel tarlo che rode noi comuni mortali quando ti piove in casa e all’assemblea condominiale ti dicono che va tutto bene. Ti viene il nervoso, un nervoso che non dormi. Certo, la forza di un campione spesso è quella di riuscire a mantenere un certo distacco nei giorni pre-gara. E tra le doti di un pilota professionista ci deve essere quella di saper dominare i propri istinti in pista. Stavolta Vale non ce l’ha fatta, gli si è chiusa la vena. Abbiamo sempre detto che è un extraterrestre, ora ce lo ritroviamo umano come noi che alla mattina litighiamo nel traffico anche se non ci stiamo giocando l’ultimo mondiale della nostra vita. Non mi sento di dargli torto o ragione. Mi dispiace per tutta la situazione e basta.
Andrea Padovani - Redattore
Il problema in questi casi è separare la passione per un pilota, il tifo, l’oggettività dei fatti e le regole che vanno rispettate sempre e che sono la base di qualsiasi cosa. Detto questo… - Marquez ha fatto la sua gara. Discutibile, sportivamente attaccabile, al limite della correttezza... ma ha fatto la sua gara rispettando le regole. E solo lui sa se rallentava volontariamente o meno Rossi. Se lo ha fatto (caso che si può estendere anche all'Australia), dimostra una malizia e una lucidità fenomenali. A parti invertite, Rossi rallentò Biaggi in Sudafrica e Stoner a Lagua Seca, più o meno nella stessa maniera. - Se Rossi avesse avuto il passo di Lorenzo o Pedrosa, avrebbe potuto staccare Marquez e andarsene. Ha accettato la battaglia ed è caduto nella trappola dello spagnolo. Ha perso la testa e ha fatto una scorrettezza evidente che andava punita subito, dopo qualche giro, non a gara finita. Così la politica ha vinto sullo sport. Rossi ha raccolto ciò che ha seminato il giovedì. - Marquez è caduto per bloccaggio della ruota anteriore. Bloccaggio derivante da pinzata secca (non si perde l'avantreno per una pedata sulla carena a quella velocità ridicola e con quell'angolo di inclinazione della moto). La pinzata secca è causata dalla gamba di Rossi che colpisce la leva (non credo fosse voluta, nemmeno le conseguenze... il gesto invece sì!) - Gira un video in rete che assolve Rossi, ripostato dalle principali testate italiane. Ricostruzione parziale, con valutazioni discutibili. Prima di caricare sul web qualcosa giusto per fare click bisognerebbe approfondire gli argomenti. In sintesi: Marquez percorre la linea corretta. Rossi allarga e lo rallenta. Marquez cerca di fare la curva, per questo finisce addosso a Rossi (o meglio, Rossi allarga e finisce per chiudere Marquez a ridosso della linea esterna). Il contatto l'ha cercato con successo Rossi. Marquez attendeva solo che Rossi curvasse. E nell'attesa la testa gli è finita sulla coscia: non poteva fare altro in quel frangente.

Stefano Borzacchiello – Redattore
I processi del dopo gara non mi sono mai piaciuti. Su una cosa sono convinto quello che è successo ieri a Sepang è stata una bruttissima pagina per il nostro sport e semplicemente non doveva accadere. Punto. Da due campioni come Marquez e Rossi non è accettabile. Se lo spagnolo è forse colpevole di aver portato allo sfinimento Rossi con un pressing esasperante, Valentino dalla sua non doveva cadere nella “trappola”. Che poi trappola forse non era. Ma per saperlo bisognerebbe essere stati nella testa di Marc. La lotta ci sta sempre ma ieri a Sepang quando dopo sorpassi e controsorpassi quando ho visto il 46 allargare per portare fuori il 93 non volevo crederci. Il contatto e la conseguente caduta (di sicuro non voluta) di Marc lasciano una macchia su questa stagione e sulla carriera di entrambi i piloti. E non si torna indietro. Sono però certo che se Marquez dopo il contatto non fosse caduto l’episodio seppur spiacevole avrebbe fatto discutere, e molto, ma sarebbe finita lì. Resto della mia idea. Va bene la lotta, la bagarre, ma da due piloti, da due campioni come Vale e Marc, che corrono in MotoGP mi aspetto sempre un livello di professionalità che ieri forse è mancata. Peccato. Peccato davvero.

Alfredo Verdicchio - Redattore
A Sepang hanno perso tutti! Márquez e Rossi per essersi dimostrati poco professionisti, la Commissione Gara perché, da giudice, avrebbe potuto spegnere i bollenti spiriti come si fa nel calcio e in tanti altri sport con un’ammonizione a testa, i drive-through in MotoGP. So che ora mi inimicherò tutti voi facendo un paragone con il mondo del calcio, ma negli sport dove c’è contatto fisico le scaramucce sono all’ordine del giorno. Provocare l’avversario è normale, anzi lo si insegna negli allenamenti sin da quando si è adolescenti. Quando avevo 13 anni il mister ci insegnava non solo tecnica e tattica, ma anche come far innervosire l’avversario, così da farlo ammonire, o ancora meglio espellere. Io, nel mio piccolo, non l’ho mai fatto e non ho mai reagito nemmeno al più classico degli spintoni, perché così dimostro di essere superiore e perché so come funziona: una volta le do io, una volta me le dai tu. Anche se, sinceramente, avrei voluto tirargliene una… Ed è proprio qui che Rossi ha sbagliato, non doveva reagire, la gambetta non doveva allargarla (anche solo per scrollarsi fisicamente di dosso lo spagnolo), soprattutto dopo aver passato tutta la curva a guardare in cagnesco Márquez. E nemmeno quando, da vero provocatore professionista, con la seconda carenata lo spagnolo gli ha dichiarato palesemente guerra. Márquez deve aver preso lezioni proprio dal mio allenatore, perché dietro quel faccino pulito e cordiale, ha dimostrato di saper giocare deliberatamente sporco per tutto il weekend di gara: ha fatto da trenino a Lorenzo e Iannone durante le qualifiche per mettere più moto possibili davanti a Rossi in griglia di partenza (la commissione gara avrebbe dovuto ammonirlo già in quella situazione); ha fatto passare Lorenzo senza poi rispondergli con la stessa determinazione, forza e carenate con cui ha invece battagliato con Rossi. Insomma, ha fatto davvero tutto quello che c’era da fare per ottenere una reazione sconsiderata da parte di Rossi. Umanamente capibile, visto che col 10° titolo in ballo a 36 anni potrebbe scrivere un’altra pietra miliare del motociclismo, però ugualmente sconsiderata e inaspettata da uno che è molto attento a tutto. Davvero un gran peccato. E come direbbe un mio collega, una vera cadettata.

Cristian Cavaciuti - XOffRoad
Il gesto di Rossi è oggettivamente brutto e da lui non me lo sarei aspettato. In quel momento ha dimostrato di essere più lucido di Marquez, purtroppo però di una lucidità sbagliata. Certo: Marquez ha avuto una condotta di gara legittima, ma tutt’altro che esemplare. Soprattutto se si considera che questo tipo di scontro “al limite”, che ha molti precedenti (Biaggi-Rossi, Capirossi-Harada, eccetera), è ammissibile quando è lo scontro diretto tra due piloti nelle stesse condizioni: ma oggi Valentino lotta per il titolo, Marc no. Lo spagnolo si è messo fuori gioco da solo, e non può voler fare da ago della bilancia del mondiale. Detto questo, come in ogni rivalità epica non si può pensare che i protagonisti si amino. C’era da aspettarsi che il ritorno di Rossi alla competitività avrebbe portato i due a scontrarsi in pista e fuori, soprattutto perché Valentino non aveva mai trovato un pilota così simile a lui, e la cosa gli crea sicuramente problemi. Ma da un campione come Rossi mi sarei aspettato un comportamento più signorile. Forse però Rossi non può più essere “un” signore perché è diventato “il” signore del motomondiale, e si comporta come tale. Del resto la ridicola decisione della Direzione Gara gli dà completamente ragione.

Pino Mottola - XOffRoad
Nel Motocross la gamba la si tira fuori spesso, sia in inserimento curva, sia per proteggere il proprio spazio. E anche il “portar fuori” l’avversario è una pratica più che consolidata. Anche se tra Motocross e MotoGP il terreno su cu poggiano le ruote cambia, le regole del gioco alla fine sono stesse. È vero: verso la massa e l’opinione pubblica VR46 è il grande colpevole, colui che ha “calciato” MM93, ma la faccenda è più complessa. Penso che il gesto di VR46 sia semplicemente stato un atto di difesa: dopo averlo “portato fuori”, infatti, MM93 ha volutamente cercato (e trovato) il contatto, cercando di appoggiarsi (e riuscendoci) alla Yamaha di VR46; solo a quel punto, come nel succede del Motocross, VR46 ha tirato fuori la gamba. Il gesto è stato plateale, è vero, ma la sostanza non cambia: VR46 ha costretto MM93 ad allargare la traiettoria, MM93 ha toccato VR46 e solo allora VR46, per protezione, ha tirato fuori la gamba. Detto questo, se MM93 non fosse caduto non sarebbe successo niente, nessuno scandalo, zero strascichi. Però la vera questione è questa: perché un pilota come MM93, tagliato fuori dalla lotta per il titolo, decide di fare un ostruzionismo fuori dal comune a VR46? È vero, VR46 ha adottato spesso questa tattica in passato ma, è anche vero, che quando l’ha messa in pratica l’ha fatto per un suo tornaconto personale. L’epilogo di questa corsa, in fondo, mette il sigillo su una cosa semplice: VR46 aveva ragione su quanto espresso nella conferenza stampa del giovedì, e cioè che MM93 sta aiutando JL99 nella conquista del titolo mondiale. 

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